Programma lungo, scritto ostico, docente esigente: ogni esame ha la sua storia

Giorni difficili per gli studenti della Parthenope, alle prese con gli esami della sessione di febbraio. La tensione è forte e le ore di studio aumentano a dismisura, man mano che ci si avvicina alla meta. I ragazzi dei diversi Corsi non si perdono in chiacchiere e sinteticamente indicano le materie più ostiche. Metodi di Matematica Applicata, per il primo anno del Corso di Laurea in Management delle Imprese Internazionali, è l’esame che dà più pensiero: “scritto ed orale, consiste nello studio delle funzioni e in calcoli integrali, che sono solo due dei sei esercizi previsti. Ognuno vale un punto”, spiega Ileana Della Ragione. “Devi passarlo con un punteggio minimo di 18 per poter sostenere l’orale, dove anche se prendi 30 allo scritto, puoi essere bocciato”, aggiunge Veronica Loffredo. “Dobbiamo sostenerlo con più docenti, non solo con il nostro: Luigi D’Onofrio”, sottolinea Josephine Marcos. “Per me il problema non è tanto lo scritto, ma la commissione dell’orale, composta da otto professori che non conosco, perciò è un esame che ho lasciato per ultimo”, afferma Andrea Nasti, al terzo anno. “Spero di non farmi prendere dall’ansia, perché per me invece è il primo”, continua Francesca Natale. Più tranquillo è, invece, Andrea Pistone: “qui alla Parthenope è difficile andar male ad un esame, se hai studiato. I docenti sono molto corretti e disponibili. Mentre ad Ingegneria Gestionale della Federico II, da cui provengo, mi è toccata una bocciatura perché ero antipatico ad un professore. Con lui sono in causa”. Stessa difficoltà presenta Economia Aziendale: “perché c’è solo un’ora per svolgere lo scritto, composto da teoria più due esercizi: calcolo del prospetto del reddito, del capitale o dell’utile. Poi quattro domande a risposta aperta molto discorsive, che da sole ti tolgono un’ora”, fa presente Ileana.
Al secondo anno l’ostacolo è invece Diritto Commerciale con il prof. Renato Santagata: “molto esigente. Il libro di testo, scritto da lui, conta 1800 pagine, costa 110 euro”, lamenta Luca Dezi. Difficoltà media presenta invece Economia e Gestione delle Imprese: “scritto e orale, composto da 10 domande con vero o falso, più due a risposta aperta”, spiegano Raffaele Linguetta, Pasquale Pedata, Sebastiano Campanile e Giovanni Gargiulo. 
Il più temuto al secondo anno del Corso di Statistica Informatica e Gestione delle imprese, per Clara Piccolo, è Modelli di simulazione dei processi produttivi con il prof. Paolo Zanetti: “un esame di statistica applicata al computer. Mi preoccupa perché c’è tanta teoria da imparare. È scritto ed orale. Lo scritto consiste nella simulazione di una rete internet attraverso un router, un server ed un programma che fornisce i mezzi per lavorare”. Matematica Applicata non la spaventa: “perché la prof.ssa Raffaella Giova l’ha spiegato bene, ci ha fornito molto materiale attraverso esercizi in aula. Lo scritto, l’abbiamo sostenuto in cinque su venti”. Non è affollato il secondo anno del Corso di Statistica “perché la maggior parte degli iscritti fa il passaggio ad Economia Aziendale o Economia e Commercio, dato che al primo anno abbiamo esami in comune”. 
Non crea meno problemi degli altri l’esame scritto di Analisi Strategica per la Politica economica con il prof. Bruno Chiarini, che insegna al secondo anno di Management e controllo aziendale: “dobbiamo studiare la teoria dei giochi, strumento mediante il quale si affrontano dinamiche aziendali. L’esame consiste in domande a risposta multipla ed otto esercizi, su argomenti difficili come il calcolo degli equilibri”, sostiene Angela Dell’Anno. “Come teoria portiamo formule e calcolo delle probabilità. Abbiamo già sostenuto una prova intercorso, che è andata bene”, prosegue Maria Granata. “L’ho lasciato per ultimo perché per me è l’esame più difficile e se vieni bocciato devi saltare una sessione”, conclude Rossella Lamarca.
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