È una posizione esplicita sullo sciopero docenti e sulle scelte individuali. Una presa di posizione comparsa in rete, sul sito docente del prof. Achille Basile,
Ordinario di Metodi Matematici per l’Economia e ultimo Preside della ex Facoltà di Economia soppressa con la riforma universitaria. “Penso che Docenti e Ricercatori delle Università italiane non meritino la discriminazione subita rispetto ad altre categorie non contrattualizzate del pubblico impiego. In particolare con la cancellazione nelle carriere dei cinque anni di blocco degli scatti. Questa aggiunge al contributo una tantum dato al risanamento
della finanza pubblica (peraltro per un periodo più lungo rispetto ad altre categorie) una riduzione a vita della retribuzione di chi era in servizio al 31 dicembre 2010”, scrive nella nota il docente. E continua: “Un caso che mi risulta unico e senza precedenti. A mio modo di vedere la discriminazione
è stata condotta con evidente protervia, non so se preferire pensare che sia stato fatto con studiato accanimento o per negligenza. Comprendo pertanto la protesta in atto da parte dei Colleghi”. Un atto di solidarietà a cui segue la decisione di non aderire allo sciopero: “Peraltro penso sia svolto con modalità civili, però non prive di conseguenze ‘dannose’ per gli incolpevoli studenti. Pur conscio di un’apparente contraddizione, non sciopero. Ho preferito devolvere alla Fondazione Corti- Ospedale di Lacor in Uganda la mia giornata di sciopero piuttosto che lasciarne la relativa retribuzione nelle casse del tesoro”, conclude il testo. “Ho pensato a lungo a quello che volevo scrivere – dice il professore durante una breve intervista – Ma non saprei cos’altro aggiungere. Per ulteriori decisioni, aspetteremo di capire cosa faranno nei prossimi mesi il Ministro Padoan e la Conferenza dei Rettori”.
Ordinario di Metodi Matematici per l’Economia e ultimo Preside della ex Facoltà di Economia soppressa con la riforma universitaria. “Penso che Docenti e Ricercatori delle Università italiane non meritino la discriminazione subita rispetto ad altre categorie non contrattualizzate del pubblico impiego. In particolare con la cancellazione nelle carriere dei cinque anni di blocco degli scatti. Questa aggiunge al contributo una tantum dato al risanamento
della finanza pubblica (peraltro per un periodo più lungo rispetto ad altre categorie) una riduzione a vita della retribuzione di chi era in servizio al 31 dicembre 2010”, scrive nella nota il docente. E continua: “Un caso che mi risulta unico e senza precedenti. A mio modo di vedere la discriminazione
è stata condotta con evidente protervia, non so se preferire pensare che sia stato fatto con studiato accanimento o per negligenza. Comprendo pertanto la protesta in atto da parte dei Colleghi”. Un atto di solidarietà a cui segue la decisione di non aderire allo sciopero: “Peraltro penso sia svolto con modalità civili, però non prive di conseguenze ‘dannose’ per gli incolpevoli studenti. Pur conscio di un’apparente contraddizione, non sciopero. Ho preferito devolvere alla Fondazione Corti- Ospedale di Lacor in Uganda la mia giornata di sciopero piuttosto che lasciarne la relativa retribuzione nelle casse del tesoro”, conclude il testo. “Ho pensato a lungo a quello che volevo scrivere – dice il professore durante una breve intervista – Ma non saprei cos’altro aggiungere. Per ulteriori decisioni, aspetteremo di capire cosa faranno nei prossimi mesi il Ministro Padoan e la Conferenza dei Rettori”.