Come riuscire ad intraprendere un percorso così duro, lungo (è di durata quinquennale) e vivace? Il primo step è superare il test d’ingresso. Dritte utili per affrontarlo al meglio le dà il Presidente del Corso di Laurea Brunella Restucci. “Bisogna innanzitutto ricordarsi che quest’anno, così come l’anno scorso, la graduatoria è nazionale, per cui lo studente ha diverse opzioni, che gli permettono di scegliere un altro Ateneo, qualora non rientrasse nel nostro”. Va prestata attenzione alle materie oggetto della prova: “Biologia, Chimica, Fisica è bene studiarle alle Scuole Superiori, dato che il voto di diploma inciderà nella valutazione. Mi diverto ogni anno a fare simulazioni sul sito del MIUR e noto che alle domande si può rispondere tranquillamente con una buona preparazione di base, specialmente a quelle di cultura generale”. Gli studenti che tentano di entrare sono in media 800, “ma mi auguro che il numero di posti disponibili non sia mai superiore a 70, perché lo standard didattico della Commissione Europea vuole una pratica di qualità, che non è possibile raggiungere se non si ha il rapporto ottimale uno a quattro, docenti-studenti”. Ciò vuol dire che si devono organizzare (al primo anno) 13 gruppi da quattro studenti, per seguire le esercitazioni pratiche con i piccoli animali nell’Ospedale del Dipartimento ed al Frullone. Queste consistono in 20 ore di handling, “ovvero approccio all’animale malato. Lo portano fuori dalla gabbia, lo lavano e lo assistono. Questo tipo di attività è una specie di test per verificare se lo studente è in grado di vivere con l’animale, che è la vera caratteristica principale del bravo veterinario”.
Per ridurre il forte impatto con l’approccio differente allo studio, si organizzano dei precorsi nella prima settimana di ottobre, “durante i quali i ragazzi affronteranno materie che conoscono già, in più avranno un’infarinatura di anatomia ed istologia per la prima volta”. Tra le novità recenti, quest’anno ci sarà da compilare il personal logbook: “una specie di diario che lo studente riceve al primo anno e che deve completare alla fine del percorso, segnando tutte le competenze giornaliere raggiunte, con data e firma”.
Per chi non fosse interessato a Medicina Veterinaria, il Dipartimento offre un’altra opportunità ad accesso libero: il Corso Triennale in Tecnologie delle produzioni animali, al quale si avvicinano in media 200 studenti l’anno: “prepara alle professioni di agronomo e zoonomo, che non vanno confuse con quella di veterinario, perché totalmente diverse. È inutile usarlo come serbatoio in attesa di superare il test a Veterinaria l’anno successivo, consiglio di iscriversi solo se si è realmente convinti della scelta”.
Per ridurre il forte impatto con l’approccio differente allo studio, si organizzano dei precorsi nella prima settimana di ottobre, “durante i quali i ragazzi affronteranno materie che conoscono già, in più avranno un’infarinatura di anatomia ed istologia per la prima volta”. Tra le novità recenti, quest’anno ci sarà da compilare il personal logbook: “una specie di diario che lo studente riceve al primo anno e che deve completare alla fine del percorso, segnando tutte le competenze giornaliere raggiunte, con data e firma”.
Per chi non fosse interessato a Medicina Veterinaria, il Dipartimento offre un’altra opportunità ad accesso libero: il Corso Triennale in Tecnologie delle produzioni animali, al quale si avvicinano in media 200 studenti l’anno: “prepara alle professioni di agronomo e zoonomo, che non vanno confuse con quella di veterinario, perché totalmente diverse. È inutile usarlo come serbatoio in attesa di superare il test a Veterinaria l’anno successivo, consiglio di iscriversi solo se si è realmente convinti della scelta”.