Una montagna, una roccia, un dirupo: per un geologo non sono solo elementi del paesaggio, ma fonte inesauribile di studio e ricerca. È soprattutto questo che gli studenti del corso di Introduzione alle Geoscienze hanno imparato durante le escursioni organizzate dai professori Valentino Di Donato e Massimo D’Antonio a Torregaveta e Roccadaspide, in provincia di Salerno, nel mese di gennaio.
“Il nostro corso – spiega il prof. Di Donato, che ha accompagnato nel Cilento i circa 50 studenti – fornisce una visione abbastanza ampia di quelle che sono tutte le scienze geologiche, dalla Geofisica alla Climatologia, delle quali viene data una visione generale, un’introduzione appunto. Così anche questa escursione è stata per gli studenti il primo approccio con il mondo del geologo”.
Se l’uscita a Torregaveta non è andata bene per il forte maltempo, durante il secondo incontro i ragazzi hanno avuto modo di maneggiare strumenti e fare rilevamenti. Un’esperienza che ha offerto, sottolinea il professore, “tanti spunti di studio e di riflessione per gli allievi all’inizio del loro percorso di studi. Per la prima volta si trovano in campagna con la tavoletta topografica e con la bussola. Devono imparare ad orientarsi e a determinare la posizione geometrica, leggere le caratteristiche del paesaggio, prelevare e analizzare campioni di rocce. Insomma, iniziare a lavorare come geologi”.
“Quando ho scelto di iscrivermi a questo Corso di Laurea – racconta Jacopo Natale, tra gli studenti del gruppo – speravo si svolgesse molta attività sul campo, ma, sinceramente, non credevo fosse possibile già dal primo anno. Quindi sono stato molto contento di poter mettere subito in pratica quello che avevo studiato”. “Fare tanta pratica per noi è davvero fondamentale – aggiunge anche Celeste Manfredi – Per la prima volta in assoluto abbiamo usato strumenti da geologo”. “Abbiamo subito fatto diverse giaciture – continua Jacopo – e il professor Di Donato ci ha insegnato come guardare il paesaggio. Inoltre durante il viaggio di andata ci è stata fornita una cartina topografica che abbiamo usato per calcolare le coordinate del luogo di arrivo, attraverso delle formule che avevamo studiato in aula”. “Giornate come questa equivalgono ad un mese di studio – commenta Claudia Materazzo – L’attività sul campo aiuta a ricordare meglio anche la teoria. Ad esempio, avere per la prima volta in mano una bussola non è stato come studiare il suo funzionamento sui testi. Non è stato tanto facile imparare ad usarla”. Bussola, cartina topografica, anche il martello è stata una scoperta: “Non pensavamo fosse così pesante!”, scherzano i ragazzi che si augurano di poter subito ripetere l’esperienza. L’escursione, ribadisce Alessandra Angrisani, “è stata altamente formativa. Abbiamo osservato i principi della stratigrafia nella realtà! I docenti sono stati molto disponibili e ci hanno trasmesso la passione per questa disciplina e per le attività del geologo”.
La campagna è essenziale per gli studi e le escursioni fanno parte del bagaglio fondamentale di un geologo, il quale “ha un modo tutto suo di concepire il paesaggio e il tempo. Davanti ad una montagna inizia a ragionare, a chiedersi perché ha quella determinata forma, si interroga su tutti i processi che possono essere in atto in quel luogo. Anche se per un profano quel paesaggio può sembrare statico, un geologo sa che ci sono lentissimi processi che stanno modellando quell’area. Questi giovani studenti devono iniziare ad imparare a decifrare questi processi e ad analizzarli”, spiega ancora il prof. Di Donato.
Ogni ragazzo ha avuto modo non solo di avere un’idea di quello che sarà il suo percorso di studi e il suo possibile lavoro futuro, ma anche di capire quale ramo della geologia gli è più congeniale. “Prelevare i campioni è stata l’attività che mi è piaciuta di più – afferma, ad esempio, Alessandra – È stato molto interessante raccogliere dei campioni di roccia che poi abbiamo portato alla docente di Mineralogia per poter esaminare anche i minerali presenti: ecco come tutte le discipline sono collegate tra loro”. “Abbiamo ritrovato anche dei reperti fossili! È stato incredibile”, aggiunge Claudia con entusiasmo. Per Jacopo l’aspetto più interessante: “è stato il guardarsi attorno e vedere con occhi diversi lo scenario di sempre”.
Va. Or.
“Il nostro corso – spiega il prof. Di Donato, che ha accompagnato nel Cilento i circa 50 studenti – fornisce una visione abbastanza ampia di quelle che sono tutte le scienze geologiche, dalla Geofisica alla Climatologia, delle quali viene data una visione generale, un’introduzione appunto. Così anche questa escursione è stata per gli studenti il primo approccio con il mondo del geologo”.
Se l’uscita a Torregaveta non è andata bene per il forte maltempo, durante il secondo incontro i ragazzi hanno avuto modo di maneggiare strumenti e fare rilevamenti. Un’esperienza che ha offerto, sottolinea il professore, “tanti spunti di studio e di riflessione per gli allievi all’inizio del loro percorso di studi. Per la prima volta si trovano in campagna con la tavoletta topografica e con la bussola. Devono imparare ad orientarsi e a determinare la posizione geometrica, leggere le caratteristiche del paesaggio, prelevare e analizzare campioni di rocce. Insomma, iniziare a lavorare come geologi”.
“Quando ho scelto di iscrivermi a questo Corso di Laurea – racconta Jacopo Natale, tra gli studenti del gruppo – speravo si svolgesse molta attività sul campo, ma, sinceramente, non credevo fosse possibile già dal primo anno. Quindi sono stato molto contento di poter mettere subito in pratica quello che avevo studiato”. “Fare tanta pratica per noi è davvero fondamentale – aggiunge anche Celeste Manfredi – Per la prima volta in assoluto abbiamo usato strumenti da geologo”. “Abbiamo subito fatto diverse giaciture – continua Jacopo – e il professor Di Donato ci ha insegnato come guardare il paesaggio. Inoltre durante il viaggio di andata ci è stata fornita una cartina topografica che abbiamo usato per calcolare le coordinate del luogo di arrivo, attraverso delle formule che avevamo studiato in aula”. “Giornate come questa equivalgono ad un mese di studio – commenta Claudia Materazzo – L’attività sul campo aiuta a ricordare meglio anche la teoria. Ad esempio, avere per la prima volta in mano una bussola non è stato come studiare il suo funzionamento sui testi. Non è stato tanto facile imparare ad usarla”. Bussola, cartina topografica, anche il martello è stata una scoperta: “Non pensavamo fosse così pesante!”, scherzano i ragazzi che si augurano di poter subito ripetere l’esperienza. L’escursione, ribadisce Alessandra Angrisani, “è stata altamente formativa. Abbiamo osservato i principi della stratigrafia nella realtà! I docenti sono stati molto disponibili e ci hanno trasmesso la passione per questa disciplina e per le attività del geologo”.
La campagna è essenziale per gli studi e le escursioni fanno parte del bagaglio fondamentale di un geologo, il quale “ha un modo tutto suo di concepire il paesaggio e il tempo. Davanti ad una montagna inizia a ragionare, a chiedersi perché ha quella determinata forma, si interroga su tutti i processi che possono essere in atto in quel luogo. Anche se per un profano quel paesaggio può sembrare statico, un geologo sa che ci sono lentissimi processi che stanno modellando quell’area. Questi giovani studenti devono iniziare ad imparare a decifrare questi processi e ad analizzarli”, spiega ancora il prof. Di Donato.
Ogni ragazzo ha avuto modo non solo di avere un’idea di quello che sarà il suo percorso di studi e il suo possibile lavoro futuro, ma anche di capire quale ramo della geologia gli è più congeniale. “Prelevare i campioni è stata l’attività che mi è piaciuta di più – afferma, ad esempio, Alessandra – È stato molto interessante raccogliere dei campioni di roccia che poi abbiamo portato alla docente di Mineralogia per poter esaminare anche i minerali presenti: ecco come tutte le discipline sono collegate tra loro”. “Abbiamo ritrovato anche dei reperti fossili! È stato incredibile”, aggiunge Claudia con entusiasmo. Per Jacopo l’aspetto più interessante: “è stato il guardarsi attorno e vedere con occhi diversi lo scenario di sempre”.
Va. Or.