Le lezioni del secondo semestre sono appena ricominciate e gli studenti d’Ingegneria sono tornati ad affollare le aule. È possibile tirare un bilancio, dunque, sulla sessione di esami appena conclusa. “Noi studenti, lo sostengono anche alcuni professori, dovremmo avere la libertà di gestirci autonomamente, decidendo se studiare da soli o seguire i corsi e sostenere gli esami quando vogliamo. Sarebbe preferibile così, si risparmierebbero tanti problemi di organizzazione, considerando che, a differenza di quanto accada in altre Facoltà dove si conoscono le date degli appelli con un anno d’anticipo, noi abbiamo un preavviso di due settimane”, dice Lorenzo, iscritto al secondo anno di Ingegneria Elettronica. Uno dei principali problemi è rappresentato per il suo collega Giuseppe dal “rapporto con i professori di Analisi. Sono tutti bravi, competenti, professionali ma poco attenti agli studenti. L’Analisi è difficile da spiegare, richiede tempo, non si può assegnare ad un esame un compito non calibrato sul lavoro svolto, diverso da quelli standard su cui ci siamo allenati. Inoltre, gli appelli vengono concentrati tutti in poche settimane. In questo modo, per forza di cose, occorrono tre o quattro tentativi solo per sperare in un venti. Anche i docenti di Fisica non scherzano, specie quelli che fanno lezione con le slide”.
“Pensavamo che sarebbe andata peggio. Temevamo che gli appelli si sarebbero accavallati rendendo difficile programmare gli esami, invece siamo riuscite a dare tre delle quattro materie previste”, racconta Milena Schittzer, studentessa del primo anno di Ingegneria Edile, parlando per sè e la sua compagna di studi Natascia Martinelli la quale aggiunge: “durante i corsi abbiamo seguito e studiato, svolgendo soprattutto gli esercizi, ma non con un’intensità particolare. È stato solo dopo, sotto stress, che abbiamo fatto le nottate per ripetere tutto”.
“Durante il primo semestre, non ci sono stati problemi particolari, oltre quelli legati ai trasporti che hanno influito parecchio sulla possibilità di seguire con regolarità”, sottolinea Francesco Raia, primo anno di Ingegneria Meccanica, originario da Sant’Anastasia. Lo studente appare, comunque, soddisfatto dei risultati fin qui conseguiti insieme al suo compagno di studi: “siamo riusciti a fare due prove intercorso di Informatica e gli esami di Fisica e Analisi, riuscendo ad organizzarci in modo da non studiare mai due materie contemporaneamente”.
Meglio di loro i colleghi Valeria Santanastasio e Giuseppe Tranquillo, che sono riusciti nell’invidiabile impresa di dare tre esami su tre: “abbiamo diviso gli esami a blocchi, sostenendoli uno alla volta (anche due in cinque giorni). Uno studio matto e disperato, condotto senza mai uscire di casa se non la sera, dopo le diciassette”, spiega Valeria. “Facciamo le diciannove”, la corregge Giuseppe.
Altri studenti definiscono le proprie performance invernali ‘discrete’. “Ho risentito del primo approccio con l’università ed impiegato del tempo ad adattarmi e mi sono organizzato male, ma, a ripensarci, non si trattava di niente di impossibile da fare”, racconta Antonio Nappi, matricola ad Ingegneria Meccanica, con due esami su tre nel carnet.
Un po’ più critici i pareri, invece, sull’orario di lezione, nodo cruciale per chiunque viva le strutture di Ingegneria, soprattutto se pendolare.
“Non si può dire che sia il massimo – interviene Francesco Romano della zona vesuviana – Al primo semestre era più gestibile, perché frequentavamo solo tre volte a settimana, ora siamo passati a quattro giorni di lezione su sette. Il lunedì le lezioni terminano tardi, arrivo a casa alle ventuno, e la mattina seguente sono di nuovo qui alle 8:30, senza aver riposato e, soprattutto, senza aver potuto rivedere gli appunti del giorno prima”. Problemi con l’orario anche per altri studenti: “non che sia fatto male, ma non c’è attenzione per noi pendolari”, sostiene Nicola Ruggiero, casertano iscritto ad Ingegneria Meccanica. Mentre il collega Mariano Scollo fa notare che “il venerdì abbiamo lezione dalle 12:30 alle 16:30, in pratica non mangiamo”. Infine Maria e Roberta, secondo anno di Ingegneria Biomedica, che commentano: “l’orario delle lezioni non aiuta lo studio. Al primo semestre era maggiormente fattibile ma ora abbiamo spacchi lunghi fra una lezione e l’altra o lezioni ad ora di pranzo. In pratica, finiamo sempre tardi e arriviamo a casa, in provincia di Napoli, sempre la sera. Non vogliamo lamentarci, ma si potrebbe fare di meglio”. Le due ragazze, nonostante i disagi, sono soddisfatte della carriera accademica e hanno anche voglia di scherzare: “Ad Ingegneria si deve studiare. Siamo al secondo anno e abbiamo imparato a giostrarci e ad approfittare di ogni momento per studiare e ripetere. In pratica, non abbiamo una vita sociale, la nostra vita è solo studio. Oggi siamo truccate perché è il primo giorno di lezione”.
“Pensavamo che sarebbe andata peggio. Temevamo che gli appelli si sarebbero accavallati rendendo difficile programmare gli esami, invece siamo riuscite a dare tre delle quattro materie previste”, racconta Milena Schittzer, studentessa del primo anno di Ingegneria Edile, parlando per sè e la sua compagna di studi Natascia Martinelli la quale aggiunge: “durante i corsi abbiamo seguito e studiato, svolgendo soprattutto gli esercizi, ma non con un’intensità particolare. È stato solo dopo, sotto stress, che abbiamo fatto le nottate per ripetere tutto”.
“Durante il primo semestre, non ci sono stati problemi particolari, oltre quelli legati ai trasporti che hanno influito parecchio sulla possibilità di seguire con regolarità”, sottolinea Francesco Raia, primo anno di Ingegneria Meccanica, originario da Sant’Anastasia. Lo studente appare, comunque, soddisfatto dei risultati fin qui conseguiti insieme al suo compagno di studi: “siamo riusciti a fare due prove intercorso di Informatica e gli esami di Fisica e Analisi, riuscendo ad organizzarci in modo da non studiare mai due materie contemporaneamente”.
Meglio di loro i colleghi Valeria Santanastasio e Giuseppe Tranquillo, che sono riusciti nell’invidiabile impresa di dare tre esami su tre: “abbiamo diviso gli esami a blocchi, sostenendoli uno alla volta (anche due in cinque giorni). Uno studio matto e disperato, condotto senza mai uscire di casa se non la sera, dopo le diciassette”, spiega Valeria. “Facciamo le diciannove”, la corregge Giuseppe.
Altri studenti definiscono le proprie performance invernali ‘discrete’. “Ho risentito del primo approccio con l’università ed impiegato del tempo ad adattarmi e mi sono organizzato male, ma, a ripensarci, non si trattava di niente di impossibile da fare”, racconta Antonio Nappi, matricola ad Ingegneria Meccanica, con due esami su tre nel carnet.
Un po’ più critici i pareri, invece, sull’orario di lezione, nodo cruciale per chiunque viva le strutture di Ingegneria, soprattutto se pendolare.
“Non si può dire che sia il massimo – interviene Francesco Romano della zona vesuviana – Al primo semestre era più gestibile, perché frequentavamo solo tre volte a settimana, ora siamo passati a quattro giorni di lezione su sette. Il lunedì le lezioni terminano tardi, arrivo a casa alle ventuno, e la mattina seguente sono di nuovo qui alle 8:30, senza aver riposato e, soprattutto, senza aver potuto rivedere gli appunti del giorno prima”. Problemi con l’orario anche per altri studenti: “non che sia fatto male, ma non c’è attenzione per noi pendolari”, sostiene Nicola Ruggiero, casertano iscritto ad Ingegneria Meccanica. Mentre il collega Mariano Scollo fa notare che “il venerdì abbiamo lezione dalle 12:30 alle 16:30, in pratica non mangiamo”. Infine Maria e Roberta, secondo anno di Ingegneria Biomedica, che commentano: “l’orario delle lezioni non aiuta lo studio. Al primo semestre era maggiormente fattibile ma ora abbiamo spacchi lunghi fra una lezione e l’altra o lezioni ad ora di pranzo. In pratica, finiamo sempre tardi e arriviamo a casa, in provincia di Napoli, sempre la sera. Non vogliamo lamentarci, ma si potrebbe fare di meglio”. Le due ragazze, nonostante i disagi, sono soddisfatte della carriera accademica e hanno anche voglia di scherzare: “Ad Ingegneria si deve studiare. Siamo al secondo anno e abbiamo imparato a giostrarci e ad approfittare di ogni momento per studiare e ripetere. In pratica, non abbiamo una vita sociale, la nostra vita è solo studio. Oggi siamo truccate perché è il primo giorno di lezione”.