Aule affollate, corridoi gremiti, nessun tavolo vuoto al bar. Sono ricominciati i corsi e la facoltà si ripopola. Svanito lo smarrimento dei primi mesi, per le matricole c’è la consapevolezza -e la preoccupazione- per esami che appaiono “concretamente più difficili”. A tre settimane dall’inizio dei corsi, nelle aule circolano già libri, fotocopie, appunti, si ripete la lezione del giorno precedente, gli studenti hanno fretta di apprendere, o, in qualche caso, hanno voglia di riscattare un primo semestre non proprio eccellente. Tra gli studenti la media degli esami superati è relativamente bassa. La maggior parte ne ha superato uno solo, pochi ne hanno all’attivo due, quasi introvabili quelli che hanno provato almeno a sostenere tutte e tre gli insegnamenti previsti. “Purtroppo al primo semestre si compiono molti errori – sostiene Carla Donnarumma, studentessa al primo anno – Le mie amiche ed io abbiamo perso troppo tempo per abituarci ad una nuova condizione. Quando arrivi all’università, si è impauriti per la scarsa conoscenza dell’ambiente ci si lascia distrarre. Però gennaio arriva in fretta e ci si accorge troppo tardi di non essere sufficientemente preparati. Alla fine, ci si concentra su un solo esame nella speranza di dare almeno quello”. Questa sembra essere la condizione più diffusa. “Io ho provato a dare due esami – continua Chiara Ferdinando – ma dopo la prima bocciatura, ho desistito ed alla fine, a marzo, ho dato solo Diritto Romano. Ora siamo spaventati da Economia Politica. Per non parlare del Diritto privato. Per fortuna abbiamo un po’ di consapevolezza in più ed il secondo semestre ci sembra più facile… almeno nell’approccio”. “Abbiamo imparato molto dagli errori commessi – dice Luigi – Bisogna cominciare dal primo giorno di corso a studiare. Io seguo sul libro di pari passo le spiegazioni del professore. Torno a casa sottolineo e ripeto. Sicuramente a maggio avrò una visione della materia molto più completa. Il prof. Enrico Quadri è quello che ci incute più timore: spiega molto bene ma è anche tanto esigente. Privato non è assolutamente da tralasciare”. La famosa massima “diritto privato mezzo avvocato” ancora riecheggia nei corridoi. Anche l’analoga cattedra del prof. Ferdinando Bocchini desta non poche preoccupazioni. Gli studenti lamentano che il corso di Privato si svolga alle ultime ore (dalle 12.30 alle 14.30). “Privato, è una materia difficile che non si può relegare alle ultime ore – dice Nunzia Ruoppo – Siamo stanchi ed un calo d’attenzione è da mettere in conto”. Nonostante l’ora non proprio consona, il corso è molto seguito. “Facciamo fatica a trovare posti a sedere – spiega Alessia – così come nel primo semestre, ma questa volta non si può fare a meno di seguire”. Nell’ora di Economia “vi sono molti studenti fuori corso che seguono le lezioni ed è comprensibile: è una materia così diversa dalle altre che molti tralasciano”. Lamentano la difficoltà di seguire nella tarda mattinata anche gli studenti della cattedra del prof. Gabriello Piazza. “Non ci sembra giusto – dice Raffaella Buono – Siamo distratti e dopo aver seguito due ore di Economia sarebbe più opportuno concentrarci su materie più semplici”. “Seguire i corsi – incalza Pietro – è ancora più importante che nel primo semestre. Ora sono previsti esami più difficili. Anche se siamo più consapevoli delle difficoltà, preparare Economia e Privato insieme in tre mesi non è proprio una passeggiata”. I ragazzi sembrano scoraggiati dalla complessità delle discipline e dal breve tempo che separa i corsi dagli esami. “A novembre seguivo corsi e seminari di tutte e tre le materie – spiega Maria Luisa – e sono arrivata a gennaio stanca. Ho sostenuto un solo esame proprio perché avevo troppe nozioni in testa. Ed ero molto confusa. Adesso non commetterò più lo stesso errore, seguo solo due corsi: Privato e Storia del diritto. Adoro le spiegazioni del prof. Armando De Martino. Economia la farò più in avanti perché adesso è impossibile seguire le lezioni: le aule non ce la fanno a contenere le matricole e gli studenti degli altri anni”.
Panico e Cuomo
i docenti più amati
i docenti più amati
Economia Politica è da sempre la spina nel fianco dei giuristi federiciani. Amate, odiate, a volte snobbate da chi ricorre a professori privati, le lezioni di Economia Politica sono in assoluto, da sempre, le più seguite. Dagli studenti, commenti molto positivi per i professori Carlo Panico e Gaetano Cuomo. “Il prof. Panico è l’unico che riesce a far amare la materia – dice un gruppo di studentesse al secondo anno – spiega in modo semplice, è disponibile, cerca sempre di trovare la spiegazione meno complicata. Molti studenti aspettano i cambi di cattedra proprio per poter sostenere l’esame con il prof. Panico. I suoi corsi sono seguiti anche da ragazzi di altre cattedre, è molto amato da tutti”. Pareri simili anche per il prof. Cuomo, da quest’anno docente ordinario, già conosciuto dagli studenti come collaboratore di cattedra. “Il professore comprende le nostre difficoltà – rivelano alcuni ragazzi del primo anno – durante le lezioni si ferma spesso, chiede se abbiamo capito, ci coinvolge. A volte, nel primo semestre, ci siamo sentiti come parte dell’arredamento, ora è diverso, non solo grazie ai professori, ma anche grazie a quella consapevolezza che si acquista con l’esperienza”.
GLI ANNI SUCCESSIVI. In queste settimane hanno preso il via i corsi destinati agli studenti degli anni successivi. Diritto Commerciale, Procedura Civile, Procedura Penale le lezioni più seguite e allo stesso tempo più temute. In queste aule trovano spazio tutti: gli studenti fuori corso della quadriennale, quelli del 3+2 e quelli che hanno fatto il passaggio alla magistrale. Insomma, ci si trova di fronte una platea molto articolata. “Non credevo che il corso di Procedura penale fosse così affollato – osserva Emma – Speravo in un rapporto più diretto con il professore. Invece, mi sembra di essere ritornata matricola. C’è ancora la corsa per il posto a sedere in prima fila”. Di parere concorde Marco: “seguo Procedura Civile perché dopo la seconda bocciatura mi sembrava il minimo. Purtroppo ad un passo dalla laurea mi sembra di essere tornato indietro…aule affollate e corse folli per essere in prima fila sperando che il prof. ti noti e si ricordi di te all’esame. Tutto ciò mi sembra paradossale!”.
GLI ANNI SUCCESSIVI. In queste settimane hanno preso il via i corsi destinati agli studenti degli anni successivi. Diritto Commerciale, Procedura Civile, Procedura Penale le lezioni più seguite e allo stesso tempo più temute. In queste aule trovano spazio tutti: gli studenti fuori corso della quadriennale, quelli del 3+2 e quelli che hanno fatto il passaggio alla magistrale. Insomma, ci si trova di fronte una platea molto articolata. “Non credevo che il corso di Procedura penale fosse così affollato – osserva Emma – Speravo in un rapporto più diretto con il professore. Invece, mi sembra di essere ritornata matricola. C’è ancora la corsa per il posto a sedere in prima fila”. Di parere concorde Marco: “seguo Procedura Civile perché dopo la seconda bocciatura mi sembrava il minimo. Purtroppo ad un passo dalla laurea mi sembra di essere tornato indietro…aule affollate e corse folli per essere in prima fila sperando che il prof. ti noti e si ricordi di te all’esame. Tutto ciò mi sembra paradossale!”.
La novità, Storia
della giustizia
della giustizia
Oltre ai corsi tradizionali, quest’anno ha preso il via una nuova disciplina Storia della giustizia. Le aule di Corso Umberto sono gremite di studenti, c’è molta curiosità in giro, alcuni si domandano ancora quale sia la finalità di questo corso. Si dice che non sia stato ancora indicato un libro di testo né definito il programma e che quindi bisogna seguire le lezioni se si vuole sapere qualcosa di più. “Non è assolutamente vero – ribatte il prof. Armando De Martino – il programma è ben delineato. I libri di testo sono quelli indicati sulla Guida dello studente. Diritto e giustizia nell’Europa moderna tra teoria e prassi; cultura giuridica, dinamiche cetuali e Corti di giustizia: i punti fondamentali. Sicuramente un corso nuovo ha bisogno di alcune precisazioni, deve in un certo senso essere sperimentato, ma siamo sulla buona strada e la notevole partecipazione degli studenti è indice del buon lavoro svolto finora”.
Susy Lubrano
Susy Lubrano