Marrelli: “Lascio e non mi do alla politica”

“Lascio nel 2014 e non mi do alla politica”. Massimo Marrelli, il Rettore dell’Ateneo Federico II, conferma ad Ateneapoli che non intende avvalersi della possibile proroga di due anni del mandato, prevista dalla legge Gelmini. Al compimento dei 70 anni, età della pensione, va via. Non per candidarsi e dedicarsi ad incarichi di carattere politico, come periodicamente si sente dire. Marrelli non vede per sé uno scenario analogo a quello del suo predecessore Guido Trombetti, che, esaurita nel 2010 l’esperienza ai vertici dell’università federiciana, è entrato da assessore nella Giunta regionale di Stefano Caldoro. “Proprio io”, sottolinea il professore Marrelli, “ho fortemente caldeggiato l’adozione, da parte dell’Ateneo, di un codice etico in virtù del quale si prevede che, per cinque anni dopo la cessazione di un incarico in Ateneo, non ci si possa candidare in politica. Vero, sto per andare in pensione, ma credo che debba comunque dare l’esempio. Insomma, non sono interessato ad una seconda vita in politica”. Il Rettore lascerà ufficialmente il 31 ottobre 2014. Da aprile dell’anno prossimo, dunque, potranno essere convocate le elezioni per individuare il successore, da parte del Decano. Lo Statuto dell’Università Federico II prevede, infatti, che il più anziano tra i docenti indica i comizi elettorali non prima di sei mesi dalla fine del mandato del Rettore uscente. Dopo la convocazione delle elezioni, sulla base delle modalità individuate dal Regolamento di Ateneo, potranno essere avanzate le candidature da parte degli aspiranti rettori. Insomma, si sta per aprire la stagione della campagna elettorale. Nel frattempo, il Rettore in carica, che fu eletto a giugno 2010, fa il punto su ciò che gli piacerebbe si riuscisse a realizzare nello scorcio di mandato che gli rimane.
Fondi sociali 
europei per le 
Università del Sud
“In primo luogo”, dice, “bisogna completare la struttura organizzativa dell’Ateneo, con l’attivazione delle Scuole e con la riorganizzazione dei Centri di Ateneo”. Prosegue: “Il Piano Triennale di Ateneo è fondamentale per la programmazione. Serve ad evidenziare i punti di eccellenza (incentivandoli) e le debolezze (alzando la media di chi non è efficiente). Su questo il lavoro è molto avanti. Abbiamo svolto un’attenta analisi dei Dipartimenti. Operazione peraltro non semplice, alla luce della limitatezza delle risorse a disposizione”. 
Altra questione da portare a compimento: il piano di reclutamento. Dice Marrelli: “è avviato sia per i docenti, sia per il personale tecnico amministrativo. Io ritengo che sia una operazione cruciale per il futuro dell’ateneo, alla luce dei numerosissimi pensionamenti degli ultimi anni”. I regolamenti – “da snellire per semplificare il più possibile l’attività dei Dipartimenti” – ed il sistema di valutazione interno dell’ateneo, che sarà approvato entro dicembre, sono altri due punti qualificanti dell’ultima parte del mandato del Rettore in carica. “Sono tutte iniziative bene avviate”, sottolinea. 
Resta, dice, la battaglia politica per provare a modificare il modello in base al quale, attualmente, il Ministero dell’Università assegna le risorse ai vari Atenei italiani, premiandone alcuni e penalizzandone altri. Tra i quali, sempre più spesso, l’Ateneo Federico II. Sostiene il docente: “Le differenze nelle condizioni reddituali tra le famiglie del Nord e del centro Italia e quelle del Meridione determinano, ovviamente, uno squilibrio nella contribuzione che proviene dalle tasse studentesche. In Campania, la media per studente universitario è di 780 euro. In Lombardia 1500 euro. Una soluzione potrebbe essere che il Ministero utilizzi i fondi sociali messi a disposizione dall’Europa per riequilibrare, almeno in parte, il deficit degli Atenei meridionali rispetto a quelli di altre realtà del Paese. Non chiederò mai che si decurti a Milano una quota del Fondo di Finanziamento Ordinario per destinarla a Napoli. Credo, però, che un qualche rimedio vada escogitato e potrebbe, appunto, essere l’utilizzo dei Fondi sociali che ci dà l’Europa”. Il futuro della più grande Università del Mezzogiorno, per come lo vede il Rettore, passa inoltre per la promozione di corsi di eccellenza. “Dobbiamo assicurare a tutti i nostri studenti una qualità accettabile”, dice, “ma dobbiamo anche ipotizzare percorsi paralleli, particolarmente qualificanti. Percorsi di eccellenza”. 
No all’accorpamento 
delle due Medicine
È un Ateneo, quello che si accinge alla nuova campagna elettorale per il rettorato, in cui sono in corso alcuni importanti processi di trasformazione. Si attende, per esempio, la realizzazione dell’insediamento all’interno della ex Cirio di varie strutture. I locali saranno trasformati attingendo ad un finanziamento regionale. “In quell’area”, dice Marrelli, “andranno Ingegneria, Giurisprudenza, Scienze ed il settore bio di Medicina”. Riguardo al trasferimento di Medicina a Scampia, aggiunge: “Non conviene la ristrutturazione della sede attuale, lo dimostra un’analisi dei costi effettuata. Sarebbe molto più efficiente una nuova costruzione. Si potrebbe anche ampliare la struttura che esiste già per le Scienze infermieristiche”. 
Pollice verso, infine, all’ipotesi di un accorpamento in una unica struttura dei due Policlinici, quello della Federico II e della Sun. Sostiene il Rettore: “Si tratterebbe di mettere insieme due Scuole universitarie di Medicina. Non accade in nessuna parte del mondo”.
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