Nazzaro, il Preside del dialogo

Sei anni alla guida della Facoltà in un momento di grandi trasformazioni. “All’inizio del mandato ho dovuto fare subito i conti con il gigantesco sforzo di adeguamento alla nuova realtà universitaria europea, scarsamente aiutato, nel primo triennio, dall’emanazione di direttive ministeriali che accompagnarono, piuttosto che precedere, il mio lavoro, e dalla mancanza del regolamento didattico di Ateneo, sulla base del quale pure dovevano essere prese (e sono state prese) importanti delibere”. Stessa fatica per il secondo triennio, “caratterizzato dal frenetico accavallarsi di disposizioni ministeriali, spesso ad horas, che continuano ad angustiare i consigli di Corsi di Studio ed i loro presidenti. L’attuazione del nuovo ordinamento universitario con il conseguente positivo aumento degli studenti frequentanti si è scontrata con la carenza degli spazi (problema di cui si comincia oggi a intravedere la soluzione), unita  alla drastica riduzione (che rischia di essere definitiva!) del 65% delle risorse destinate al funzionamento della Facoltà e della Biblioteca Centrale”. Il prof. Antonio Vincenzo Nazzaro traccia un bilancio del lavoro svolto in qualità di Preside della Facoltà di Lettere in occasione dell’ultimo Consiglio di Facoltà, da lui presieduto, quello del 18 ottobre scorso. La relazione di Nazzaro è molto articolata. Innanzitutto l’organizzazione della Facoltà, con al centro la presidenza come luogo fisico ed amministrativo, oggi sicuramente “più funzionale e confortevole”, con la messa in rete dei sistemi informatici per tutti gli uffici. “Mi sono impegnato – sottolinea il professore – a restituire il dovuto decoro agli spazi del chiostro superiore, senza  impedirne la civile e gioiosa fruizione  da parte degli studenti. La presenza di una  guardia giurata,  dal lunedì al venerdì, dalle 8 del mattino alle 20 di sera, ha garantito la tranquillità di tutti gli utenti dell’edificio, scoraggiando gli atti di microdelinquenza, che  durante il primo triennio  avevano assunto una frequenza preoccupante”. L’organizzazione didattica con il moltiplicarsi dei Corsi di Laurea oggi a quota nove, a cui si uniscono sette Corsi di Laurea specialistica, senza contare il Corso in collaborazione con la Facoltà di Economia. Il corpo docente: “l’inquadramento degli idonei ha, da un lato, premiato le legittime aspirazioni dei nostri ricercatori e docenti associati e ha, dall’altro, consentito ai corsi di dare risposte qualificate alle crescenti esigenze didattiche”. Dal 1999 ad oggi sono stati inseriti quarantasei ricercatori, sessantotto professori di seconda  fascia; trentotto ordinari. In tutto il corpo docente della Facoltà annovera 114 ricercatori, 81 associati e 77 professori di prima Fascia. 
Le tesi di laurea: “annoso problema”, in particolare per gli studenti del vecchio ordinamento, che è stato risolto grazie alla realizzazione dell’anagrafe e alle singole segnalazioni degli studenti. L’orientamento, coordinato dal  professor Gennaro Luongo, rappresenta un punto di forza per le attività svolte, anche in collaborazione con le scuole di Napoli e provincia. L’alta formazione: “in questi anni – commenta soddisfatto il Preside – la Facoltà ha guardato con attenzione alla promozione di corsi di perfezionamento, che, rispondendo a precise richieste formative, si configurano come proposte di aggiornamento professionale a diversi settori del pubblico impiego e a fronte di spese contenute. Non solo, l’approvazione del regolamento ci ha permesso di programmare master, ispirati a esigenze di flessibilità e finalizzati al soddisfacimento di reali domande formative provenienti dal territorio regionale”. I rapporti con altri Atenei:  “si sono stretti rapporti di collaborazione con le altre Facoltà dell’Ateneo, Università straniere realmente utili sul piano della ricerca e della produzione scientifica e realmente riflettenti comuni interessi scientifici (penso alla Convenzione con Düsseldorf e con il Venezuela). In più sono cresciute le iniziative culturali avviate con altre istituzioni. Mi piace ricordare l’annuale Settimana del Cinema, organizzata insieme con l’Accademia delle Belle Arti e il Goethe Institut e gli eventi che hanno segnato un punto fermo nella nostra storia, come la Laurea honoris causa in Lettere Moderne al Maestro Riccardo Muti”. La Biblioteca: “pur rinnovando l’interesse per la costituzione della Biblioteca di Ricerca di Area Umanistica in Piazza Bellini, la presidenza ha riservato la massima attenzione alla nostra Biblioteca Centrale, che dovrebbe conservare in loco un cospicuo numero di volumi destinati alla didattica. Il Direttore ha provveduto  in questi anni ad acquistare copie dei libri adottati nei Corsi d’insegnamento”.  Il rapporto con l’Amministrazione Centrale della Federico II ha dato impulso alla Facoltà, che non ha certamente svolto un ruolo marginale. Proprio il regolamento “ha messo la nostra struttura nella felice condizione di non fallire nessuno dei tanti appuntamenti che hanno segnato il lungo e tormentato iter della transizione dal vecchio al nuovo ordinamento”. 
Ultimo tema toccato, il rapporto con gli studenti, da sempre al centro dell’interesse del Preside. “Ho ricevuto centinaia e centinaia di studenti, rivoltisi a me sia per l’assegnazione della tesi, sia per la segnalazione di disguidi e inefficienze, sia per essere aiutati a risolvere  i loro problemi di carriera. Mi sono sempre posto nei loro riguardi nella disposizione del massimo ascolto, cui hanno diritto i protagonisti di un grande processo educativo e formativo. Ho assunto un doveroso atteggiamento di collaborazione con tutti i gruppi e i movimenti di studenti che operano nella Facoltà. Ho consentito manifestazioni nell’Aula Magna o in altre Aule della Facoltà (talvolta anche partecipandovi), ogni volta che mi venissero motivatamente richieste per iscritto, a gruppi di ogni estrazione politica e religiosa: dai Gruppi biblici alla Comunità di S. Egidio, dagli studenti di Comunione e Liberazione agli studenti del Collettivo studentesco, dagli studenti della Sinistra universitaria agli studenti del movimento No global. Sono convinto che, accanto al diritto allo studio, vada garantita agli studenti la possibilità di autogestire la propria formazione”.
Elviro Di Meo 
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