Quattro studenti e una nave polare

Una nave polare, quattro ragazzi con la passione per il mare e un’importante campagna oceanografica: gli ingredienti di un sogno ci sono tutti, ma questa volta è realtà. I ragazzi sono studenti di Scienze Ambientali del Navale; la nave è l’Italica, un gigante del mare di 135 metri dell’armatore napoletano Diamar, utilizzata più volte durante le spedizioni italiane in Antartide; la campagna oceanografica, che si è svolta dal 20 al 31 ottobre tra il versante albanese ed italiano dell’Adriatico, è l’Interreg Italia-Albania, un progetto tra paesi stranieri confinanti, organizzato dal CoNISMa (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare) di cui il Navale è socio fondatore, finalizzato a studiare lo sviluppo sostenibile, in questo caso, delle coste dell’Albania.
“Quando, alcuni mesi fa, ci hanno detto che avremmo partecipato ad una campagna oceanografica, all’Interreg Italia-Albania, sembrava un sogno -dice Simone Sammartino, 23 anni iscritto al 5° anno di Scienze Ambientali-. Avevamo sentito parlare dell’Italica, ne avevamo visto le foto, ma era la prima volta che saremmo stati impegnati in una ricerca su una grande nave”. “All’inizio eravamo molto tesi -ricorda Veronica Ortoli, 23 anni, al quarto di Scienze Ambientali- non sapevamo proprio cosa ci aspettava, come comportarci, e, soprattutto, ci emozionava lavorare a fianco di importanti studiosi. Fin dal nostro arrivo a bordo, la disponibilità di tutti, professori e ricercatori, è stata completa, l’equipaggio della nave è stato eccezionale” racconta ancora Veronica. “Con tutti, abbiamo da subito costruito un ottimo rapporto, specialmente con i nostri professori che fino ad allora avevamo visto sempre ‘solo in cattedra’ -sottolinea Simone- un rapporto che nessun mio amico iscritto ad altra facoltà è riuscito ad instaurare”. 
“Penso che siamo stati veramente fortunati -spiega Andrea Fienga, 22 anni, anche lui del quarto anno di Scienze Ambientali- perché abbiamo partecipato ad una campagna oceanografica completa, che abbiamo seguito dalla fase progettuale, all’allestimento dei laboratori, al prelievo ed analisi dei dati”. “Durante la campagna ci hanno insegnato ad usare software specifici come il surfer ed il grapher” racconta Eleonora Marzi, del quarto anno di Scienze Ambientali.
“La fama dei nostri professori ci ha fatto da biglietto da visita, essere il gruppo di Spezie ci ha posto subito al centro dell’attenzione -aggiunge Simone- e dato che tutto ciò che era alla base della campagna era svolto dal nostro laboratorio, noi eravamo un punto di riferimento”. 
Un’opportunità unica da sfruttare al meglio “abbiamo letteralmente tempestato di domande la dott.ssa Annalisa Ortona, la nostra tutor, e il dott. Arturo De Alteris, specializzato nell’uso degli strumenti, i quali ci hanno pazientemente spiegato tutto di tutto” ricorda Andrea. “Quando siamo rientrati a Napoli, avevamo crisi di astinenza, tutto ci sembrava banale e noioso”, evidenzia Eleonora.
“Questa è stata solo la prima spedizione, a cui ne seguirà una successiva in primavera -spiega il professor Giancarlo Spezie, Presidente del Corso di Laurea in Scienze Ambientali, responsabile della campagna oceanografica-. Ho voluto la presenza di un gruppo di studenti di Scienze Ambientali per due fondamentali motivi: trasferire loro una conoscenza delle problematiche relative alla costruzione di progetti internazionali, dall’impostazione della campagna fino alla fase di elaborazione dei dati, e permettere il confronto diretto con docenti stranieri, consentendo loro di verificare il grado di preparazione dei nostri studenti, proponendo futuri scambi culturali ”.
“Credo che queste esperienze siano fondamentali per la formazione professionale degli studenti e che vadano ripetute ed incrementate -sottolinea il professor Spezie-. Spero si possano allargare anche ad altri settori”.
Grazia Di Prisco
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