“Abbiamo pensato a questo titolo perché alla retorica che si accompagna, in questo periodo, alle idee di innovazione, rinnovamento, noi abbiamo contrapposto dei fatti concreti”, spiega il prof. Mario Rusciano, Presidente del Polo Federiciano delle Scienze Umane e Sociali e moderatore dell’incontro “Dal dire al fare”, appuntamento svoltosi il 2 febbraio nell’Aula Pessina della Federico II, per presentare i risultati della convenzione triennale con la Compagnia di San Paolo e con l’Istituto Banco di Napoli. Ma anche per annunciare una nuova collaborazione che porterà, nei prossimi tre anni, 1,8 milioni di euro nelle casse dell’Ateneo da destinare a progetti di ricerca originali. “Le fondazioni bancarie hanno un loro ambito territoriale di riferimento – ha aggiunto il Rettore Massimo Marrelli – Per la Compagnia di San Paolo è il Piemonte. Il fatto che decida di investire in risorse a Napoli vuol dire che c’è un forte legame di fiducia. Negli ultimi tre anni si è svolta un’attività molto intensa e che ha portato risultati incoraggianti”
“La convenzione con la Federico II è stata la prima ad essere definita con un Ateneo – ricorda il dott. Piero Gastaldo, segretario generale della Compagnia San Paolo- e sta guidando la nostra azione anche con altre università italiane. L’idea di un orizzonte temporale lungo, con un accordo stabile e il finanziamento di singoli progetti, è dovuto alla necessità del superamento dell’occasionalità. L’obiettivo è dare spazio ai giovani e consolidare e integrare la realtà interna all’Ateneo con il territorio, migliorando la capacità di dare vita ad iniziative che abbiano effetto ‘moltiplicatore’, cioè generino altro sviluppo”. “Il tema di collegare università, impresa e banca va dibattuto nell’ottica di una formazione integrata tra queste tre componenti per far sì che cresca il territorio – dichiara il dott. Giuseppe Castagna, Direttore Generale del Banco di Napoli- Su questo argomento tutti devono lavorare assieme, per questo il Banco di Napoli cerca di essere presente in tutte le iniziative dell’Università. L’innovazione, i servizi, la formazione sono il motore per il progresso e lo sviluppo. Le piccole e medie aziende del Sud hanno un grande gap innovativo, sono poco attente alla formazione manageriale, anche perché di solito sono a conduzione familiare, e questo crea un mancato sviluppo dell’azienda stessa”. Anche l’Assessore all’Università Guido Trombetti non manca di sottolineare l’importanza della sinergia tra le tre componenti e di trasferire conoscenza soprattutto alle piccole e medie imprese. Poi coglie l’occasione per evidenziare che gli investimenti da parte dei privati sono ancora scarsissimi. La Regione Campania, afferma, non ha fondi sufficienti da destinare all’Università. “La quasi totalità del bilancio regionale viene assorbito da sanità e trasporti. I fondi europei, che sono gli unici su cui possiamo contare, sono settoriali e dedicati alla ricerca applicata”. Così a farne le spese è la ricerca fondamentale, che, anche se più economica, oggi rischia di essere bloccata: ultimo esempio la chiusura del cantiere archeologico di Cuma. “Se uno Stato vuole fallire, deve bloccare la ricerca fondamentale”, afferma Trombetti. Per la ricerca applicata, invece, in Regione si pensa ad un Centro di Servizi per le imprese e ai dottorati in azienda, “in modo che le PMI possano apprezzare quanto sia importante avere nel loro staff una persona collegata al mondo della ricerca, e magari anche in modo da poter collocare i circa 300 dottori di ricerca che ogni anno restano in eccedenza e l’Università non può assorbire”.
“La convenzione con la Federico II è stata la prima ad essere definita con un Ateneo – ricorda il dott. Piero Gastaldo, segretario generale della Compagnia San Paolo- e sta guidando la nostra azione anche con altre università italiane. L’idea di un orizzonte temporale lungo, con un accordo stabile e il finanziamento di singoli progetti, è dovuto alla necessità del superamento dell’occasionalità. L’obiettivo è dare spazio ai giovani e consolidare e integrare la realtà interna all’Ateneo con il territorio, migliorando la capacità di dare vita ad iniziative che abbiano effetto ‘moltiplicatore’, cioè generino altro sviluppo”. “Il tema di collegare università, impresa e banca va dibattuto nell’ottica di una formazione integrata tra queste tre componenti per far sì che cresca il territorio – dichiara il dott. Giuseppe Castagna, Direttore Generale del Banco di Napoli- Su questo argomento tutti devono lavorare assieme, per questo il Banco di Napoli cerca di essere presente in tutte le iniziative dell’Università. L’innovazione, i servizi, la formazione sono il motore per il progresso e lo sviluppo. Le piccole e medie aziende del Sud hanno un grande gap innovativo, sono poco attente alla formazione manageriale, anche perché di solito sono a conduzione familiare, e questo crea un mancato sviluppo dell’azienda stessa”. Anche l’Assessore all’Università Guido Trombetti non manca di sottolineare l’importanza della sinergia tra le tre componenti e di trasferire conoscenza soprattutto alle piccole e medie imprese. Poi coglie l’occasione per evidenziare che gli investimenti da parte dei privati sono ancora scarsissimi. La Regione Campania, afferma, non ha fondi sufficienti da destinare all’Università. “La quasi totalità del bilancio regionale viene assorbito da sanità e trasporti. I fondi europei, che sono gli unici su cui possiamo contare, sono settoriali e dedicati alla ricerca applicata”. Così a farne le spese è la ricerca fondamentale, che, anche se più economica, oggi rischia di essere bloccata: ultimo esempio la chiusura del cantiere archeologico di Cuma. “Se uno Stato vuole fallire, deve bloccare la ricerca fondamentale”, afferma Trombetti. Per la ricerca applicata, invece, in Regione si pensa ad un Centro di Servizi per le imprese e ai dottorati in azienda, “in modo che le PMI possano apprezzare quanto sia importante avere nel loro staff una persona collegata al mondo della ricerca, e magari anche in modo da poter collocare i circa 300 dottori di ricerca che ogni anno restano in eccedenza e l’Università non può assorbire”.
La presentazione
dei progetti
dei progetti
Quattro i principali progetti finanziati dalla Compagnia di San Paolo e dall’Istituto Banco di Napoli, i cui contenuti sono stati brevemente presentati durante l’incontro. Per l’area umanistica, il prof. Roberto Delle Donne ha parlato del Centro di Ateneo per le Biblioteche (CAB), di cui è attuale direttore: “Nato nel 2009, sotto la direzione prima di Pettorino e poi di Rossi, il Centro ha ricevuto dalla Compagnia di San Paolo finanziamenti cruciali per il suo sviluppo. Il nostro lavoro è quello di coordinare il sistema bibliotecario di Ateneo. Attualmente delle 127 strutture bibliotecarie presenti in Campania, ben 76 aderiscono al catalogo di Ateneo, il quale, tra volumi, riviste e articoli, conta oltre 1 milione di documenti”. Un altro progetto di eccellenza è il Centro Studi di Economia e Finanza (CSEF), diretto dal prof. Tullio Iappelli, che ne ha esposto le funzioni e la composizione: “Il CSEF esiste da dieci anni e riceve i finanziamenti della Compagnia. Siamo un Centro interuniversitario – con docenti della Bocconi, di Salerno e anche della Parthenope – e il nostro lavoro consiste nell’organizzazione di convegni, seminari, pubblicazione di working papers. Ospitiamo post-dottorati (attualmente sono circa 50), abbiamo in corso 10 progetti di ricerca europei e anche un Master in Economia e Finanza”.
Ma non solo Centri di ricerca e di servizi, la Compagnia di San Paolo e il Banco di Napoli danno anche un aiuto concreto ai giovani ricercatori, il progetto FARO ne è un esempio. “F.A.R.O. sta per finanziamento per l’avvio di ricerche originali – spiega il prof. Luciano Mayol, Presidente del Polo delle Scienze e delle Tecnologie per la Vita e direttore del progetto- Possono, quindi, partecipare al bando ricerche di carattere innovativo; devono riferirsi a progetti che non abbiano ricevuto mai alcun tipo di finanziamento. Scegliamo pochi progetti in modo da garantire loro un finanziamento più consistente”. Nel 2011, ad esempio, sono stati finanziati sette progetti, ognuno con un assegno annuale di 40 mila euro.
FORGIARE, le cui sei migliori ricerche sono state premiate proprio durante l’incontro, è invece un progetto di finanziamento di assegni di ricerca biennali, “rappresenta il tassello conclusivo di questo complesso di finanziamenti. Dalle biblioteche che forniscono gli strumenti allo studio, ai Centri di ricerca dove si sviluppano le menti, passando per le ricerche giovani e innovative, si arriva agli assegni di ricerca veri e propri. I progetti da noi finanziati sono sottoposti ad una severa verifica e vengono valutati attraverso tre fasi: all’atto dell’assegnazione, durante e al termine del lavoro. Nel 2012 siamo arrivati al quinto bando, per un totale di 280 annualità, delle quali l’84% è stato finanziato dalla Compagnia di San Paolo”, spiega il prof. Massimo D’Apuzzo, Presidente del Polo delle Scienze e delle Tecnologie e direttore del progetto.
Valentina Orellana
Ma non solo Centri di ricerca e di servizi, la Compagnia di San Paolo e il Banco di Napoli danno anche un aiuto concreto ai giovani ricercatori, il progetto FARO ne è un esempio. “F.A.R.O. sta per finanziamento per l’avvio di ricerche originali – spiega il prof. Luciano Mayol, Presidente del Polo delle Scienze e delle Tecnologie per la Vita e direttore del progetto- Possono, quindi, partecipare al bando ricerche di carattere innovativo; devono riferirsi a progetti che non abbiano ricevuto mai alcun tipo di finanziamento. Scegliamo pochi progetti in modo da garantire loro un finanziamento più consistente”. Nel 2011, ad esempio, sono stati finanziati sette progetti, ognuno con un assegno annuale di 40 mila euro.
FORGIARE, le cui sei migliori ricerche sono state premiate proprio durante l’incontro, è invece un progetto di finanziamento di assegni di ricerca biennali, “rappresenta il tassello conclusivo di questo complesso di finanziamenti. Dalle biblioteche che forniscono gli strumenti allo studio, ai Centri di ricerca dove si sviluppano le menti, passando per le ricerche giovani e innovative, si arriva agli assegni di ricerca veri e propri. I progetti da noi finanziati sono sottoposti ad una severa verifica e vengono valutati attraverso tre fasi: all’atto dell’assegnazione, durante e al termine del lavoro. Nel 2012 siamo arrivati al quinto bando, per un totale di 280 annualità, delle quali l’84% è stato finanziato dalla Compagnia di San Paolo”, spiega il prof. Massimo D’Apuzzo, Presidente del Polo delle Scienze e delle Tecnologie e direttore del progetto.
Valentina Orellana