“La fuga dei cervelli non esiste! È un falso problema”, esordisce il prof. Benedetto De Vivo, docente di Geochimica Applicata presso il Dipartimento di Scienze della Terra alla Federico II, di ritorno da un proficuo viaggio in Cina. “Internazionalizzazione non è uno slogan, il concetto che vi sta alla base è: se si globalizza il sistema, ognuno trova spazio quando è bravo. Il mercato dei cervelli dev’essere in entrata e in uscita, quindi il mio studente troverà un posto laddove esiste premialità”, spiega. Ecco perché è necessario aprirsi all’estero, cosicché “il sistema di ricerca possa captare la migliore offerta del mercato. Se c’è una competizione giusta e aperta, nessuno dovrà aver paura di nulla”. In Italia il mercato è ancora abbastanza chiuso, ma il docente sta facendo di tutto per migliorare la situazione. “Quando si bandisce un mio dottorato di ricerca, la call è internazionale, e sono io stesso a prendermi la responsabilità di scegliere il migliore. Nel mio gruppo di ricercatori la provenienza è varia: Cina, Columbia, Venezuela, Nuova Zelanda, Siena, Roma, Trento”. Questo tipo di procedimento innesca un circolo virtuoso di scambio continuo all’interno dell’Università e nel nostro Paese. Il viaggio è stato appunto occasione per stabilire nuovi contatti ed iniziare un programma di collaborazione tra diversi Atenei. “Come già ho fatto con il Virginia Polytechnic Institute & StateUniversity (Virginia Tech), negli Stati Uniti, stiamo stipulando un accordo quadro generale di collaborazione scientifica con: l’University of Geosciences di Wuhan, la Tonji University di Shanghai, la Nanjing University di Nanchino e l’Università di Pechino”. L’accordo, che sarà esteso a dottorandi e studenti, prevederà possibilità di stage negli Atenei cinesi “che hanno, contrariamente a false credenze popolari, laboratori enormi e campus più attrezzati di quelli americani”. L’iniziativa, con il beneplacito del Rettore Massimo Marrelli, coinvolgerà anche i Dipartimenti di Ingegneria, Architettura ed Economia, che avranno l’opportunità di iniziare dottorati congiunti con la Cina. Altra novità in vista, l’istituzione di un ufficio della Federico II nell’Università di Wuhan. “In questo modo lo studente cinese potrà fare una preselezione al dottorato o al Master che gli interessa nel nostro Ateneo, dalla sua sede”. Il circolo virtuoso è già attivo. “Tre ricercatori cinesi hanno già chiesto di lavorare su problematiche ambientali del loro Paese, tramite stage nella nostra Università. Collaborare vuol dire proprio questo: stabilire un rapporto di mutuo interesse tra le due parti, che genera enormi vantaggi, sia economici, che in termini di bagaglio di esperienze”. Appena partirà il programma del professore, i laureati alle Magistrali di Scienze della Terra ed i dottorandi potranno recarsi in Cina presso l’Institute of Geophysical and Geochemical Exploration (IGGE), per estendere i propri progetti.
Scienze della Terra, accordo di collaborazione con università cinesi

- Advertisement -