Luigi Bizzarri e la storia in Tv

“E’ importante comprendere quale rapporto esista tra storia e dato affettivo del racconto, tra cultura ed intrattenimento e tra la figura dello storico cattedratico e quella del divulgatore storico”, spiega Luigi Bizzari, dirigente responsabile del Nucleo Produttivo Storia di Rai Tre e curatore di tanti programmi, tra cui La Grande Storia,  nell’aprire il seminario “La Storia in Tv: tra documento e narrazione” che si è svolto il 2 dicembre, nell’ambito di SunCreaCultura presso il Polo Scientifico di Caserta.
Quattro le trasmissioni tv di cui l’autore ha svelato i segreti di realizzazione ad un pubblico di docenti, Presidi (Rosanna Cioffi, Lettere; Alida Labella, Psicologia; Vincenzo Pedone, Scienze Ambientali; Augusto Parente, Scienze; oltre al Prorettore Vicario Mario De Rosa) e studenti condotti per mano in un viaggio attraverso la coscienza e l’emozione. “La Grande Storia ha le caratteristiche di un vero e proprio documentario, c’è un testo che descrive gli avvenimenti corredato da immagini di repertorio e sottofondo musicale; ‘Correva L’Anno’ è, invece, un programma di approfondimento. ‘Enigma’ racconta i misteri, gli scandali ed i retroscena che fanno da compagine ai grandi avvenimenti storici, mentre ‘Il Mio Novecento’ si basa soprattutto sui personaggi la cui storia personale si è intrecciata con i grandi eventi”. Brevi frammenti video dei quattro programmi hanno reso evidenti agli occhi dei presenti le effettive diverse modalità di narrazione televisiva, con ritorni emotivi più o meno forti. Particolarmente toccante il filmato sulla  testimonianza del rabbino Elio Toaff sulla strage di Sant’Anna di Stazzema del 12 agosto 1944. “La storia non è solo cifre, dati, ma anche affettività, sentimento; non tocca solo la coscienza ma anche il cuore”, dice Bizzarri per cui “il segreto del successo di trasmissioni del genere sta proprio nel mix tra coscienza ed affabulazione”; così il prof. Paolo De Marco, docente di Storia e Cinema alla Facoltà di Scienze del Turismo: “Il documentario tv deve essere per metà cultura e per metà intrattenimento in modo da favorire una fruizione collettiva e la trasmissione degli avvenimenti storici”.
Oggi, però, confessa Bizzarri, fare storia in tv è una vera e propria sfida: “Il più grande rischio che si sta correndo è quello della globalizzazione dei format. Si stanno importando dagli USA i cosiddetti format misti, a metà tra reale e virtuale, dove non si riesce più a distinguere cosa è storia e cosa è finzione: stiamo andando verso una deriva di qualità medio-bassa in cui la ricerca storica rischia di perdere l’importanza che merita”. E’ fuor di dubbio, però, che quello di Bizzarri e collaboratori rimane, a dispetto della corsa al risparmio dei produttori tv stranieri, un lavoro di ottima qualità. “Le trasmissioni di Rai3  rappresentano un valido esempio di come raccontare la storia, soprattutto ai più giovani”, sostiene De Marco, mentre per la Preside Labella “il contributo di Bizzarri mi sembra di grande stimolo; in una realtà, oggi più che mai frammentaria, dobbiamo riproporci per ritrovare le radici ed il senso di appartenenza”. Per la Preside Cioffi incontri del genere rappresentano “un’esperienza interfacoltà molto interessante a tutto beneficio degli studenti, in particolar modo di coloro che vogliono formarsi come professionisti del settore” e a tal proposito annuncia: “l’attivazione di un laboratorio didattico di formazione per la realizzazione di documentari tv”.
Barbara Leone
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