Team di studenti progettano il robot più veloce al mondo nella corsa dei 100 metri

L’obiettivo del Prisma Lab: attirare gli studenti “verso tematiche di controllo automatiche complesse attraverso il divertimento e la passione”

30 studenti e un tesista hanno risposto all’appello del PRISMA Lab per la creazione del robot umanoide più veloce al mondo nella corsa dei 100 metri. Deep learning, imitation learning, model predictive control e full body control: le tecniche che saranno messe in pratica per l’addestramento del robot, che riguarderà tanto gli aspetti percettivi e cognitivi quanto quelli cinematici e dinamici. Sono già state avviate le procedure di acquisto del robot, modello H1 della UNITREE, che si concluderanno in estate. Per ora si prospetta il primo incontro in presenza con gli studenti, durante il quale “formeremo dei gruppi di studio, che noi del Laboratorio coordineremo e supporteremo, e, dopo le opportune spiegazioni, inizieremo da esercizi semplici e poi aumenteremo progressivamente la difficoltà fino a passare, da qui a un anno, ad algoritmi per conferire al robot umanoide camminate sempre più antropomorfe, per arrivare poi a sfide molto complesse, come la corsa, fino alla gara dei 100 m o altre discipline olimpiche”, spiega il prof. Vincenzo Lippiello.
L’iniziativa corre parallela al progetto NEMESI, New Engineering & Manufacturing Enhanced System Innovation, di Leonardo, che prevede un processo di digitalizzazione, automazione e applicazione di tecnologie avanzate per la costruzione di velivoli ATR. “Tra i vari compiti da ammodernare c’è la verniciatura, un’operazione tossica svolta ad oggi da operatori manualmente all’interno della scocca con un rischio per la salute umana – racconta il prof. Lippiello – Come Accademia assumeremo anche giovani ricercatori per programmare un robot umanoide che possa eseguire la stessa operazione in maniera sicura e automatizzata, in vista di un miglioramento delle condizioni lavorative e una riduzione di tempi e costi. Abbiamo pensato di sfruttare la stessa piattaforma per una formazione alla robotica e alle intelligenze artificiali polivalente, non ludica, ma sicuramente meno ostica e volta a fidelizzare gli studenti”.
Il professore si augura, infatti, di aver trovato un modo per ‘indorare la pillola’ agli studenti e “attirarli verso tematiche di controllo automatiche complesse attraverso il divertimento e la passione, così che anche il lavoro e la fatica si avvertano di meno” e di riuscire a “stimolare l’interesse dei ragazzi fino a creare un nocciolo duro capace di autoalimentarsi, un’associazione studentesca (UNINA Robotic Olympic Team), che possa anche competere con altre Università italiane e internazionali in mini Olimpiadi di robotica e trovare sponsor”.
All’inizio i gruppi non saranno a compartimenti stagni e ci sarà una collaborazione tra i team, anche se prima si completano gli esercizi, prima sarà possibile passare al ‘livello successivo’. Anche un po’ di agonismo, però, può incentivare lo studio: “Dopo aver consolidato le conoscenze di base, potremmo suddividere i ragazzi in gruppi più piccoli che si occupino degli stessi algoritmi e si ‘sfidino’ tra loro caricando ciascuno il proprio codice sul robot e verificando le tempistiche migliori”.
In breve, la finalità del progetto è “sviluppare conoscenze avanzate di robotica e intelligenza artificiale che possano essere usate anche in campi diversi, grazie al background di competenze sviluppate”, conclude il prof. Lippiello.
Eleonora Mele

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Ateneapoli – n.07 – 2024 – Pagina 15

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