Classe 2001, Nadia Maesano arriva fin dalla Sicilia, da Messina nello specifico, a Portici per un Corso di Laurea unico nel suo genere, quello di Scienze Gastronomiche Mediterranee. Su 337 richieste, Nadia è rientrata tra i cinquanta selezionati sulla base del voto all’esame di maturità e dell’età anagrafica. Un percorso, quello proposto dal Dipartimento di Agraria, di cui è venuta a conoscenza tramite un’amica che aveva tentato l’ammissione come lei, ma senza lo stesso successo. “Diventare chef è il mio sogno da sempre”, racconta Nadia che, nonostante il desiderio di iniziare già dalle superiori la preparazione in ambito gastronomico, si è diplomata quest’anno al liceo linguistico. “I miei genitori non hanno voluto che frequentassi l’istituto alberghiero. Volevano indirizzarmi verso altre scelte”. Anche e sopratutto rispetto al percorso accademico, su cui è stata irremovibile: “il bello di crescere è anche il poter scegliere da sé e seguire il proprio istinto. Quando mi hanno parlato di iscrivermi all’università ho risposto che questo Corso di studi e la Federico II erano la mia unica scelta”, sottolinea con fierezza.
Le materie, totalmente nuove, la spaventano un po’ e ha il timore di poter rimanere indietro in quanto non possiede le stesse conoscenze di base che probabilmente avranno i suoi colleghi. La curiosità di entrare nel mondo della gastronomia, però, è più grande. Per seguire le lezioni che sono iniziate il 7 ottobre in presenza, Nadia ha preso in fitto una stanza a Napoli e per tre volte la settimana si sposterà con i mezzi pubblici verso la sede del Dipartimento, presso la Reggia di Portici dove si tengono le lezioni del suo Corso.
Ha iniziato a sentire il desiderio di un futuro nel mondo della ristorazione ancora più forte dopo aver conosciuto il suo ragazzo, proprietario di un vivaio di piante ortive, con cui condivide il sogno di aprire un agriturismo in chiave moderna. Questa la loro sfida: attenzione speciale alle materie prime (dal produttore al consumatore) e la gestione della filiera produttiva in modo totalmente locale. “Quando ne parlo con mia nonna, mi ripete sempre che farei meglio a diventare dentista. Non la vede come una professione in cui si guadagna, che può dare sicurezza, la considera solo una fonte di stress”, continua Nadia. Non si lascia scoraggiare nemmeno da un mercato del lavoro che spesso costringe le donne a dover scegliere tra carriera e vita familiare. Immagina un futuro in cui la sua professione di chef e imprenditrice non sarebbe un limite alla sua famiglia, ma parte di essa “per come la vedo io, il mio lavoro sarà la mia casa, la mia famiglia il mio stesso lavoro. Vorrei poter unire questi due aspetti, per me molto importanti”. Non c’è ancora una figura professionale a cui guarda come riferimento, complici anche programmi televisivi culinari che sempre più spesso contribuiscono all’immagine dello chef severo e cattivo, in cui la giovane ragazza non si rivede affatto. Parole come collaborazione, lavoro di squadra e supporto, piuttosto, sembrano essere elementi chiave di quello che sarà il suo futuro professionale.
Le materie, totalmente nuove, la spaventano un po’ e ha il timore di poter rimanere indietro in quanto non possiede le stesse conoscenze di base che probabilmente avranno i suoi colleghi. La curiosità di entrare nel mondo della gastronomia, però, è più grande. Per seguire le lezioni che sono iniziate il 7 ottobre in presenza, Nadia ha preso in fitto una stanza a Napoli e per tre volte la settimana si sposterà con i mezzi pubblici verso la sede del Dipartimento, presso la Reggia di Portici dove si tengono le lezioni del suo Corso.
Ha iniziato a sentire il desiderio di un futuro nel mondo della ristorazione ancora più forte dopo aver conosciuto il suo ragazzo, proprietario di un vivaio di piante ortive, con cui condivide il sogno di aprire un agriturismo in chiave moderna. Questa la loro sfida: attenzione speciale alle materie prime (dal produttore al consumatore) e la gestione della filiera produttiva in modo totalmente locale. “Quando ne parlo con mia nonna, mi ripete sempre che farei meglio a diventare dentista. Non la vede come una professione in cui si guadagna, che può dare sicurezza, la considera solo una fonte di stress”, continua Nadia. Non si lascia scoraggiare nemmeno da un mercato del lavoro che spesso costringe le donne a dover scegliere tra carriera e vita familiare. Immagina un futuro in cui la sua professione di chef e imprenditrice non sarebbe un limite alla sua famiglia, ma parte di essa “per come la vedo io, il mio lavoro sarà la mia casa, la mia famiglia il mio stesso lavoro. Vorrei poter unire questi due aspetti, per me molto importanti”. Non c’è ancora una figura professionale a cui guarda come riferimento, complici anche programmi televisivi culinari che sempre più spesso contribuiscono all’immagine dello chef severo e cattivo, in cui la giovane ragazza non si rivede affatto. Parole come collaborazione, lavoro di squadra e supporto, piuttosto, sembrano essere elementi chiave di quello che sarà il suo futuro professionale.
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