Linguistica generale dalla parte dei docenti

“L’insegnamento è obbligatorio in alcuni Corsi di studio al primo anno, in altri al secondo, ed è impartito da diversi docenti che si dividono gli studenti in base alla lettera iniziale del cognome. Certamente questa ‘varietà’ è la prima ragione del turbamento di alcuni studenti, i quali non sono abituati ad una disciplina impartita liberamente, ma ritengono che ci debba essere un programma”, interviene a chiarire le perplessità in merito alla Linguistica generale la prof.ssa Cristina Vallini, decana dei docenti di Linguistica Generale a L’Orientale, con un testo sottoscritto dai professori Giorgio Banti, Massimo Pettorino, Elisa Pellegrino, Lucia di Pace, Rossella Pannain e Alberto Manco. “È tuttavia evidente che nel caso specifico la materia dei diversi corsi non può non presentare numerosi punti di coincidenza, dato che la dimensione della lingua è sempre la stessa, anche se può essere affrontata da diversi punti di vista. Per questo motivo, la Linguistica generale viene presentata al primo anno ed al primo semestre a studenti che hanno scelto di studiare le lingue e le letterature straniere: nessuna altra materia, infatti, è altrettanto importante, indispensabile, per sviluppare la coscienza linguistica, il sentimento della struttura della lingua, la conoscenza dei tratti generali della sua articolazione, i principi della sua evoluzione nel tempo”, continuano i docenti. 
La ragione del disorientamento di alcuni studenti può essere attribuita al collegamento tra la Linguistica e altre discipline distanti da essa, ma nello stesso tempo utili per spiegare fenomeni della lingua: “anche questo carattere generale può, probabilmente, spiegare il disagio di alcuni studenti, abituati forse ad applicarsi sempre a casi specifici, di valenza, come si dice, ‘locale’. Lo studio della Linguistica generale offre, invece, la possibilità di riconoscere gli stessi principi nelle lingue più diverse”, scrivono i docenti. “A lezione, ad esempio, ho parlato degli ominidi per far capire quanto ci sia di insensato nel tentativo di far parlare gli animali. Non è solo Linguistica generale, ma è anche generale considerando l’ampio spettro della disciplina, dagli aspetti storici a quelli teorici, insieme ad aspetti di fonologia, fonetica, semantica, lessico, sintassi, morfologia”, commenta il prof. Alberto Manco.
Una materia del tutto nuova
“Quella degli studenti è una platea molto eterogenea e bisogna tener conto delle varie provenienze, perché a volte essi arrivano all’Università sprovvisti degli elementi di base della Linguistica. Questa materia dovrebbe essere introdotta già a scuola, anche per favorirne una migliore ricezione da parte di coloro che se la ritrovano come insegnamento obbligatorio, laddove alle scuole superiori hanno avuto un’infarinatura più o meno approfondita di qualche altra disciplina”, sottolinea il prof. Manco e aggiunge: “sono studenti che si trovano davanti a una terminologia nuova. Alcuni ragazzi scoprono, ad esempio, per la prima volta che la lingua ha un’evoluzione diacronica”.
Lontana dal bagaglio scolastico di molti studenti, la Linguistica si presenta come una materia del tutto nuova: “se non si provasse questo senso di spaesamento, che dovrebbe essere condiviso da tutti gli studenti al loro impatto con l’Università, forse varrebbe la pena continuare gli studi in un ‘superliceo’. Non è un incubo, dunque, ma se mai una sfida a confrontarsi con una materia e un metodo nuovi”, dicono i docenti.
Stimolare una riflessione
sulla lingua
Una materia fondante nel corredo dello studente di lingue e letterature straniere, il quale “deve far fronte a nozioni astratte per capire il funzionamento della Linguistica”, afferma il prof. Manco e aggiunge: “va bene un manuale, purché sia un buon manuale che invita al ragionamento. Anche il libro non deve limitarsi ad un impianto descrittivo, rinunciando a qualsiasi spiegazione e riducendo lo studente a qualcuno che non deve capire, ma deve imparare a memoria”. Sulla stessa lunghezza d’onda, le parole degli altri docenti: “la funzione di questo insegnamento deve quindi essere riconosciuta anche nella sua capacità di aprire la mente ed accompagnare ogni studente dei primi anni nell’incontro con un modo di insegnare, e di studiare, diverso da quello incontrato fino ad allora”.
Fondamentale ai fini del superamento dell’esame è creare un rapporto con il docente: “per quel che riguarda l’esame, che in molti Corsi di studio si svolge in forma scritta, su un test che comporta numerose domande a risposta aperta, l’unico consiglio è quello di studiare il programma svolto, chiedendo al proprio docente informazioni sui contenuti dell’esame e sulle nozioni che non sono risultate chiare, fra quelle presentate a lezione o incontrate nei libri. Per questo non mancano certamente i luoghi specificamente dedicati: in particolare, le ore di ricevimento”, proseguono i docenti. “Bisogna approfittare della disponibilità del docente per chiedere spiegazioni e chiarire dubbi legittimi. Se il docente perde di vista lo studente, danneggia se stesso e l’istituzione di cui fa parte. Egli deve fare il possibile per rendere fruibile il ragionamento con gli esempi e andare incontro alle difficoltà oggettive degli studenti per guidarli nella comprensione”, ribadisce il prof. Manco. Non a caso, la grande affluenza degli studenti comprova l’utilità del corso: “l’esame in forma scritta tiene conto della dignità di tutti, frequentanti o meno, anche se danneggia la relazione con lo studente, perché non lo si guarda in faccia. Lo studente deve leggere i testi di Linguistica e capire che è una disciplina che richiede pazienza”, conclude il prof. Manco.
Sabrina Sabatino
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