Si è conclusa la visita di tre giorni – dal 7 al 9 marzo – dei revisori europei alle strutture del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale, per valutare l’attribuzione al percorso di laurea della Perseus Label. “Siamo già inseriti nel network europeo Pegasus, che ha deciso di alzare il livello e attribuire, a quanti raggiungano determinati requisiti di qualità, un titolo ulteriore. Il progetto è ancora sperimentale, ci siamo candidati grazie all’impegno del Direttore, il prof. Francesco Marulo – dice il prof. Antonio Moccia, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale – L’obiettivo non è concorrere per un prestigioso bollino blu, ma confrontarci con l’Europa, è doveroso verso i nostri studenti”. L’ente promuove una competizione internazionale, fra tesi di Laurea Magistrale, valutate da un consorzio di industrie, che premia i tre migliori lavori. “I nostri laureati vi partecipano spesso e con brillanti risultati”, sottolinea ancora il docente.
Ecco il racconto di tre partecipanti. Salvatore Cervera ha preso parte alla competizione nel 2008, con una tesi sulla riparabilità dei danni da impatto. Oggi lavora ad Amburgo, all’Airbus, come capo progetto. Il suo percorso è iniziato con un tirocinio alla FIAT ed un’esperienza a Roma, in una società di software per l’aeronautica. Entra all’Airbus, prima in Francia e poi in Germania, grazie ad un programma europeo per giovani laureati: “le differenze fra noi e l’estero non sono tante, ma qui ho un contratto a tempo indeterminato. A Roma, invece, mi era stato offerto un contratto d’apprendistato di trentasei mesi”. Si è iscritto all’università nell’ultimo anno di vita della laurea a ciclo unico: “ho scelto di non cambiare, ma tante cose le ho fatte da autodidatta. Questi sono studi da intraprendere solo se si ha una grande convinzione”. La svolta è arrivata con l’Erasmus, sei mesi a Delft, in Olanda, per svolgere la tesi. “Lì ho avuto i primi contatti con la mia azienda, che in seguito ho ritrovato anche al concorso. Se dovessi dare un consiglio ai ragazzi, suggerirei di cercare esperienze che contribuiscano a creare dei contatti con il mondo del lavoro”. Carmine Capone si è classificato al terzo posto nel 2010, con una tesi sull’impatto dei velivoli in acqua e vincendo una visita all’Air Show in Inghilterra e dei sopralluoghi ad altre sedi dell’Airbus, consorzio presso il quale lavora come progettista, al polo aerospaziale di Toulouse, dopo aver lavorato a Napoli in una società internazionale ed aver rinunciato al dottorato (senza borsa). “Lavorare al Dipartimento mi piaceva molto, ma qui ho un contratto a tempo indeterminato e delle belle possibilità di carriera”. Il suo consiglio per far bene: pianificazione e organizzazione. Terminati gli studi, conquistare l’indipendenza economica è stato, infatti, il suo primo pensiero: “non ho voluto fare la tesi all’estero in Erasmus, anche se avevo vinto la borsa, perché sono voluto restare al Dipartimento, ma ad una persona che pensasse di fare ricerca consiglierei un’esperienza (solo per la tesi però) fuori, per avere, in seguito, la possibilità di una scelta più serena. In Italia, a causa della forte precarietà, non è possibile”. Alfredo Renga è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale, dove prosegue gli studi iniziati con la tesi di laurea con la quale, nel 2007, è arrivato secondo all’edizione napoletana della competizione Pegasus, di telerilevamento satellitare ed osservazione della Terra dallo spazio: “il lavoro era inserito in un progetto dell’Agenzia Spaziale Italiana, per l’osservazione del nostro pianeta dalla Luna, per realizzare il quale avevo lavorato in un centro di ricerca del consorzio CORISTA”, racconta. Dopo la laurea, ha vinto la borsa di dottorato: “purtroppo, le varie riforme spostano sempre più avanti il momento in cui ci potremo fregiare del titolo di professore. Il problema è che guadagniamo poco, ma il lavoro è bello ed ho la fortuna di essere in un gruppo dinamico”. Ai ragazzi ‘in mezzo al guado’ raccomanda di seguire con assiduità e non restare indietro: “chi si laurea in ritardo è spesso meglio preparato, ma ha perso di vista le nozioni utili per continuare ad apprendere, nel prosieguo, cose nuove”. Altri consigli preziosi: “formare un gruppo di amici con cui studiare, non andare a provare gli esami, essere consapevoli di poter prendere qualsiasi voto ed evitare le perdite di tempo. Anche se, ripensandoci, seguire le attività delle associazioni studentesche che permettono di avere dei contatti di lavoro, magari in ambito internazionale, può essere utile”.
(Si.Pa.)
Ecco il racconto di tre partecipanti. Salvatore Cervera ha preso parte alla competizione nel 2008, con una tesi sulla riparabilità dei danni da impatto. Oggi lavora ad Amburgo, all’Airbus, come capo progetto. Il suo percorso è iniziato con un tirocinio alla FIAT ed un’esperienza a Roma, in una società di software per l’aeronautica. Entra all’Airbus, prima in Francia e poi in Germania, grazie ad un programma europeo per giovani laureati: “le differenze fra noi e l’estero non sono tante, ma qui ho un contratto a tempo indeterminato. A Roma, invece, mi era stato offerto un contratto d’apprendistato di trentasei mesi”. Si è iscritto all’università nell’ultimo anno di vita della laurea a ciclo unico: “ho scelto di non cambiare, ma tante cose le ho fatte da autodidatta. Questi sono studi da intraprendere solo se si ha una grande convinzione”. La svolta è arrivata con l’Erasmus, sei mesi a Delft, in Olanda, per svolgere la tesi. “Lì ho avuto i primi contatti con la mia azienda, che in seguito ho ritrovato anche al concorso. Se dovessi dare un consiglio ai ragazzi, suggerirei di cercare esperienze che contribuiscano a creare dei contatti con il mondo del lavoro”. Carmine Capone si è classificato al terzo posto nel 2010, con una tesi sull’impatto dei velivoli in acqua e vincendo una visita all’Air Show in Inghilterra e dei sopralluoghi ad altre sedi dell’Airbus, consorzio presso il quale lavora come progettista, al polo aerospaziale di Toulouse, dopo aver lavorato a Napoli in una società internazionale ed aver rinunciato al dottorato (senza borsa). “Lavorare al Dipartimento mi piaceva molto, ma qui ho un contratto a tempo indeterminato e delle belle possibilità di carriera”. Il suo consiglio per far bene: pianificazione e organizzazione. Terminati gli studi, conquistare l’indipendenza economica è stato, infatti, il suo primo pensiero: “non ho voluto fare la tesi all’estero in Erasmus, anche se avevo vinto la borsa, perché sono voluto restare al Dipartimento, ma ad una persona che pensasse di fare ricerca consiglierei un’esperienza (solo per la tesi però) fuori, per avere, in seguito, la possibilità di una scelta più serena. In Italia, a causa della forte precarietà, non è possibile”. Alfredo Renga è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale, dove prosegue gli studi iniziati con la tesi di laurea con la quale, nel 2007, è arrivato secondo all’edizione napoletana della competizione Pegasus, di telerilevamento satellitare ed osservazione della Terra dallo spazio: “il lavoro era inserito in un progetto dell’Agenzia Spaziale Italiana, per l’osservazione del nostro pianeta dalla Luna, per realizzare il quale avevo lavorato in un centro di ricerca del consorzio CORISTA”, racconta. Dopo la laurea, ha vinto la borsa di dottorato: “purtroppo, le varie riforme spostano sempre più avanti il momento in cui ci potremo fregiare del titolo di professore. Il problema è che guadagniamo poco, ma il lavoro è bello ed ho la fortuna di essere in un gruppo dinamico”. Ai ragazzi ‘in mezzo al guado’ raccomanda di seguire con assiduità e non restare indietro: “chi si laurea in ritardo è spesso meglio preparato, ma ha perso di vista le nozioni utili per continuare ad apprendere, nel prosieguo, cose nuove”. Altri consigli preziosi: “formare un gruppo di amici con cui studiare, non andare a provare gli esami, essere consapevoli di poter prendere qualsiasi voto ed evitare le perdite di tempo. Anche se, ripensandoci, seguire le attività delle associazioni studentesche che permettono di avere dei contatti di lavoro, magari in ambito internazionale, può essere utile”.
(Si.Pa.)