Musica in scena con il corso di Storia dello spettacolo musicale

Dalle opere ai musical, alle colonne sonore. Storia dello spettacolo musicale è un “insegnamento che abbraccia un arco temporale molto vasto, dall’antichità ad oggi, esplorando gli aspetti generali dello spettacolo con musica in Occidente”, spiega il prof. Marco Bizzarini, nuovo docente del Dipartimento. Originario di Brescia, autore di monografie e studioso attivo nella ricerca musicologica e storico-musicale sul panorama internazionale, diplomato al Conservatorio in pianoforte, racconta entusiasta: “sono molto motivato e felice di trovarmi a Napoli, capitale della cultura a livello mondiale, custode di un patrimonio musicale dalle enormi potenzialità, per cui spero di essere prossimamente impegnato anche in iniziative di divulgazione per diffondere conoscenza sul territorio rispondendo in prima persona alla terza missione dell’Università”.
Il percorso – le lezioni partiranno dal 15 aprile – non prescinderà da un approfondimento sui giorni nostri, dove si mantiene saldo il legame tra spettacolo e musica: “nei musical in particolar modo, ma anche al cinema con le colonne sonore o film che sono spettacoli musicali”. Obiettivo della didattica è, dunque, focalizzare l’attenzione su questo macro-genere di spettacolo, il ‘teatro musicale’, e al suo interno ravvisarvi la storia della nostra cultura. “Il nostro Paese vanta una tradizione di primo grado nell’opera, ma anche nel settore musicale classico, lirico, sinfonico”. Un terreno di studi interdisciplinare che interseca la letteratura e la musica con una componente spettacolare, che “va indagata nei suoi aspetti performativi, dal canto alla recitazione”. Dal momento che il corso si rivolge a studenti di Lettere moderne, “molti dei quali coltivano l’aspirazione di insegnare, mi piacerebbe in aula stimolare in loro il senso dell’opera in musica, incoraggiare una sensibilità crescente su questi temi”. Anche perché, purtroppo, “la storia della musica è sempre meno insegnata a scuola”, senonché spesso i giovani mostrano una certa chiusura nei confronti della musica cosiddetta classica, “allora io vorrei spingerli ad andare a teatro, formare competenze linguistiche, o meglio una grammatica dell’ascolto, per insegnare loro ad apprezzare l’arte dei secoli passati e dialogarne in un’ottica contemporanea”. Durante il corso saranno sviscerati gli elementi fondamentali per analizzare l’opera: “parole come libretto, partitura, messa in scena, che ricorrono costantemente nel lessico dell’arte e rivestono un ruolo precipuo quando si parla di musica in scena”. Lezioni interattive che presuppongono il coinvolgimento diretto degli studenti. “Proietterò video di rappresentazioni operistiche, raccoglierò le opinioni di chi verrà ad assistere e anche nuovi spunti per riflettere sulla tradizione attraverso le innovazioni che il linguaggio musicale ha subito nella storia fino ai prodotti del nostro tempo. Io insegnerò loro, ma su questo punto ho ancora molto da imparare dalle nuove generazioni”. Inoltre, “saremo ospiti presso l’aula ‘Gesualdo’ in via Marina, dove c’è un pianoforte, quindi avrò modo di fornire esempi concreti agli studenti, anche sulle peculiarità della musica da camera, parlare di analisi dei prodotti musicali e fare ricorso a strumenti multimediali”. Il Don Giovanni di Mozart, L’Italiana in Algeri di Rossini, La Traviata di Verdi, Tosca di Puccini: sono alcune delle tappe previste dal corso, per poi dedicarsi a una parte più di nicchia, il teatro barocco con i capolavori di Claudio Monteverdi e una parentesi sul melodramma italiano tra Cinquecento e Seicento. Basta assistere ad uno spettacolo per rendersi conto della portata di “linguaggi musicali che sembrano distanti nel tempo, eppure attualissimi: storie, discorsi, relazioni, dinamiche che non sono mai invecchiate, che risvegliano la passione quando ci si reca in quel mondo magico che è il teatro”. 
Sabrina Sabatino
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