Lo studente di Architettura “è come chi fa teatro, finisce per vivere in funzione della sua passione”

Cinque Corsi di Laurea, tutti con accesso a numero programmato, caratterizzano l’offerta formativa della Facoltà di Architettura della Federico II: Scienze dell’Architettura (triennale); Edilizia, che ha sede a Cava dei Tirreni (triennale); Urbanistica e pianificazione (triennale); Arredamento e design (triennale); Architettura (quinquennale). Scienze dell’Architettura offre a chi voglia proseguire con la specialistica due corsi di laurea magistrale: Progettazione architettonica; Restauro. Alla triennale in Edilizia corrisponde una specialistica in Gestione del ciclo edilizio. Arredamento e design triennale prosegue con la omonima laurea biennale. 
Sono, si diceva, tutti corsi a numero programmato. La prova di ammissione si svolge il 4 settembre ed è unica. Consta di 80 quesiti a risposta multipla su vari argomenti: Logica e cultura generale (33 domande); Storia (18); Disegno e rappresentazione (18); Matematica e Fisica (11). Per lo svolgimento della prova i candidati hanno a disposizione due ore e 15 minuti. 
Il bando di concorso per il prossimo anno accademico sarà licenziato nei prossimi giorni. Il Preside della Facoltà, prof. Benedetto Gravagnuolo, anticipa che non ci saranno novità, rispetto a 12 mesi fa: “Sono in palio 250 posti per Architettura ed altrettanti per Scienze dell’architettura. Per ciascuno degli altri Corsi di Laurea dovrebbe essere disponibile una cinquantina di posti”. Al momento di iscriversi alla prova, lo studente indica, in ordine decrescente, le sue priorità. In base ai risultati della prova sono stilate cinque diverse graduatorie. Migliore è il risultato conseguito al test, maggiori sono naturalmente le opportunità dello studente di iscriversi al primo corso di laurea scelto.
“Devo però dire – riferisce il Preside- che tra scorrimenti vari di graduatoria, ogni anno è davvero minimo il numero degli studenti che restano fuori dalla facoltà. Magari uno sceglie come prima opzione Architettura quinquennale e poi finisce a Design o a Edilizia, ma comunque si immatricola alla facoltà”. 
La caratteristica che non deve mancare allo studente di Architettura, secondo il prof. Gravagnuolo: “Lo spirito critico. Quello che offre la facoltà è un tipo di insegnamento non nozionistico, che spazia tra aree disciplinari diversificate. Penso alle discipline scientifiche, matematiche, alla progettazione, agli insegnamenti storici ed umanistici, alle materie sociologiche ed economiche. L’allievo deve avere una predisposizione di tipo culturale all’ideazione ed all’invenzione. Poi è indispensabile anche possedere grande volontà di impegno. Nei primi due o tre anni soprattutto, Architettura è una facoltà che va fatta a tempo pieno. Lezioni e laboratori prevedono ormai una frequenza obbligatoria, non si può studiare standosene a casa. In fondo chi si iscrive ad Architettura è come chi fa teatro, finisce per vivere in funzione della sua passione. Può essere pesante, se non c’è una forte motivazione e non ci si diverte a studiare l’Architettura, ma può essere anche molto piacevole, anche perché si lavora insieme, si progetta, ci si confronta”. 
Le materie più ostiche del primo anno? “Continuano ad essere quelle di tipo matematico, forse perché molte ragazze e molti ragazzi arrivano con una formazione tutt’altro che impeccabile. Io invece ricordo di avere imparato ad amare la matematica, pur non avendola approfondita al liceo classico, grazie ad uno straordinario docente che incontrai al mio primo anno di università”. 
Le lezioni inizieranno il 9 ottobre, per le matricole. I corsi sono semestrali. “Un aspetto importante, quest’ultimo, perché richiede un approccio particolare, da parte degli studenti”, dice Gravagnuolo. “Il semestre ha ritmi piuttosto compressi. Bisogna studiare dall’inizio, giorno per giorno, senza perdere tempo. Seguire la lezione, disegnare, ripassare, studiare a casa e di nuovo così, il giorno seguente. Chi entra in questo ritmo riesce a preparare gli esami di fine semestre, che iniziano a gennaio od a febbraio, poco alla volta. Chi non parte col piede giusto ed accumula ritardo poi si trova sempre di più in difficoltà”. 
Tra le novità didattiche del prossimo anno accademico, ma non riguarda specificamente le matricole, l’attivazione di un nuovo master, destinato ai laureati quinquennali: Progettazione di eccellenza per le città storiche. “Insegneranno docenti napoletani come Fabrizio Spirito, Claudio Claudi, Pasquale Belfiore, Renato de Fusco, ma pure colleghi della Seconda Università e docenti di atenei stranieri. Anche gli studenti – 25 il numero massimo degli ammessi – saranno di varie università e di diversi paesi, compresi due della Cina. Insomma, una bella iniziativa, attraverso la quale puntiamo ad offrire alla città di Napoli un contributo di idee, di professionalità, di competenze di assoluta rilevanza internazionale”.
Il nuovo anno accademico inizia con alcuni problemi irrisolti, dal punto di vista strutturale. In particolare, Architettura continua a non avere un’aula magna e una sala plotter e computer utilizzabile dagli studenti. “Due notevoli handicap – ammette Gravagnuolo- ma confido che si possa risolvere entrambi nei primi mesi del prossimo anno accademico. Così come mi auguro che Architettura riesca ad ottenere nuovi spazi sia nell’ex Ospedale Militare, sia nell’ex Albergo dei Poveri, non appena saranno ultimati i lavori di ristrutturazione e di riqualificazione”.   
Fabrizio Geremicca
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