Mediterraneo? Gode buona salute

Sullo scorso numero di Ateneapoli ci siamo occupati del Corso di Laurea dei Paesi del Mediterraneo, riportando delle considerazioni fortemente polemiche dei professori Marina Giaveri e Gabriella Moscati Steindler, oltre che di una neolaureata che aveva sollevato la questione dichiarandosi “disorientata” a fine corso di studi. Non siamo invece riusciti ad ottenere, anche per questioni di tempo, una risposta istituzionale.
Con la laureata Anita Magno, concordano altri quattro laureati e laureate, che, nei giorni successivi la pubblicazione del giornale, ci hanno fatto pervenire loro comunicazioni. Si sono tutti iscritti cinque anni fa, quando Presidente del Corso di Laurea era il prof. Luigi De Matteo. Si tratta di Maria Rosaria Marrocco (laureatasi il 20 febbraio con voto 108, con il prof. Naldi),  Domenico Perrotta (relatore il prof. Nomdedeu), Berardino Izzo (relatore la prof. Viganoni), Roberta Pica (laureanda). 
Dichiarano che la loro "non è una protesta, ma un rendiconto di fine ciclo di studi". Segnalano che dei 64 iscritti di quattro anni fa solo tre hanno optato per la specialistica del Mediterraneo. Gli altri hanno lasciato l'ateneo, "per Milano o Palermo, oppure per altre facoltà".
Abbiamo chiesto alle sedi istituzionali una risposta che ufficialmente non è pervenuta, anche se informalmente ci è stato detto che molti laureati e laureandi sono piuttosto soddisfatti sia del percorso di studi, sia delle relazioni instaurate a fine percorso. Dal prof. Francesco De Sio Lazzari, Presidente del Corso di Laurea, invece, solo una lapidaria dichiarazione: “desidero evitare ulteriori spiacevoli e pretestuose polemiche”. 
Altri pareri, informalmente (perché la linea è di spegnere le polemiche), li abbiamo raccolti fra i docenti del corso di laurea. In sintesi i loro pareri: il prof. De Sio Lazzari è un gran lavoratore, che si dà anima e corpo al Corso di Laurea ed è sempre disponibile al confronto con gli studenti – come possono testimoniare in tanti – dunque non si capisce il motivo di questo attacco, con delle imprecisioni anche piuttosto evidenti; tra l’altro da una laureata a pieni voti. Una critica che diventa un severo attacco al Corso di Laurea. Lo scenario, alla nascita del Corso, è quello delle difficoltà economiche legate alla riforma universitaria e delle limitazioni ed imposizioni da essa imposte e degli ancora ignoti sbocchi occupazionali che il Ministero ancora non fissa. Abbiamo tante specialità e tanti indirizzi specialistici (tra le facoltà di Lettere e Studi Arabo-Islamici) legati al Mediterraneo, la laurea triennale non chiude il processo formativo dell’area disciplinare. L’ateneo, dal rettorato Agrimi in poi, ha molto creduto in questo indirizzo di studi e continuerà a farlo. Le divergenze fra docenti possono esserci, è normale, ma vanno ricondotte nelle sedi istituzionali. La posizione della professoressa Giaveri era del tutto marginale all’interno del Corso di Laurea – al punto che ha scelto di andare a Lingue e Letterature Comparate – e comunque la critica andava fatta in altra sede e in pubblico contraddittorio. Il Corso di Laurea del Mediterraneo ormai gestisce 1.000 studenti e gode di buona salute.
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