Procedura Civile: una sfida ardua per gli studenti

Esami e solo esami: a Giurisprudenza continua la full immersion nella sessione straordinaria. Proseguono le prove, tra alti e bassi, ogni giorno c’è una nuova sfida. All’esame di Procedura Civile, prof. Nicola Rascio, la tensione è palpabile. “Chi non ha mai studiato Procedura – dice Angela Mattera, iscritta al quinto anno – non sa cosa vuol dire ‘aver paura’. Siamo spaventati dalla seduta, per molti di noi si tratta dell’ultimo esame e non superarlo equivarrebbe a rimandare il progetto della laurea. Conoscendo la cattedra, non siamo molto ottimisti. Speriamo che l’aver studiato cinque mesi serva a qualcosa”. Il silenzio nell’aula rivela lo stato d’animo dei presenti. “Purtroppo è così – commenta Nica Grappa, primo anno fuori corso – A quest’esame non viene voglia nemmeno di fare quattro chiacchiere per alleggerire la tensione. Ormai sono abituata a questo clima. E’ la terza volta che ripeto la prova, e ad ogni seduta va sempre peggio”. Intanto alcuni ragazzi hanno terminato i primi colloqui. Un po’ accigliato Giuseppe Lobianco. “Credo di essere il primo bocciato del giorno – racconta – e questa cosa proprio non la capisco. Ho risposto a tutte le domande, ma secondo il collaboratore alla cattedra sono stato dispersivo. Durante l’esame occorre spiegare tutto passo dopo passo, senza tralasciare i dettagli. Non ero preparato a questa minuziosità”. Il primo studente dei cinque esaminati va a casa a mani vuote. Proseguono i colloqui e la media scende. Almeno due studenti su cinque non superano la prova. “Quando si parla di esame ostico – commenta Gianmarco – si cerca di addolcire la pillola. In realtà questa disciplina è quasi impossibile. Sono molto deluso, è la seconda volta che rimando la laurea per quest’unico esame”. Nemmeno la divisione in due tranche sembra aver apportato miglioramenti significativi. “Studiare la materia in modo separato è sicuramente conveniente – dichiara Alessandra Filastrocca – Però che senso ha rendere la prima parte accessibile se poi la seconda resta impossibile? Ho 28 anni e non sono ancora laureata solo perché non riesco a superare Procedura”. “La colpa non sarà sempre e solo nostra – incalza Gemma – Qualche deficit ci sarà anche nella strutturazione del corso. Una materia così difficile certo non può essere spiegata in soli tre mesi di lezione. Basti pensare che nell’ultimo anno mi sono praticamente accampata in Dipartimento. Solo lì ho trovato un’ancora di salvezza”. Soddisfatto del suo 19, Andrea: “Superare questa prova, al primo colloquio, è come aver ottenuto 30 con lode. Non importa se la media ne risentirà, mi sento miracolato, finalmente posso laurearmi”. Unico raggio di sole della giornata, Alessia Fiore: un 27 che risolleva gli animi. “Non ho fatto nulla di speciale, ho solo studiato – spiega la studentessa – Questo è un esame con cui devi imparare a convivere, notte e giorno. Ho ripetuto per settimane, sono restata sui testi per ben quattro mesi, concentrandomi solo sul manuale e sul Codice. Quando studi Procedura non puoi permetterti distrazioni, rischi di perdere qualche concetto che in sede d’esame potrebbe fare la differenza”. 
Costituzionale,
cattedra esigente
quella del 
prof. Staiano
Clima teso anche agli esami di Diritto Costituzionale con il prof. Sandro Staiano. Le cose non girano bene per le matricole. “Come prima esperienza è tutta da rifare – commenta Laura – Ero troppo emozionata, non riuscivo ad articolare bene il discorso. Peccato. La materia è davvero interessante e credevo di aver studiato bene. Suggerisco di dare Costituzionale nel secondo semestre. Non abbiamo ancora acquisito il linguaggio giuridico e questo ci penalizza”. Stesso discorso per Ambrogio Pontillo: “Questa cattedra non perdona, è esigente, minuziosa, vuole il massimo. Sono i particolari dei singoli Istituti che fanno la differenza, non si può tralasciare nulla. Dovrò ripetere il colloquio a marzo, perderò tanto tempo e forse riuscirò a dare un solo esame. Al primo anno meglio cominciare con le discipline storiche”. Non la pensa così Erika: “Credo che non si tratti di esperienza ma di metodo. Quando non si è abituati a così tante pagine da studiare, la cosa migliore è fare tanti schemi, dividendo gli argomenti, una sorta di piccolo manuale personale per poter poi ripetere. Almeno io ho fatto così. Come primo esame credo che 26 possa bastare”. C’è anche uno studente del terzo anno fra le matricole, Gianluigi Mazzella di Bosco: “Da matricola – racconta – ho sostenuto la prova due volte, sempre con pessimi risultati. Per non avere un blocco psicologico ho lasciato perdere e mi sono concentrato sugli esami civilistici”. Purtroppo Costituzionale è una materia propedeutica, senza non si va molto lontano. “Ormai non posso più andare avanti, se oggi non dovessi superarlo, il mio percorso universitario ne risentirebbe notevolmente. Però sono fiducioso, ho studiato e mi sento molto più tranquillo rispetto a tre anni fa”. 
Qualche delusione anche agli esami di Diritto Internazionale, prof. Massimo Iovane. “Mi aspettavo un’aria più serena, la materia è facile e il programma non supera le 500 pagine – dice Nina Simeoli – Purtroppo ci sono già alcuni bocciati e proprio non me l’aspettavo. Tanti voti bassi, domande cavillose, passaggi da un argomento all’altro: occorre una grande elasticità mentale”. “Ed è proprio questo che mi ha fregato: i collegamenti fra i vari aspetti della disciplina – dichiara Pasquale – Non mi aspettavo tanta precisione, alle domande devi rispondere in modo mirato. Devo ritornare perché la mia preparazione è frammentaria”. Battuta d’arresto anche per Bianca Tiano: “In realtà a gennaio più che essere preparati si va a tentare l’esame. Infatti, oggi non eravamo in molti, eppure c’è stato un bel numero di bocciati. Ho imparato a mie spese che questo è un esame che non si tenta. O si è preparati o è meglio rimandare al mese successivo”. Ottimo il risultato per Anna: “Sono soddisfatta, ho ottenuto 30. Ora posso guardare con serenità il prossimo esame. Cominciare la sessione a gennaio è l’unico modo per sfruttare i tre appelli disponibili, per questo mi sono data da fare”. L’argomento più richiesto? “L’autodeterminazione dei popoli, l’adattamento del diritto internazionale, l’art. 10 della Costituzione”. Suggerisce la studentessa: “darei un’occhiata anche allo jus cogens”. 
Scritto e orale 
per Economia
La giornata si conclude agli esami di Economia Politica, prof. Carlo Panico. “Lo scritto l’abbiamo svolto in mattinata – spiega Massimo Nappi – Adesso bisogna solo attendere la correzione. Di solito lo scritto aiuta, ti fa rompere il ghiaccio prima della prova orale. Avvantaggia chi, come me, è molto emotivo”. In genere, però, il 40% dei candidati non supera la prima prova e quindi non sostiene l’orale. “E’ verissimo, tanti ragazzi non superano lo scritto. Eppure – dice Marta – psicologicamente conviene di più scrivere, allenta la tensione e la capacità di ragionamento non viene messa alla prova dallo stress emotivo. Preferisco di gran lunga la doppia chance”. Nel frattempo, i colloqui di chi ha deciso di non sostenere lo scritto vanno avanti. “Ho scelto di affrontare direttamente l’esame orale – dichiara Daniela Pollice – perché non amo le prove doppie. Ma non è andata molto bene, porto a casa un 20 che mi abbasserà la media”. Le domande più gettonate? “La curva IS-LM, Keynes, la Bilancia dei pagamenti, i Neoclassici, insomma tutta la parte concernente la macroeconomia – risponde Luca – La micro viene chiesta poco. Il mio 28 testimonia che il metodo di studio ha funzionato”. 
Susy Lubrano
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