5 anni di studi, 40 esami, 4 anni di tirocinio, 30 laboratori: è il percorso dell’aspirante laureato in Scienze della Formazione primaria. Si prodiga per il suo sogno scoprendo, alla fine, che i suoi meriti potrebbero tramutarsi in difetti. “Sono arrabbiata e ho paura per tutti noi – dichiara Maria Colombo, studentessa del Suor Orsola Benincasa, una delle promotrici dell’assemblea informativa indetta il 9 novembre – Se il Consiglio di Stato approverà la legge per la quale i diplomati magistrali potranno rientrare nelle GAE (graduatorie ad esaurimento), i laureati in Scienze della Formazione primaria verranno messi in secondo piano. 60mila diplomati avranno accesso all’insegnamento senza nemmeno dover superare un concorso”. C’è molta preoccupazione tra gli studenti del Suor Orsola Benincasa, come in tutte le altre università d’Italia, riguardo ai tanti ricorsi avanzati dai diplomati che, dopo la chiusura delle graduatorie nel 2008, erano stati esclusi. Qualora si riaprissero le graduatorie, questi farebbero parte della prima fascia e scavalcherebbero i laureati che rientrerebbero nella seconda fascia. Sono tuttora un milione le persone che già lavorano o hanno incarichi di supplenza e, come si può immaginare, non si esauriranno molto velocemente. “A questo punto, penso che all’Italia non piaccia il progresso – afferma Maria Conte – Nel 2002 fu proprio lo Stato a dichiarare che per insegnare serviva una laurea e non solo un diploma, proprio perché si richiedeva personale formato ed esperto, forgiato da ore di lezione, dal confronto e la relazione con i bambini. Adesso, invece, si rischia di mettere in campo…
L'articolo continua sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola dal 24 novembre (n. 19/2017)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli