Medicina Veterinaria: work in progress

“Uno degli obiettivi del percorso universitario è quello di aiutare e guidare gli studenti nella scelta del proprio sbocco lavorativo, nonché di mettere a loro disposizione tutti gli strumenti necessari per la crescita della propria figura professionale. Questa problematica riveste un ruolo importante per gli studenti iscritti alla Facoltà di Medicina Veterinaria, che, tra l’altro, ha come obiettivo fondamentale il rispetto della vita di tutti gli esseri viventi. Come per altre Facoltà scientifiche di carattere medico, nell’iter formativo di uno studente di Veterinaria il percorso di studio non può prescindere da una formazione di carattere pratico quale la possibilità di ricoverare pazienti in strutture ospedaliere idonee. 
Questi sono i principi su cui si sta sviluppando il nuovo modello didattico della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Ateneo Federico II, una Facoltà che vanta oltre 200 anni di storia (215 per la precisione), terza, quarta secondo altri, per data di nascita in Italia. 
Il nostro percorso di studi è attualmente sottoposto a certificazione da parte della European Association of Establishments for Veterinary Education (EAEVE) che ha come obiettivo quello di uniformare la didattica e l’offerta formativa di tutte le Facoltà di Medicina Veterinaria d’Europa. La Commissione EAEVE farà visita alla nostra Facoltà nell’aprile 2013 e per quella data dovremo essere in grado di dimostrare che il nostro percorso di studi soddisfi tutti i requisiti richiesti. La posta in gioco è molto alta in quanto le politiche universitarie a livello nazionale penalizzerebbero il nostro Ateneo (il mancato conseguimento dell’approvazione equivarrà all’impossibilità di iscrivere nuovi studenti) se tali requisiti non fossero ritenuti soddisfacenti, con conseguenze disastrose per la Veterinaria del centro-sud Italia e per l’offerta culturale della nostra Università. 
In questo senso il nuovo modello di didattica proposto tiene finalmente in considerazione la possibilità di operare, in modo pratico e diretto, su grossi animali quali bovini e cavalli nonostante la Facoltà sia ubicata in pieno centro in strutture vetuste e non adatte ad accogliere al meglio i grossi animali. 
Attualmente l’attività pratica su tali specie è principalmente svolta attraverso le visite sul territorio, utili soprattutto per avere un riscontro con quella che è la vita aziendale di un allevamento e/o di una scuderia, ma che non danno la possibilità di seguire un animale per più giorni, in modo da poter valutare direttamente la risposta clinica ad un’eventuale terapia intrapresa oppure di impiegare le strumentazioni cliniche attualmente disponibili solo in Facoltà. E’ necessario attendere l’ultimo semestre del V anno per poter seguire direttamente casi clinici in strutture al di fuori della Facoltà grazie ai rapporti che si stanno intensificando con i liberi professionisti.
Tuttavia, negli ultimi tempi, abbiamo finalmente potuto ospitare tali specie anche nella sede di Via Delpino, pregna di storia e di cultura (opera del Fanzago e affreschi di Belisario Corenzio), per certi versi bellissima, ma inadatta a una moderna medicina veterinaria.
Nel corso del mese di novembre, grazie all’impegno e alla volontà dei nostri docenti e dei dottorandi del Dipartimento Clinico, siamo riusciti a rendere i due box della scuderia della Facoltà un luogo accogliente per tre vitellini che sono giunti a Napoli grazie ai mezzi di trasporto messi a disposizione da alcuni di noi.
I vitellini (1 con problemi respiratori, 1 con problemi intestinali e 1 operato per artogrifosi) in degenza sono stati accuditi dagli studenti del III e IV anno sia di giorno sia di notte, “novità” che è stata accolta con grande entusiasmo. La presenza di animali a pochi passi dalle aule, infatti, ha offerto la possibilità a tutti noi di rapportarsi con situazioni che eravamo abituati a vedere solo in azienda, percorrendo diversi chilometri in pullman, ma soprattutto ha permesso di avere un rapido confronto tra didattica frontale e pratica clinica consentendo, quindi, di sciogliere quei dubbi e chiarire quei concetti altrimenti difficilmente comprensibili. In altri termini, avere pazienti ospedalizzati ha consentito di verificare il decorso clinico e l’efficacia dei trattamenti terapeutici effettuati. Tale esperienza è stata per noi importantissima perché ci sentiremo più preparati quando avremo di fronte vitelli di elevata genealogia che rappresentano per l’imprenditore il futuro della sua attività.
Oltre all’interesse scientifico e clinico, abbiamo scoperto che l’affetto che di solito riversiamo sugli animali da compagnia non è assolutamente diverso da quello che può scaturire da animali produttori di alimenti. I vitelli sono diventati delle vere e proprie mascotte, ognuna con il proprio nome ed il proprio album fotografico su cui è stato registrato giornalmente il decorso clinico per oltre sette giorni. L’esperienza è stata entusiasmante e soprattutto molto formativa e si è conclusa con un seminario didattico tenuto dai Dottorandi Clinici e da alcuni studenti che hanno illustrato a tutto il corpo docente e al Preside quanto fatto nei giorni precedenti.
Queste occasioni dovrebbero diventare sempre più frequenti e consolidarsi nel tempo, in attesa di migliorare le condizioni di ricovero dei grossi animali nelle strutture della nuova Facoltà previste al Frullone. Siamo certi che l’Ateneo Federiciano si impegnerà ancora di più nel percorrere questa strada e nel fornire anche tutte le strumentazioni didattiche attualmente solo promesse ma non ancora realmente disponibili. Il tutto è finalizzato a non far appassire una risorsa dell’Ateneo non solo storica ma anche culturale. Se dovesse verificarsi la chiusura della nostra Facoltà sarebbe una sconfitta per tutti: Ateneo, città di Napoli e Mezzogiorno d’Italia.
Questo tipo di esperienze costituisce un punto nevralgico per la valutazione da parte della Commissione europea EAEVE, in una nuova concezione didattica non confinata all’Italia ma aperta ad una mentalità europea, che rappresenta il futuro sia della ricerca sia di un nuovo approccio professionale sia dell’aspettativa di molti degli studenti di Medicina Veterinaria.
Proprio per questi motivi, sempre di più, sentiamo l’esigenza di dover sensibilizzare chi avverte questa problematica, in quanto la nostra Facoltà da sola non può conseguire questi obiettivi e ha bisogno dell’impegno attivo e del coinvolgimento di tutte le Istituzioni. Ad oggi noi studenti aspettiamo un nuovo vitellino o magari un puledro come qualsiasi altro animale da sottoporre alle nostre cure per dar modo alla passione che abbiamo dentro di riversarsi su ciò che rappresenterà la nostra futura attività.
E’ fondamentale il trasferimento di tutte le attività cliniche in strutture nuove e adatte ad accogliere i nostri pazienti in condizioni ottimali e rispettose del benessere animale. 
Ricordiamo che in una recente visita il vicepresidente dell’EAEVE prof. Ana Bravo si è così espressa nei riguardi del Frullone:
In Frullone, some 10 Km far away from Naples, I had the opportunity to visit the POV were many professors and PhD students from the Faculty work for the training of veterinary undergraduates even when they are not completely integrated as POV staff. POV is managed by a body known as the “Regional Reference Centre for Urban Veterinary Hygiene” which results from the integration of the Veterinary Faculty, the Local Sanitary Services in Public Health of the Campania region (ASL 1) and the Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno. This integration, unique in Europe, is an excellent initiative that compromise University and Administration in the common goal of guaranteeing Public Health and animal health and welfare in one of the most effective ways I’ve ever seen. I’m sure this initiative will serve as a model for other Italian and European regions in a near future.
In altri termini, ha messo in luce che la collaborazione intrapresa è un modello, unico in Europa, da imitare.
A fronte di questi sforzi dobbiamo registrare che le pratiche inerenti le cliniche mobili e lo strumentario annesso giacciono ancora in qualche cassetto del Polo delle Scienze e Tecnologie per la vita.
Nel frattempo dobbiamo sperare ancora che uno strumento indispensabile come la clinica mobile debba essere ancora un sogno e ci allontanerà sempre più dagli standard della Comunità Europea”.
I rappresentanti degli studenti
Francesca Cavazzino 
Commissione Didattica
Emanuele D’anza 
 Consiglio di Facoltà
Gaia Venturini 
Consiglio di Corso di Laurea
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