Mente aperta e voglia di fare per candidarsi al Clab

Contaminazione dei saperi, interdisciplinarietà e intergenerazionalità, didattica innovativa e gaming. Il Contamination Lab UniParthenope, giunto alla sua terza edizione, è un percorso di accompagnamento e formazione alla cultura dell’impresa e dell’imprenditorialità destinato a studenti, “il cui timing previsto sarà novembre 2020 – marzo 2021. Durante questo periodo, in remoto, è prevista una formazione extra curriculare con l’obiettivo di sviluppare un’idea imprenditoriale, un’idea per una start up innovativa, le cui tematiche rientrino negli ambiti Blue Economy e Circular Economy”, spiega il Prorettore per la Didattica prof. Antonio Garofalo, CLab Chief. Il bando si è aperto da poco, possono candidarsi, con in tasca una buona idea di partenza, studenti universitari di primo e secondo livello, iscritti ad un Master, ad un Corso di Dottorato, ad una Scuola di Specializzazione e studenti al quarto e quinto anno della scuola superiore. “Il totale complessivo di posti è cinquanta e nelle passate edizioni abbiamo ricevuto un numero di richieste che superava il centinaio. I ragazzi vengono divisi in gruppi misti da quattro o cinque; mettere insieme persone provenienti da ambiti disciplinari diversi e da differenti livelli di istruzione è molto produttivo e per loro è un’occasione di crescita”. Con questo progetto, promosso dal Dipartimento di Studi Economici e Giuridici, la Parthenope ha vinto un bando ministeriale due anni fa “e siamo stati l’unica università campana per quella annualità. Il CLab prevede una prima parte di didattica innovativa, molto presente e apprezzato è lo strumento del gaming, in cui i ragazzi imparano a valutare l’idea, capire se è buona, come valorizzarla e implementarla”. Successivamente “ci si confronta con i partner, aziende che hanno consolidata esperienza nel settore di riferimento. La particolarità di questo momento è che il partenariato si costruisce insieme ai ragazzi, a seconda delle tematiche che loro ci propongono”. Il CLab viene promosso tanto in Ateneo quanto all’esterno: “ho richieste di informazione, ad esempio, da studenti di Architettura e di Design dell’Università Vanvitelli così come, in passato, abbiamo avuto studenti di Giurisprudenza della Federico II. Una quota significativa, in genere, arriva dall’area economica, ma c’è una buona partecipazione anche di studenti di Ingegneria, di Scienze e Tecnologie. Ribadisco, la fonte di una buona idea sta proprio nella multi e nell’interdisciplinarietà”. Nell’ambito del CLab, a seconda delle idee portate dai partecipanti, si sviluppano anche tante opportunità di incontro. “Nelle scorse edizioni, ad esempio, abbiamo avuto momenti di confronto con esponenti di Invitalia o con gli allora Commissari europei Phil Hogan, per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, e Vella, per l’ambiente. Il primo anno, invece, furono premiati dal Presidente Fico che fu molto colpito dal livello raggiunto da ragazzi alle loro prime esperienze d’impresa”. Partecipanti degli anni scorsi si sono anche lanciati in altre competizioni: “Alla Partita del Futuro, allo Stadio San Paolo, hanno preso parte e vinto due gruppi della prima edizione, poi c’è stata la Fishery Hackathon con il FLAG di Pozzuoli. I nostri ragazzi sono in grado di competere anche all’esterno e le opportunità sono davvero tante. E, inoltre, ci sono anche momenti di confronto e competizione con gli altri CLab universitari in Italia”. Per entrare nel CLab, insomma, ci vogliono una mente aperta e tanta voglia di fare, “poi li aiutiamo noi a costruire e sviluppare le loro competenze, in particolare li guidiamo ad affinare la capacità di auto-va- lutare un’idea, insegniamo loro a fare ricerche di mercato per capire quale sia lo stato dell’arte per quella idea a livello nazionale come internazionale, a reperire dati e informazioni, stendere un progetto di lancio, calcolare un budget”. Negli scorsi anni, “sono venute fuori delle belle idee, alcune delle quali stiamo ancora seguendo affinché possano trovare dei finanziamenti ulteriori”. Non resta, quindi, che mettersi in gioco: “Voglio sottolineare, inoltre, che le nostre attività non confliggono minimamente con il principale impegno dei ragazzi, che è quello dello studio. Si possono svolgere nei momenti liberi, nel fine settimana e, nel periodo degli esami, si rallenta. Lo studente è sempre al centro di tutto”.

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