Masserie: bene da tutelare

“Le masserie circumvesuviane. Tradizione ed innovazione nell’Architettura rurale” è il volume pubblicato dal prof. Michele Cennamo, edito da Fiorentino & New Technology. Un progetto, alle spalle di questo libro, che ha avuto inizio più di vent’anni fa  e che è, poi, divenuto collettivo con gli esponenti delle istituzioni e interventi di parlamentari. E’ un lavoro che passa in rassegna ventitré comuni dell’area a nord del Vesuvio in cui insistono trecento masserie, pezzi di civiltà contadina di gran valore storico, architettonico e ambientale.
Dopo una prima presentazione del libro alla Facoltà di Architettura, il prof. Cennamo ha voluto replicare nel suo paese natale: Mariglianella. Hanno partecipato all’incontro del 10 marzo, moderato dal direttore di Ateneapoli Paolo Iannotti,  nella sala consiliare del Comune: gli onorevoli Aldo Cennamo e Paolo Russo, firmatari di iniziative legislative nazionali e di settore; i professori Leopoldo Esposito e Vincenzo Meo della Facoltà di Architettura; il dott. Giovanni Russo, sindaco di Mariglianella oltre a Sindaci e consiglieri comunali di paesi limitrofi (Marigliano, Somma Vesuviana, Scisciano). “Sono colpito dal tema trattato nel libro – ha detto il sindaco di Mariglianella – perché ci sono pezzi di storia e tradizione contadina esplicati in modo molto comprensibile. Non posso fare a meno di leggere un messaggio politico: fotografiamo queste masserie, ma ristrutturiamole anche!.”. L’on.Paolo Russo aggiunge: “è necessario costruire un percorso di valorizzazione a carattere imprenditoriale”.
Quattrocento pagine che sottolineano anche il degrado in cui versano molte masserie. “Molto del patrimonio di cui discutiamo è stato distrutto dall’uomo– interviene il prof. Meo – Dunque, i politici di oggi devono vigilare perché il territorio non è un bene riproducibile, occorre un progetto globale di sviluppo che garantisca i valori di vivibilità all’uomo. E questo è lavoro della politica”. Secondo l’on. Aldo Cennamo: “l’imprenditoria locale deve poter fare un salto di qualità. Occorre, poi, un’intesa armonica tra le amministrazioni locali affinché chiedano che una quota delle risorse europee possa essere destinata alla salvaguardia e alla tutela di questo patrimonio ”. Le conclusioni sono affidate all’autore del libro che spiega gli scopi del lavoro. “Il primo obiettivo raggiunto – dice Cennamo – è aver trasformato i politici in tecnici. Il secondo scopo sta nell’urgenza di un dibattito architettonico che si sposti dalla dimensione urbana a quella rurale. Si tratta di rapportare i concetti di ‘centro storico’ e ‘ruralità’ e capire che l’uno non può vivere senza l’altro”.
Maddalena Esposito
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