E’ stato il fondatore della cattedra e continua ad essere l’unico docente di lingua hausa in Italia. Parliamo del prof. Sergio Baldi, esperto anche di lingue sudanesi. L’hauso attualmente è parlato da circa 50 milioni di persone nel mondo ma solo in Nigeria è considerato prima lingua, in altri paesi – Ghana o Camerun- è seconda o terza lingua. L’hauso però lo si può incontrare anche in Ciad o in altre regioni africane soprattutto sulla rotta verso La Mecca perché la maggioranza dei madrelingua appartiene a popolazioni di mercanti.
Il corso attivo a L’Orientale è articolato su cinque anni, è frequentato da circa quindici studenti, con un leggero incremento di allievi nell’ultimo anno. “Il corso si basa sullo studio della grammatica, della sintassi e ultimamente anche della letteratura che ho dovuto inserire per disposizioni imposte dalla Facoltà di Lettere (alterno l’analisi di testi moderni, posteriori al 1930, scritti in caratteri latini, con testi antichi, comunque successivi al 1700, in arabo”. La lingua hausa non ha, infatti, un suo alfabeto e fino ai primi decenni del Novecento si appoggiava all’arabo, adattandone l’alfabeto con segni o accenti. Così la lettura per uno studente non è affatto cosa semplice. “E’ una lingua non indoeuropea, per cui il lessico, ad esempio, è completamente diverso dal nostro- spiega il prof. Baldi- Chi studia anche l’arabo è aiutato dal fatto che circa il 30% dei vocaboli hanno origine araba, anche se deformata dal tempo e dai diversi inserimenti”.
Anche se la cattedra di hauso è unica in Italia, è possibile approfondire lo studio di questa lingua presso centri europei –sono una quindicina le università dove si insegna- ed americani. Gli scambi con l’estero sono tutt’altro che episodici. Ad esempio un dottorando del prof.Baldi è da poco tornato da un soggiorno lungo un anno in Nigeria, mentre ad un altro è stata proposta una collaborazione presso la North West University negli Usa, importante centro di studi della lingua hausa.
“Chi ha la passione per questa lingua ed è bravo riesce ad ottenere ottimi risultati e ad inserirsi nel mondo lavorativo- conclude Baldi- anche se deve possedere una grande volontà, la possibilità ed il desiderio di spostarsi fuori dal nostro Paese”.
Il corso attivo a L’Orientale è articolato su cinque anni, è frequentato da circa quindici studenti, con un leggero incremento di allievi nell’ultimo anno. “Il corso si basa sullo studio della grammatica, della sintassi e ultimamente anche della letteratura che ho dovuto inserire per disposizioni imposte dalla Facoltà di Lettere (alterno l’analisi di testi moderni, posteriori al 1930, scritti in caratteri latini, con testi antichi, comunque successivi al 1700, in arabo”. La lingua hausa non ha, infatti, un suo alfabeto e fino ai primi decenni del Novecento si appoggiava all’arabo, adattandone l’alfabeto con segni o accenti. Così la lettura per uno studente non è affatto cosa semplice. “E’ una lingua non indoeuropea, per cui il lessico, ad esempio, è completamente diverso dal nostro- spiega il prof. Baldi- Chi studia anche l’arabo è aiutato dal fatto che circa il 30% dei vocaboli hanno origine araba, anche se deformata dal tempo e dai diversi inserimenti”.
Anche se la cattedra di hauso è unica in Italia, è possibile approfondire lo studio di questa lingua presso centri europei –sono una quindicina le università dove si insegna- ed americani. Gli scambi con l’estero sono tutt’altro che episodici. Ad esempio un dottorando del prof.Baldi è da poco tornato da un soggiorno lungo un anno in Nigeria, mentre ad un altro è stata proposta una collaborazione presso la North West University negli Usa, importante centro di studi della lingua hausa.
“Chi ha la passione per questa lingua ed è bravo riesce ad ottenere ottimi risultati e ad inserirsi nel mondo lavorativo- conclude Baldi- anche se deve possedere una grande volontà, la possibilità ed il desiderio di spostarsi fuori dal nostro Paese”.