L’interesse verso la questione “sicurezza sul lavoro” e la grande inventiva, accompagnata dal rispetto per la normativa, sono gli ingredienti che hanno permesso a Salvatore Di Nardo, Domenico Cosentino, Manlio Esposito e Federica Ippolito, tutti studenti della Laurea Magistrale in Ingegneria Edile, di partecipare al bando ‘Diventa Imprenditore’ ed ottenere ottimi risultati.
“Si tratta di un concorso – racconta Salvatore Di Nardo – indetto dai Lions, associazione presente su tutto il territorio italiano, della quale noi siamo venuti a conoscenza tramite il distretto 108 Ya, che fa capo alla zona della Campania”. Il bando prevedeva la selezione di proposte di start up. “Abbiamo scelto di partecipare con un’idea relativa alla realizzazione di caschetti da cantiere che, però, rispetto a quelli attualmente in commercio, avessero delle caratteristiche un po’ diverse, studiate in funzione del rischio presente in cantiere”. Un progetto studiato nei minimi particolari: “Abbiamo prima di tutto operato una distinzione tra le diverse imprese presenti in cantiere e tra le diverse figure (operatori, addetti alle emergenze, visitatori, ecc..), divise in base alla formazione. Distinzione necessaria per l’emissione di un chip capace di effettuare una sorta di localizzazione all’interno delle aree da cantiere, in modo da poter stabilire se quel particolare addetto è autorizzato a stare in quell’area. In questo modo, si è esenti dalla possibilità che un operatore non formato si trovi in zone dove possa incorrere in particolari rischi”. L’obiettivo del progetto è quello di “riorganizzare il cantiere mediante l’utilizzo di semplici caschi che, rispetto a quelli attualmente utilizzati (la norma già prevede l’obbligo dell’utilizzo del casco in cantiere) e che hanno la sola funzione di mera protezione dell’operatore, ricoprano anche una funzione di organizzazione mediante l’installazione di un eventuale chip elettronico. Inoltre, si è pensato alla possibilità di utilizzare più colorazioni per riuscire ad avere una visione completa della suddivisione tra figure diverse. Ad oggi, sono già prodotti caschi con diverse colorazioni, ma c’è bisogno di una normativa che consenta di arrivare ad una distinzione cromatica condivisa tra le varie figure. Solo così, durante un controllo in cantiere, l’ispettore, mediante la sola azione visiva, potrà percepire istantaneamente se una persona è autorizzata o meno a stare in quel luogo”.
L’impegno dei quattro studenti sembra dare i suoi frutti: “Dopo una prima illustrazione della nostra idea, abbiamo sostenuto un colloquio con un operatore appartenente al gruppo del Sole 24 ore. In seguito ad un’attenta selezione, la nostra proposta è rientrata tra le prime tre”. Questi i passi successivi: “A questo punto, i Lions prevedono l’affiancamento di professionisti del settore affinché il progetto imprenditoriale sia portato avanti ”.
Il progetto, sottolinea Di Nardo, è nato a seguito degli studi e dell’esame in Sicurezza dei Cantieri Mobili, tenuto dalla prof.ssa Paola Francesca Nisticò. Durante il corso: “abbiamo effettuato una serie di valutazioni sui rischi presenti in cantiere, ma soprattutto sulla loro incidenza. Ci siamo, ad esempio, resi conto che c’è un’incidenza maggiore di infortuni per determinati lavori, in determinate imprese, in determinate condizioni. Abbiamo, quindi, pensato di sviluppare questa idea”.
Fabiana Carcatella
“Si tratta di un concorso – racconta Salvatore Di Nardo – indetto dai Lions, associazione presente su tutto il territorio italiano, della quale noi siamo venuti a conoscenza tramite il distretto 108 Ya, che fa capo alla zona della Campania”. Il bando prevedeva la selezione di proposte di start up. “Abbiamo scelto di partecipare con un’idea relativa alla realizzazione di caschetti da cantiere che, però, rispetto a quelli attualmente in commercio, avessero delle caratteristiche un po’ diverse, studiate in funzione del rischio presente in cantiere”. Un progetto studiato nei minimi particolari: “Abbiamo prima di tutto operato una distinzione tra le diverse imprese presenti in cantiere e tra le diverse figure (operatori, addetti alle emergenze, visitatori, ecc..), divise in base alla formazione. Distinzione necessaria per l’emissione di un chip capace di effettuare una sorta di localizzazione all’interno delle aree da cantiere, in modo da poter stabilire se quel particolare addetto è autorizzato a stare in quell’area. In questo modo, si è esenti dalla possibilità che un operatore non formato si trovi in zone dove possa incorrere in particolari rischi”. L’obiettivo del progetto è quello di “riorganizzare il cantiere mediante l’utilizzo di semplici caschi che, rispetto a quelli attualmente utilizzati (la norma già prevede l’obbligo dell’utilizzo del casco in cantiere) e che hanno la sola funzione di mera protezione dell’operatore, ricoprano anche una funzione di organizzazione mediante l’installazione di un eventuale chip elettronico. Inoltre, si è pensato alla possibilità di utilizzare più colorazioni per riuscire ad avere una visione completa della suddivisione tra figure diverse. Ad oggi, sono già prodotti caschi con diverse colorazioni, ma c’è bisogno di una normativa che consenta di arrivare ad una distinzione cromatica condivisa tra le varie figure. Solo così, durante un controllo in cantiere, l’ispettore, mediante la sola azione visiva, potrà percepire istantaneamente se una persona è autorizzata o meno a stare in quel luogo”.
L’impegno dei quattro studenti sembra dare i suoi frutti: “Dopo una prima illustrazione della nostra idea, abbiamo sostenuto un colloquio con un operatore appartenente al gruppo del Sole 24 ore. In seguito ad un’attenta selezione, la nostra proposta è rientrata tra le prime tre”. Questi i passi successivi: “A questo punto, i Lions prevedono l’affiancamento di professionisti del settore affinché il progetto imprenditoriale sia portato avanti ”.
Il progetto, sottolinea Di Nardo, è nato a seguito degli studi e dell’esame in Sicurezza dei Cantieri Mobili, tenuto dalla prof.ssa Paola Francesca Nisticò. Durante il corso: “abbiamo effettuato una serie di valutazioni sui rischi presenti in cantiere, ma soprattutto sulla loro incidenza. Ci siamo, ad esempio, resi conto che c’è un’incidenza maggiore di infortuni per determinati lavori, in determinate imprese, in determinate condizioni. Abbiamo, quindi, pensato di sviluppare questa idea”.
Fabiana Carcatella