Motivazione e flessibilità mentale per iscriversi ad Economia

“Il 6 ottobre sono iniziate le lezioni. Fatevi una passeggiata a Monte Sant’Angelo ed assistete ad una lezione di Economia, ad una di Diritto, ad una di Statistica e ad una di Storia. Se volete, potete venire con la scuola, purché non facciate chiasso. Capirete di cosa si tratta”. Il preside di Economia della Federico II Massimo Marrelli coglie l’occasione di Orientarsi 2000 per invitare gli studenti dell’ultimo anno delle superiori in facoltà. Non è una novità, perché già alcuni mesi fa centinaia di studenti gironzolarono per Monte Sant’Angelo, guidati dagli studenti di Porta e del SIS, per iniziare a prendere contatto con una realtà così diversa dalla loro. Questa volta, però, il Preside li invita a prendere posto direttamente in aula. “Siamo una facoltà complessa – spiega- con tanti filoni di studio: storico giuridico, aziendale, matematico statistico, economico. Abbiamo due corsi di laurea: Economia e Commercio, Economia aziendale. Gli iscritti sono 12.000, gli immatricolati circa 1.200 all’anno. Vi offriamo la possibilità di acquisire solide conoscenze di base, che poi sono quelle che occorrono. Chi ha ottime basi di contabilità il SAP, quando gli occorrerà, lo imparerà nell’arco di una giornata”. Si sofferma sui servizi. “Cominciamo dall’orientamento. In facoltà abbiamo il Servizio Informazioni Studenti, gestito da iscritti alla facoltà assunti con contratto part time a tempo determinato dall’Università e lo sportello Porta, dove invece trovate i neolaureati. Funzionano molto bene. Facciamo anche corsi zero, nelle discipline di base, per esempio la Matematica, presso alcune scuole. Mandiamo circa la metà dei nostri laureati (sono 1.200) a fare stage formativi presso le imprese. Il 70%, poi, è assunto”. Non sono tutte rose e fiori, peraltro, ed il Preside lo confessa agli studenti. “Abbiamo ancora problemi da risolvere. Per esempio la mensa, che fa schifo”. Lo interrompe il professor Vincenzo Pace, docente ad Economia del Navale: “dice così perché è buongustaio”. Riprende Marrelli: “no, diciamo che non ne abbiamo una nostra e che i tre punti ristoro in facoltà non sono nulla di eccezionale. Poi va rilanciato il tutorato con i docenti. Ogni iscritto ne ha uno, al quale dovrebbe rivolgersi per consigli. Purtroppo lo fanno in pochi e c’è anche qualche studente che non sa neanche chi sia il suo tutore. Forse dipende dal fatto che, errando, continuate a pensare che il docente universitario sia il barone di una volta”. Ateneapoli gli rivolge due domande: perché si laurea solo uno studente su tre e perché, in media, non prima di otto anni? Il preside raccoglie la sfida: “la moda è di sette anni e due mesi, un po’ più bassa della media, ma comunque eccessiva. Non va. Abbiamo cercato di incentivare gli iscritti a far presto attraverso un premio, nel punteggio di laurea, a chi ci mette meno tempo. Non va. Forse dipende anche dall’ordinamento attuale: 28 esami in quattro anni significa che chi vuole laurearsi in corso deve darne sette l’anno, più la tesi. Ecco perché spero nella riforma che entrerà in vigore l’anno prossimo”.
Pace, “abbiamo
anticipato la
globalizzazione”
Il professor Vincenzo Pace illustra la facoltà di Economia del Navale. “Siamo stati l’elemento trainante dell’ateneo e partendo da un settore specifico, quello dell’Economia Marittima, abbiamo ormai raggiunto livelli di assoluta qualità. Un tempo la nostra era una facoltà molto specialistica; oggi può competere nell’ambito dell’offerta universitaria napoletana. Noi abbiamo tentato una strada innovativa, affiancando allo studio dell’Economia dei trasporti quello del Commercio Internazionale e dei mercati valutari. In pratica, abbiamo anticipato quella che è l’attuale globalizzazione dei mercati. Economia del turismo, Economia aziendale ed Economia e Commercio, gli altri due corsi di laurea, rappresentano il naturale completamento dell’offerta didattica”. Al Navale, peraltro, le lezioni di Economia del primo anno continuano a svolgersi nei cinema. Il professor Pace invita a portare pazienza. “Inutile nascondere l’elemento di disagio. Sono comunque problemi che risolveremo grazie all’accorta politica di acquisizione degli spazi che il Navale ha condotto in questi anni”.
Rompe il ghiaccio, rivolgendo una domanda ai docenti, Ateneapoli. Di quali requisiti deve oggi essere in possesso uno studente che si iscriva alla facoltà di Economia? Come partire? Cosa troverà una matricola al primo anno?
Marrelli: “motivazione e flessibilità mentale sono indispensabili. Dovete essere in grado di affrontare problemi del tutto diversi. Ma non basta: cominciate a pensare di essere veramente cittadini d’Europa. Economia mette ogni anno a disposizione degli iscritti 700 borse Erasmus per studiare all’estero. Le domande, però, sono meno di cinquanta. Capisco che la borsa è esigua, ma credo c’entri anche un problema di testa. E’ importante che facciate una esperienza di studio e di vita in un posto dove non c’è la pastasciutta col basilico di casa vostra. Io ho sposato un’anglo inglese, insegno anche a York ed ho figli della vostra età. Sono dei ciucci a scuola, ma hanno un grosso vantaggio; in qualunque parte d’Europa li metti, si sentono a casa loro. E parlano bene l’inglese”. 
Marrelli,
“una delle
migliori facoltà
del sud”
Una pausa, poi risponde alla seconda parte della domanda. “Cosa troveranno ad Economia gli studenti? Noi non dobbiamo ingannare, non dobbiamo vendere, non siamo il CEPU. Siamo una delle migliori facoltà di Economia del Sud, ma una delle peggiori in Europa. Non siamo all’altezza delle sorelle europee spagnole, francesi, inglesi. Con un punto di eccellenza: la nuova economia e la regolamentazione dei mercati”.
Ilaria Rispoli, del liceo linguistico: quale valenza ha la conoscenza di una lingua straniera in ambito economico? 
Marrelli: “ripeto, uno dei grossi problemi che abbiamo in facoltà è che molti studenti non conoscono l’Inglese. Non dico quello della regina, ma quello che serve a comunicare. E invece è la conditio sine qua non, lei viene da un liceo linguistico e spero ce l’abbia. Conoscere insieme all’Inglese un’altra lingua, per esempio lo spagnolo o il francese, costituisce un vantaggio comparato”.
Quanto è importante essere bravi in Matematica per riuscire bene negli studi di Economia?
Marrelli: “è una materia di base presente in tutti i percorsi. Questo però non significa che la approfondirete allo stesso modo. Comunque, una laurea in economia senza una preparazione matematica è impensabile. Può dispiacervi, ma è così. Fatemi dire, però, che spesso a voi la Matematica non piace perché a scuola ve l’hanno insegnata male. Invece, la applicate quotidianamente nella vita, quando dovete assumere una decisione oppure quando usate il computer. Comunque prima dell’inizio dell’anno accademico la facoltà organizza corsi zero, per mettere in grado le matricole di colmare le maggiori lacune di base”.
Può specificare meglio le caratteristiche del giurista d’impresa?   
 Marrelli: “nel piano di studi di quest’anno è un percorso che non abbiamo. Potrebbe partire dal prossimo anno, con il nuovo ordinamento. La facoltà ci crede, perché il sistema legale e giudiziario sempre più complesso oggi crea un forte mercato per questa figura”.
La new economy
Cosa è la new economy?
Risponde il prof. Roberto Viganò, docente di Ragioneria al primo anno. “Nasce dalla rivoluzione informatica che c’è stata ed è un nuovo business fondato sostanzialmente sul tentativo di catturare i clienti, ai quali poi si offre di tutto (acqua, gas ,telefono fino all’e-commerce). Ormai anche chi vende i ferri da stiro, quindi opera in un settore non innovativo, deve conoscere le nuove tecnologie”.
Nel corso degli anni di studio avremo la possibilità di entrare in contatto con le aziende?
Viganò: “sì. Talvolta la facoltà organizza incontri con le aziende, che mandano i loro rappresentanti in facoltà per spiegare chi sono e di cosa hanno bisogno. Durante alcuni corsi, poi, sono previste testimonianze aziendali ed incontri seminario con manager e dirigenti. Inoltre, ci sono stage e tirocini. Se vi informate troverete varie opportunità”.
Pace: “nel casertano noi possiamo contare su una realtà sviluppata, dal punto di vista imprenditoriale. Talvolta sono le stesse aziende che ci chiedono l’elenco dei laureati per assunzioni, stage o tirocini. Altre volte gli studenti svolgono una tesi in azienda”. 
Quali servizi mette a disposizione Economia per lo studio delle lingue?
Viganò: “entro il terzo anno dovete superare un esame scritto ed orale in Inglese più un colloquio di idoneità in un’altra lingua. Chi ha già una buona preparazione lo sostiene direttamente; gli altri è bene che seguano i corsi”.
Dissente parzialmente Pace: “anche chi conosce bene l’Inglese farebbe bene a seguire, perché quello dei corsi è piuttosto specialistico e specificamente orientato alle esigenze degli studi di Economia. Dunque è bene seguire, utilizzando nel migliore dei modi possibile i laboratori linguistici della facoltà”. 
Viganò: “Erasmus è una buona opportunità. Sfruttatela”. 
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