Medicina resetta la cabina di regia. E inizia l’anno accademico all’insegna di una nuova governance. Ai posti di comando la trimurti Giuseppe Paolisso, il Preside eletto a larga maggioranza lo scorso luglio, Italo F. Angelillo e Paolo Golino, neo Presidenti dei Corsi di Laurea, rispettivamente a Napoli e Caserta, investiti nel suffragio di fine settembre. La Facoltà, dunque, si è espressa per un totale rinnovamento e per un forte ricambio generazionale (“siamo tutti sotto i 55 anni”).
Uniformare i due Corsi sotto il profilo della didattica, dare impulso all’attività professionalizzante, sfrondare i programmi laddove ci siano ridondanze: gli obiettivi comuni di Angelillo e Golino. Ma anche una disponibilità dichiarata a rivedere il calendario d’esami e concedere più appelli. Parole che arrivano alle orecchie degli studenti come una dolce melodia. Del resto la centralità dei bisogni e delle esigenze degli allievi (“noi esistiamo perché ci sono loro”) è stato il leitmotiv della campagna elettorale che ha registrato scambi di mail, diffusione di programmi sul web e richieste di incontro da parte dei candidati con gli studenti. Chi ha memoria dell’inavvicinabilità dei professori di Medicina in un passato neanche troppo remoto, non può che sorprendersi. Segno dei tempi che cambiano. O anche merito del peso delle rappresentanze studentesche: costituiscono il 10 per cento dell’elettorato. Voti determinanti soprattutto nei casi di candidature multiple. Un ruolo, quello degli studenti negli organi collegiali, che se dovesse passare la riforma Gelmini verrebbe ridimensionato di molto. Peccato se ne siano accorti – ed abbiano protestato – in pochi.
Uniformare i due Corsi sotto il profilo della didattica, dare impulso all’attività professionalizzante, sfrondare i programmi laddove ci siano ridondanze: gli obiettivi comuni di Angelillo e Golino. Ma anche una disponibilità dichiarata a rivedere il calendario d’esami e concedere più appelli. Parole che arrivano alle orecchie degli studenti come una dolce melodia. Del resto la centralità dei bisogni e delle esigenze degli allievi (“noi esistiamo perché ci sono loro”) è stato il leitmotiv della campagna elettorale che ha registrato scambi di mail, diffusione di programmi sul web e richieste di incontro da parte dei candidati con gli studenti. Chi ha memoria dell’inavvicinabilità dei professori di Medicina in un passato neanche troppo remoto, non può che sorprendersi. Segno dei tempi che cambiano. O anche merito del peso delle rappresentanze studentesche: costituiscono il 10 per cento dell’elettorato. Voti determinanti soprattutto nei casi di candidature multiple. Un ruolo, quello degli studenti negli organi collegiali, che se dovesse passare la riforma Gelmini verrebbe ridimensionato di molto. Peccato se ne siano accorti – ed abbiano protestato – in pochi.
Tre candidati a Napoli, vince Angelillo
49 anni, sassarese di origine, laureato alla Federico II, ordinario di Igiene (disciplina a cavallo tra l’area biologica e quella clinica, due anime storicamente contrapposte nelle Facoltà mediche, “quindi sarò un super partes, un interprete del pluralismo disciplinare”), coordinatore della Specialistica in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche (“un Corso piccolo, molto complesso ma che funziona bene”), il prof. Italo F. Angelillo è stato eletto il 29 settembre con 113 voti su 225 votanti (256 docenti e 37 studenti, l’elettorato attivo) alla guida del Corso di Laurea napoletano. Si erano proposti anche la prof.ssa Amelia Filippelli, docente di Farmacologia, ed il prof. Ciro Gallo, docente di Statistica Medica. 62 e 42 le preferenze che, rispettivamente, hanno ricevuto. Subentra al prof. Bartolomeo Farzati. “Un esempio di democrazia e la possibilità di confrontarsi”, la lettura di Angelillo della pluralità di candidature. La sua elezione è “in sintonia con quella di Paolisso”. Servizi adeguati per gli studenti ed “esperienze educative sempre più intense per formare meglio il medico del futuro che andrà ad operare nel contesto nazionale come in quello internazionale – in Inghilterra, ad esempio, c’è un fabbisogno di medici più alto rispetto al territorio italiano”, uno dei punti del programma del neo Presidente. Medici si diventa però “non soltanto superando gli esami ma anche frequentando le lezioni ed i laboratori e vivendo i reparti”. Per questo è necessario che quanti aspirano a prestare il Giuramento di Ippocrate mettano in conto di dover trascorrere molto tempo in Facoltà, “mattina e pomeriggio, così come avviene all’estero, pur nelle difficoltà logistiche e di carenza di personale”. Angelillo immagina una estensione delle attività professionalizzanti (al momento fissate in 1.500 ore nel secondo ciclo del corso di studi) anche al triennio preclinico attraverso la frequenza di un Laboratorio scientifico. E’ necessario che gli allievi apprendano degli skill professionali (“prelievo ematico, palpazione della milza, elementi di pronto soccorso, abilità che non sempre possiedono”) sul campo e non solo sui manichini. Sono da potenziare anche le ADE (attività didattiche elettive), per consentire allo studente di individuare meglio il successivo segmento della specializzazione.
Un cavallo di battaglia condiviso con il suo omologo di Terra di Lavoro: uniformare i due Corsi “ci si laurea nella stessa Facoltà, è un’anomalia ricevere una preparazione diversa”. I primi impegni: monitorare il primo triennio dell’ordinamento 270 e avviare il secondo; recuperare il ritardo che grava sul primo semestre (partirà il 18 ottobre per concludersi il 20 dicembre). Angelillo assicura collegialità e condivisione nelle decisioni, “una gestione che non sarà monocratica”. Un invito agli studenti (“per loro la porta, e non solo metaforicamente, è sempre aperta; lo sanno bene gli iscritti al terzo e sesto anno”): “devono avere fiducia in me”. Ma anche un’avvertenza: “non è più tempo di parcheggiare all’università. Del resto abbiamo abolito la figura dei ripetenti, teoricamente si può essere fuoricorso per non più di due volte il normale corso degli studi (quindi dodici anni)”.
Un cavallo di battaglia condiviso con il suo omologo di Terra di Lavoro: uniformare i due Corsi “ci si laurea nella stessa Facoltà, è un’anomalia ricevere una preparazione diversa”. I primi impegni: monitorare il primo triennio dell’ordinamento 270 e avviare il secondo; recuperare il ritardo che grava sul primo semestre (partirà il 18 ottobre per concludersi il 20 dicembre). Angelillo assicura collegialità e condivisione nelle decisioni, “una gestione che non sarà monocratica”. Un invito agli studenti (“per loro la porta, e non solo metaforicamente, è sempre aperta; lo sanno bene gli iscritti al terzo e sesto anno”): “devono avere fiducia in me”. Ma anche un’avvertenza: “non è più tempo di parcheggiare all’università. Del resto abbiamo abolito la figura dei ripetenti, teoricamente si può essere fuoricorso per non più di due volte il normale corso degli studi (quindi dodici anni)”.
Golino, un clinico
alla guida del
Corso casertano
alla guida del
Corso casertano
Ha avuto vita più facile il candidato Presidente del Corso di Caserta, unico protagonista della competizione. Il prof. Paolo Golino, 52 anni, un clinico, è ordinario di Cardiologia (insegna Malattie dell’Apparato Cardiocircolatorio), occupa la poltrona che fu dell’attuale Preside Paolisso. E’ stato eletto con 91 voti su 102 votanti (140 – 119 professori e 21 studenti – gli aventi diritto, molti gli assenti per la concomitante partecipazione ad un lutto di Facoltà) il 28 settembre. Golino taglierà il nastro del nuovo anno accademico con una cerimonia che si terrà nell’Aula Magna il 20 ottobre (alle ore 8.30); dopo il suo intervento cederà la parola ad un rappresentante degli studenti, Saverio D’Elia, il quale racconterà ai suoi colleghi più giovani com’è strutturato il percorso di studi. Un bel segnale di apertura alla componente studentesca – così come la promessa di rivedere il numero degli appelli d’esame – con la quale intende stabilire “un rapporto di grande collaborazione anche per riportare un po’ di discussione in seno al Consiglio”. A patto però che “non si chiedano sconti. Gli studenti devono capire che un po’ di lavoro da parte loro lo devono mettere. Anche se sono presi dagli sbarramenti, le propedeuticità, i crediti da accumulare”. Il primo cruccio del Presidente (“anche se eredito una situazione favorevole perché il prof. Paolisso ha fatto un lavoro veramente rimarchevole”) è un problema serio ed irrisolto: l’assenza del Policlinico a Caserta – vicenda sulla quale grava un contenzioso legale – e la conseguente necessità di utilizzare le strutture ospedaliere per consentire agli studenti di svolgere l’attività pratica (“non possiamo chiedere loro di andare a Napoli”). Un processo – ritiene Golino – “che non è stato ben governato” e quindi da rifondare. Occorre riallacciare i rapporti “in maniera paritetica con l’Azienda ospedaliera; noi universitari dobbiamo abbandonare atteggiamenti di superiorità, i medici ospedalieri, ben istruiti, dovrebbero vivere la presenza degli studenti come una risorsa e non più come una seccatura”. Golino parte avvantaggiato perché nel nosocomio casertano è da cinque anni e ne conosce bene le dinamiche. Ha intenzione così di nominare una Commissione paritetica che si occupi della questione.
Altri obiettivi: favorire l’integrazione dei corsi eliminando sovrapposizioni e ridondanze “nel rispetto dell’autonomia didattica” ed equiparare – d’accordo con Angelillo – “le discrepanze tra i due Corsi di Laurea perché non si possono creare disparità di trattamento tra chi studia a Napoli e chi studia a Caserta”. Discorso spinoso quello della valutazione in sede di seduta di laurea. Golino propone un “cambiamento graduale affinché si arrivi ad un traguardo: l’individuazione di parametri oggettivi – ad esempio un tetto di partenza per conseguire il titolo con il massimo dei voti, il calcolo delle lodi, il curriculum relativo ai sei anni, eventuali esperienze Erasmus” che consentano di ridurre la discrezionalità. Ad esempio: “evitare che ci sia differenza tra chi si laurea a luglio o ad ottobre solo perché cambia la composizione della Commissione”.
Migliorare la Guida dello Studente, intensificare i programmi di scambio allo scopo di perseguire una maggiore internazionalizzazione del Corso, attivare un percorso e-learning (fondi permettendo) per “consentire agli studenti di usare anche altri strumenti; noi ci serviamo molto del web, ad esempio per i casi clinici, i congressi”: altre priorità nell’agenda del Presidente.
Patrizia Amendola
Altri obiettivi: favorire l’integrazione dei corsi eliminando sovrapposizioni e ridondanze “nel rispetto dell’autonomia didattica” ed equiparare – d’accordo con Angelillo – “le discrepanze tra i due Corsi di Laurea perché non si possono creare disparità di trattamento tra chi studia a Napoli e chi studia a Caserta”. Discorso spinoso quello della valutazione in sede di seduta di laurea. Golino propone un “cambiamento graduale affinché si arrivi ad un traguardo: l’individuazione di parametri oggettivi – ad esempio un tetto di partenza per conseguire il titolo con il massimo dei voti, il calcolo delle lodi, il curriculum relativo ai sei anni, eventuali esperienze Erasmus” che consentano di ridurre la discrezionalità. Ad esempio: “evitare che ci sia differenza tra chi si laurea a luglio o ad ottobre solo perché cambia la composizione della Commissione”.
Migliorare la Guida dello Studente, intensificare i programmi di scambio allo scopo di perseguire una maggiore internazionalizzazione del Corso, attivare un percorso e-learning (fondi permettendo) per “consentire agli studenti di usare anche altri strumenti; noi ci serviamo molto del web, ad esempio per i casi clinici, i congressi”: altre priorità nell’agenda del Presidente.
Patrizia Amendola