È il giorno che precede la manifestazione più importante in opposizione alla Buona Scuola renziana. Un assolato 4 maggio, in cui gli insegnanti di ruolo e i precari della scuola sono stanchi, ma i tieffini di area umanistica della Federico II lo sono ancor di più. Gli appartenenti alle classi di Tirocinio Formativo Attivo (TFA) A052-A051-A043/A050, circa trecento studenti, interrompono le lezioni. Goccia che ha fatto traboccare il vaso: le dimissioni annunciate, ma non confermate, dalla docente di area comune Maria Luisa Iavarone, la quale, vistasi priva di strumentazione idonea allo svolgimento della lezione (proiettore e microfono), decide di andarsene. A fronte del costo complessivo del Tirocinio (che ammonta a 2.700 euro circa, da versare in soli tre mesi) le classi decidono di irrompere in Rettorato stremate da: disservizi del sito unina sezione tfa e conseguente mancanza di informazioni spesso pubblicate a singhiozzo, impossibilità di fare assenze senza doverle recuperare, accavallarsi delle ore di tirocinio diretto con quelle dell’indiretto e i corsi di area disciplinare, carico di studio eccessivo in poco tempo a disposizione. Il Prorettore Arturo De Vivo incontra i futuri docenti al piano terra di Corso Umberto. La richiesta è una e chiara: la partenza tardiva dei corsi TFA, non imputabile alla Federico II, ma neanche ai discenti del Tirocinio, poiché frutto di vicende giudiziarie che hanno visto protagoniste le università telematiche, non deve rendere impossibile una serena abilitazione, fermo restando il rispetto del termine ministeriale di fine Tirocinio entro luglio. Il Prorettore si dimostra aperto ad un tavolo di discussione con i discenti. Questi ultimi, riunitisi sullo Scalone della Minerva, producono un documento indirizzato al Rettore Gaetano Manfredi, al Prorettore, alla coordinatrice di area umanistica Marisa Squillante, al responsabile dell’Ufficio Scuole di Specializzazione e Master, ai tutor del tirocinio indiretto, dove chiedono un chiarimento: sulle ore di tirocinio da documentare sul libretto dall’istituzione scolastica, quelle previste per l’inclusione degli studenti con disabilità, il numero di ore di tirocinio diretto e indiretto da documentare per i corsisti esonerati. Vorrebbero inoltre la risoluzione de visu, con i diversi coordinatori scolastici e universitari, dei problemi relativi alla coincidenza delle ore di tirocinio diretto con quelle di indiretto, l’assegnazione delle scuole (ancora da effettuare per alcuni discenti) e l’adeguamento, in ragione della notevole riduzione dei tempi del TFA, del carico di studio e dei programmi d’esame previsti per area disciplinare e comune. Ultime richieste, non in ordine di importanza: informazioni sulla modalità di svolgimento dell’esame finale, tenendo conto della selezione già effettuata per accedere al Tirocinio, e attrezzature idonee allo svolgimento delle lezioni. La speranza dei tirocinanti è di una risoluzione tempestiva dei problemi nell’interesse di tutte le parti in causa.