Salute e nuove tecnologie, pluripremiata la tesi di laurea di Davide

Davide Pistorio è un giovane di 27 anni, un 110 e lode in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica e un aspirante sociologo. Dopo la laurea conseguita presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali nel luglio 2015, la sua tesi – che ha visto come relatrice la prof.ssa Monica Murero – non ha smesso di viaggiare suscitando l’interesse della comunità accademica e scientifica, a livello regionale e non solo. Il lavoro reca un titolo piuttosto accattivante, ‘Social Media ed eHealth: the Bright and the Dark Sides of the Social Moon’. Come non pensare all’album dei Pink Floyd? Argomenti all’avanguardia che, però, hanno radici lontane. “Sono sempre stato affascinato dal Web 2.0 e dal ruolo che svolgono i Social Media in ogni campo della vita sociale, tema che ho approfondito peraltro anche nella mia tesi triennale, ma con focus sul mondo dell’arte e dei musei”. Stavolta, invece, il connubio su cui ha puntato il laureato eccellente è quello tra salute e nuove tecnologie. Un po’ per impronta genetica. “Un padre medico e una madre che ha avuto gravi problemi di salute mi hanno condotto naturalmente a fare ricerca sui temi connessi all’eHealth”, ossia la pratica della salute e del benessere attraverso la rete. “Un termine abbastanza dibattuto – insieme alle altre definizioni tra cui ‘telemedicina’, ormai passata di moda – e che vanta una vasta tradizione di studi fuori dall’Italia ma che da noi necessita di essere esplorato con maggiore attenzione”. Obiettivo lungimirante dello studente era affrontare le due facce della stessa medaglia, “sia gli scopi positivi derivanti dall’uso dei Social Media nei settori della medicina, dell’assistenza sanitaria e dell’healthcare, sia le problematiche di grande rilevanza”, dunque i ‘bright’ and ‘dark side’. Con un interrogativo in mente: come le ICT – le tecnologie della comunicazione e dell’informazione – possono cambiare e migliorare la vita delle persone? Ecco, la risposta fornita da Davide inquadra al meglio il punto di vista di un sociologo, perché guarda all’umanizzazione delle tecnologie, che “non sono intrinsecamente buone o cattive. I pro e contro dipendono dall’uso che se ne fa”. Vari gli attori coinvolti nei processi che incidono e stanno trasformando radicalmente la cura della salute: pazienti, professionisti sanitari e ricercatori. Da un lato, “i pazienti 2.0 hanno la possibilità di accedere alle informazioni e condividerle più facilmente, insieme a esperienze e valutazioni, nonché ottenere sostegno sociale”. Ciò che nella prassi ha inciso su un ‘empowerment’ della comunicazione, perché “la platea di utenti sta diventando sempre più critica, competente e informata”. Della ‘bright side’ sono anche altri a beneficiare, chi si occupa di assistenza o ricerca nel campo medico può, infatti, “coinvolgere ed educare i pazienti, divulgare i propri studi e riscontrare feedback, monitorare dati legati alla diffusione di malattie”. Dall’altro lato, considerazioni meno felici e in alcuni casi rischiose sono, invece, insite nella democraticità di strumenti connessi alla rete sociale, responsabili di “informazioni di bassa qualità, violazione di privacy e standard etici, e nuovi divide”. 
I premi. Gli interessanti risultati emersi dalle ricerche, dunque, hanno consentito a Davide di portare alto il nome della Federico II in vari concorsi aggiudicandosi finora ben 4 premi. Il primo, nel 2015, è stato il Premio Tesi dedicato alla memoria di ‘Luca Coscioni’ e bandito dall’Istituto omonimo per ricerca sui temi della comunicazione pubblica della scienza, seguita nell’anno successivo dalla cerimonia presso la Camera dei Deputati e la pubblicazione del lavoro da parte di Aracne Editrice. Nel novembre 2016, Davide è risultato primo classificato alla seconda edizione del Premio di Laurea ‘Salvo Sapio’, intitolato al giornalista de Il Mattino. Per la sua attinenza agli argomenti di Bioetica è giunto poi il Premio per Tesi di Laurea ‘Mario Coltorti’ e, in ultimo, il MEDiT Health Innovation Award nella categoria tesi, la cui premiazione si è tenuta lo scorso 18 novembre presso la Fiera di Vicenza nello scenario del Salone MEDiT e PHARMAiT 2017.
Sogno nel cassetto di Davide è un lavoro nell’ambito della comunicazione e della sociologia. Altra sua caratteristica è un nonsoché di creatività. “Ho preso parte a start-up impegnate nella progettazione e realizzazione di app e dispositivi medici”. Attualmente Davide è infatti cofondatore della nascente startup SanitUp, il cui progetto di spicco è un braccialetto che permetterà al paziente diabetico di tenere costantemente sotto controllo i parametri glicemici. “Dopo la mia tesi, mettere in piedi business plan ed elaborare idee imprenditoriali vincenti e competitive è una grandissima soddisfazione per me”. Tra i recenti successi, il progetto di GLoW (Glucose Level on Wrist), il polsino sensorizzato, ha conquistato il terzo posto alla finale regionale della Start Cup Campania 2017. Ricerca, sviluppo e tecnologia: che la salute sia a portata di click?
Sabrina Sabatino
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