L’Università fa la differenza. Non è solo un motto, ma lo slogan del progetto GRU (Gestione e Riduzione dei Rifiuti in Ambito Universitario), promosso dal Ministero per l’Università e la Ricerca e dall’AIAT (Associazione Ingegneri Ambiente e Territorio) e rivolta agli studenti per promuovere politiche virtuose attraverso un percorso di lavoro, formazione e studio, che ha coinvolto tre sedi universitarie, le Facoltà di Ingegneria di Napoli e Catania ed il Politecnico di Milano. Venerdì 1° marzo, presso l’Aula Scipione Bobbio della Scuola Politecnica, si è svolta la conferenza conclusiva dell’iniziativa, nel corso della quale sono stati presentati i risultati del lavoro e le linee guida scaturite, già presentate nell’ambito di giornate e fiere di rilievo nazionale ed europeo.
“Il bilancio complessivo è molto positivo – racconta il prof. Francesco Pirozzi, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio e principale promotore, presso la sede napoletana, del programma del quale elenca i principali risultati – A Napoli siamo riusciti ad organizzare due giornate di raccolta di carta e rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, che hanno portato alla raccolta di molte decine di quintali di materiali avviati in parte al riuso ed allo scambio. Inoltre, abbiamo svolto con circa cinquanta studenti momenti di formazione e giornate di approfondimento. Un’esperienza portata avanti in maniera coordinata fra tre sedi, con un finanziamento unico di quarantamila euro. È stato bello vedere che questi luoghi rappresentano ancora un punto di riferimento tanto per gli attuali studenti, tanto per quelli del passato”.
“Il bilancio complessivo è molto positivo – racconta il prof. Francesco Pirozzi, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio e principale promotore, presso la sede napoletana, del programma del quale elenca i principali risultati – A Napoli siamo riusciti ad organizzare due giornate di raccolta di carta e rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, che hanno portato alla raccolta di molte decine di quintali di materiali avviati in parte al riuso ed allo scambio. Inoltre, abbiamo svolto con circa cinquanta studenti momenti di formazione e giornate di approfondimento. Un’esperienza portata avanti in maniera coordinata fra tre sedi, con un finanziamento unico di quarantamila euro. È stato bello vedere che questi luoghi rappresentano ancora un punto di riferimento tanto per gli attuali studenti, tanto per quelli del passato”.
Lezioni,
visite tecniche,
momenti di
sensibilizzazione
visite tecniche,
momenti di
sensibilizzazione
Alla giornata hanno portato il proprio saluto il prof. Bruno Montella, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale, ed il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli Luigi Vinci.
“È stato un anno molto intenso, perché il progetto prevedeva diverse attività, molto diversificate, come lezioni, visite tecniche agli impianti di smaltimento e allestimento di punti informazioni, da condurre in parallelo nelle tre sedi – dice la coordinatrice nazionale del progetto Floriana Ferrara, ex studentessa del Corso di Laurea fridericiano – L’iniziativa coglie la Direttiva Europea del 2008 sulla gerarchia dei rifiuti e sulle buone pratiche da mettere in campo per ridurne la produzione, a cominciare dagli imballaggi. L’obiettivo era la crescita della consapevolezza da parte degli studenti e la messa a punto di una metodologia per l’analisi dei consumi”.
Rosalba di Palma, delegata campana del Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana Ingegneri per l’Ambiente ed il Territorio, ha seguito, in collaborazione con l’Asìa e le associazioni Ingegneria Senza Frontiere e Informatici Senza Frontiere, le attività presso la sede partenopea, distribuite fra l’Università e la Residenza Paolella. “Fin dall’inizio abbiamo rilevato la carenza di cassonetti per la raccolta differenziata e una difficoltà a smaltire i rifiuti all’esterno. Pertanto, insieme all’Asìa, abbiamo proceduto all’installazione di cassonetti e all’acquisto di spillatori d’acqua, mentre gli studenti volontari hanno condotto azioni di sensibilizzazione sui vari tipi di rifiuti, in giro per i Dipartimenti”. Accanto alle due giornate di raccolta, il gruppo napoletano ha diffuso nelle biblioteche la carta ancora riutilizzabile, mettendola a disposizione degli studenti, e agevolato lo scambio di materiale elettronico (per ulteriori informazioni è attiva la pagina Facebook AiatprogettoGru Nap Bacheca dell’Usato).
A Catania l’iniziativa si è estesa all’intera cittadella universitaria, coinvolgendo anche le Facoltà di Chimica, Farmacia e Agraria, perché “pur avendo la cittadella universitaria un elevato livello di decoro, il problema era molto sentito – dice il coordinatore Giuseppe Mancini – L’obiettivo non era tanto fare la raccolta differenziata, quanto indurre un cambiamento nell’utenza e in questo senso un grosso sforzo è stato fatto da coloro che lavorano permanentemente nelle strutture, come i docenti e il personale amministrativo”. Anche qui l’orientamento generale è stato quello della riduzione dei rifiuti, soprattutto cartacei, applicando strategie mirate per la dislocazione dei cassonetti che ha portato buoni risultati.
“A Milano la raccolta differenziata raggiunge quote del 32-33% non a livello di piccoli centri, ma si tratta di una cultura abbastanza ben radicata”, comincia Carlo Candelpergher del Politecnico di Milano che sottolinea l’aspetto sul quale si è cercato di porre maggiormente l’accento: “il trattamento delle varie fasi del processo di raccolta e smaltimento, in particolare per quanto riguarda la plastica e l’analisi dell’andamento dei consumi, con particolare attenzione all’approvvigionamento e alla spesa, un lavoro dal quale speriamo che possano scaturire delle buone pratiche per le amministrazioni pubbliche. Qualche problema l’abbiamo avuto, invece, con il coinvolgimento degli studenti, troppo presi dagli impegni universitari”.
“È stato un anno molto intenso, perché il progetto prevedeva diverse attività, molto diversificate, come lezioni, visite tecniche agli impianti di smaltimento e allestimento di punti informazioni, da condurre in parallelo nelle tre sedi – dice la coordinatrice nazionale del progetto Floriana Ferrara, ex studentessa del Corso di Laurea fridericiano – L’iniziativa coglie la Direttiva Europea del 2008 sulla gerarchia dei rifiuti e sulle buone pratiche da mettere in campo per ridurne la produzione, a cominciare dagli imballaggi. L’obiettivo era la crescita della consapevolezza da parte degli studenti e la messa a punto di una metodologia per l’analisi dei consumi”.
Rosalba di Palma, delegata campana del Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana Ingegneri per l’Ambiente ed il Territorio, ha seguito, in collaborazione con l’Asìa e le associazioni Ingegneria Senza Frontiere e Informatici Senza Frontiere, le attività presso la sede partenopea, distribuite fra l’Università e la Residenza Paolella. “Fin dall’inizio abbiamo rilevato la carenza di cassonetti per la raccolta differenziata e una difficoltà a smaltire i rifiuti all’esterno. Pertanto, insieme all’Asìa, abbiamo proceduto all’installazione di cassonetti e all’acquisto di spillatori d’acqua, mentre gli studenti volontari hanno condotto azioni di sensibilizzazione sui vari tipi di rifiuti, in giro per i Dipartimenti”. Accanto alle due giornate di raccolta, il gruppo napoletano ha diffuso nelle biblioteche la carta ancora riutilizzabile, mettendola a disposizione degli studenti, e agevolato lo scambio di materiale elettronico (per ulteriori informazioni è attiva la pagina Facebook AiatprogettoGru Nap Bacheca dell’Usato).
A Catania l’iniziativa si è estesa all’intera cittadella universitaria, coinvolgendo anche le Facoltà di Chimica, Farmacia e Agraria, perché “pur avendo la cittadella universitaria un elevato livello di decoro, il problema era molto sentito – dice il coordinatore Giuseppe Mancini – L’obiettivo non era tanto fare la raccolta differenziata, quanto indurre un cambiamento nell’utenza e in questo senso un grosso sforzo è stato fatto da coloro che lavorano permanentemente nelle strutture, come i docenti e il personale amministrativo”. Anche qui l’orientamento generale è stato quello della riduzione dei rifiuti, soprattutto cartacei, applicando strategie mirate per la dislocazione dei cassonetti che ha portato buoni risultati.
“A Milano la raccolta differenziata raggiunge quote del 32-33% non a livello di piccoli centri, ma si tratta di una cultura abbastanza ben radicata”, comincia Carlo Candelpergher del Politecnico di Milano che sottolinea l’aspetto sul quale si è cercato di porre maggiormente l’accento: “il trattamento delle varie fasi del processo di raccolta e smaltimento, in particolare per quanto riguarda la plastica e l’analisi dell’andamento dei consumi, con particolare attenzione all’approvvigionamento e alla spesa, un lavoro dal quale speriamo che possano scaturire delle buone pratiche per le amministrazioni pubbliche. Qualche problema l’abbiamo avuto, invece, con il coinvolgimento degli studenti, troppo presi dagli impegni universitari”.
Raccolta
carta e cartone
porta a porta
carta e cartone
porta a porta
“Quando siamo stati investiti dal Comune di Napoli del coordinamento della raccolta differenziata, abbiamo dovuto conquistare la fiducia dei cittadini e questo progetto ci ha permesso di incontrare i giovani. Nonostante il ciclo dei rifiuti sia incompleto, perché mancano gli impianti di compostaggio ed un efficace sistema di recupero e smaltimento di ingombranti e materiale elettronico, abbiamo pubblicato quest’anno un bilancio di previsione con dei risultati interessanti – racconta Raffaele Del Giudice, Presidente dell’Asìa – Abbiamo diviso la città in dieci macroaree, con dei capidistretto che sono diventati dei punti di riferimento, per costruire una filiera della fiducia, raccogliendo suggerimenti, lamentele, ma anche supporto da associazioni e comitati, riuscendo a dimostrare l’efficienza economica ed ambientale delle nostre pratiche. Il dato aggregato della raccolta differenziata per la città di Napoli è del 26%. Partivamo già dal 16%, gravato però dalla sfiducia. Nel 2012 abbiamo mandato in discarica 112mila tonnellate in meno di rifiuti. Un punto a nostro favore contro le ecomafie che si possono battere solo alzando il livello in termini di ricerca e tecnologia, per questo abbiamo fondato al nostro interno un Dipartimento di Innovazione e Ricerca, nel quale lavorano giovani ingegneri, bravissimi”. Se il Ministero manterrà i propri finanziamenti, Napoli sarà la prima città d’Italia a poter contare su un servizio di raccolta di carta e cartone porta a porta per cinquecentomila persone.
L’altra metà del ciclo è rappresentata dalla Sap.Na, azienda della Provincia di Napoli per la gestione del ciclo dei rifiuti. “Quanto minore è la quantità di rifiuti che trattiamo, tanto maggiore è la quantità di rifiuti che viene differenziata – spiega l’amministratore unico, l’avv. Enrico Angelone – E dal 2008 ad oggi abbiamo registrato una riduzione estremamente sensibile delle quantità che smaltiamo, che però non riesce ad essere trattata interamente sul nostro territorio. Mandare i rifiuti in Olanda via mare ha rappresentato un prezioso investimento che ha sottratto ricchezza alla criminalità organizzata ma, nonostante questo, sui cittadini campani gravano costi pesantissimi perché ogni anno siamo costretti a mandare duecentocinquantamila tonnellate di rifiuti in impianti situati extra regione”.
“Oltre la raccolta c’è un altro modo di pensare ad un diverso impatto ecologico – sostiene nel suo intervento Franco Iacotucci, dirigente del Comune di Napoli – Aver inaugurato delle fontane per l’acqua pubblica a Piazza Municipio ed a breve alla Stazione Centrale e all’Aeroporto, rappresenta per noi un segnale volto alla riduzione dell’utilizzo della plastica. Ma la sfida è la progettazione di un sistema che dia una seconda vita agli oggetti, attraverso il riciclo o il baratto, incoraggiando, inoltre, gli acquisti verdi, come stiamo già facendo per la ristorazione scolastica e come ci proponiamo di fare per la Coppa America”.
Raimondo Santacroce, coordinatore dell’Area Programmazione e Gestione Rifiuti della Regione Campania, ripercorre l’excursus giuridico che, a partire dal lontano 1994, ha cercato di attuare le disposizioni necessarie ad arginare la nascente crisi rifiuti. I più recenti provvedimenti regionali prevedono l’avvio di pratiche di riduzione dei rifiuti ed una differenziazione reale del 50%.
Giuseppina Galluzzo della CONSIP, società del Ministero dell’Economia e delle Finanze, spiega le dinamiche degli acquisti verdi e la razionalizzazione della spesa di una Pubblica Amministrazione con particolare attenzione al mercato elettronico: “Il Comune che nell’anno appena trascorso ha condotto le migliori politiche in termini di acquisti verdi è quello di Baronissi”.
L’altra metà del ciclo è rappresentata dalla Sap.Na, azienda della Provincia di Napoli per la gestione del ciclo dei rifiuti. “Quanto minore è la quantità di rifiuti che trattiamo, tanto maggiore è la quantità di rifiuti che viene differenziata – spiega l’amministratore unico, l’avv. Enrico Angelone – E dal 2008 ad oggi abbiamo registrato una riduzione estremamente sensibile delle quantità che smaltiamo, che però non riesce ad essere trattata interamente sul nostro territorio. Mandare i rifiuti in Olanda via mare ha rappresentato un prezioso investimento che ha sottratto ricchezza alla criminalità organizzata ma, nonostante questo, sui cittadini campani gravano costi pesantissimi perché ogni anno siamo costretti a mandare duecentocinquantamila tonnellate di rifiuti in impianti situati extra regione”.
“Oltre la raccolta c’è un altro modo di pensare ad un diverso impatto ecologico – sostiene nel suo intervento Franco Iacotucci, dirigente del Comune di Napoli – Aver inaugurato delle fontane per l’acqua pubblica a Piazza Municipio ed a breve alla Stazione Centrale e all’Aeroporto, rappresenta per noi un segnale volto alla riduzione dell’utilizzo della plastica. Ma la sfida è la progettazione di un sistema che dia una seconda vita agli oggetti, attraverso il riciclo o il baratto, incoraggiando, inoltre, gli acquisti verdi, come stiamo già facendo per la ristorazione scolastica e come ci proponiamo di fare per la Coppa America”.
Raimondo Santacroce, coordinatore dell’Area Programmazione e Gestione Rifiuti della Regione Campania, ripercorre l’excursus giuridico che, a partire dal lontano 1994, ha cercato di attuare le disposizioni necessarie ad arginare la nascente crisi rifiuti. I più recenti provvedimenti regionali prevedono l’avvio di pratiche di riduzione dei rifiuti ed una differenziazione reale del 50%.
Giuseppina Galluzzo della CONSIP, società del Ministero dell’Economia e delle Finanze, spiega le dinamiche degli acquisti verdi e la razionalizzazione della spesa di una Pubblica Amministrazione con particolare attenzione al mercato elettronico: “Il Comune che nell’anno appena trascorso ha condotto le migliori politiche in termini di acquisti verdi è quello di Baronissi”.
I lavori degli studenti
In chiusura, spazio ai lavori degli studenti. “Il progetto ha rappresentato l’occasione per fare un’analisi sullo stato della raccolta all’interno dell’università. Organizzare una giornata speciale di raccolta ci è sembrato un primo modo per sensibilizzare e creare attenzione sulla problematica. Visto il successo, ne abbiamo organizzata anche una seconda, con la possibilità di decidere, anche autonomamente, attraverso delle proposte, come riconvertire o dove destinare il materiale, dando vita a dei casi virtuosi”, racconta Marino Mariano, studente del Corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio della Federico II che ha lavorato come operatore.
Azzurra Martinello, iscritta al Politecnico di Milano, ha sviluppato, nell’ambito del progetto, una tesi di laurea sul tema della riqualificazione del sistema di gestione interna dei rifiuti: “la tesi è inserita in un progetto di sostenibilità che punta a trasformare il quartiere universitario in un modello per l’intera città, nell’ambito di una rete internazionale, della quale fanno parte altre prestigiose università. Tre gli obiettivi: ripensare l’organizzazione della gestione, migliorare la piattaforma ecologica e mettere a punto strategie di prevenzione dei rifiuti. Tramite interviste è stato possibile dar vita ad un inventario merceologico dei rifiuti e individuare le carenze nella distribuzione dei bidoni e degli interventi di lavaggio. Infine, abbiamo introdotto punti di raccolta per i materiali indifferenziati e quelli elettronici e introdotto una cartellonistica informativa mirata ed un regolamento delle aree di piazzola, che verrà consegnato alle matricole del prossimo anno”.
Andrea Polizzi ha lavorato come formatore presso l’Università di Catania: “ci siamo concentrati sulle isole ecologiche, allestendo punti di informazione nei luoghi maggiormente frequentati. In seguito, dall’analisi delle problematiche, in relazione alla tipologia di utenza, abbiamo diffuso dei sacchetti posti accanto ai contenitori indifferenziati, incrementando la raccolta di rifiuti differenziati, in particolare di carta, alluminio e vetro”.
Al termine della mattinata, ai ragazzi è stato consegnato un volumetto informativo, da rendere disponibile nelle biblioteche.
Azzurra Martinello, iscritta al Politecnico di Milano, ha sviluppato, nell’ambito del progetto, una tesi di laurea sul tema della riqualificazione del sistema di gestione interna dei rifiuti: “la tesi è inserita in un progetto di sostenibilità che punta a trasformare il quartiere universitario in un modello per l’intera città, nell’ambito di una rete internazionale, della quale fanno parte altre prestigiose università. Tre gli obiettivi: ripensare l’organizzazione della gestione, migliorare la piattaforma ecologica e mettere a punto strategie di prevenzione dei rifiuti. Tramite interviste è stato possibile dar vita ad un inventario merceologico dei rifiuti e individuare le carenze nella distribuzione dei bidoni e degli interventi di lavaggio. Infine, abbiamo introdotto punti di raccolta per i materiali indifferenziati e quelli elettronici e introdotto una cartellonistica informativa mirata ed un regolamento delle aree di piazzola, che verrà consegnato alle matricole del prossimo anno”.
Andrea Polizzi ha lavorato come formatore presso l’Università di Catania: “ci siamo concentrati sulle isole ecologiche, allestendo punti di informazione nei luoghi maggiormente frequentati. In seguito, dall’analisi delle problematiche, in relazione alla tipologia di utenza, abbiamo diffuso dei sacchetti posti accanto ai contenitori indifferenziati, incrementando la raccolta di rifiuti differenziati, in particolare di carta, alluminio e vetro”.
Al termine della mattinata, ai ragazzi è stato consegnato un volumetto informativo, da rendere disponibile nelle biblioteche.
Liberata un’aula
deposito di rifiuti
deposito di rifiuti
Positivi i commenti degli studenti che hanno partecipato attivamente al progetto. “È stato un lavoro difficile e impegnativo, ma ha rappresentato uno sprone per iniziare a valutare le nostre azioni”, dice Giorgia Paglino, studentessa di Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio. “Ho deciso di aderire perché sono sempre stata sensibile al tema dei rifiuti, è uno dei motivi per cui ho scelto questi studi – racconta Eleonora Crisci, iscritta alla Laurea Magistrale di Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio – Ho capito quanto sia complessa la situazione, ma, nonostante tutto, l’esperienza mi ha lasciato molti motivi di speranza”. “Mi è piaciuta l’idea di partecipare attivamente ad un’iniziativa all’interno dell’università, partecipare ad un’azione di cambiamento e vedere che cosa comporta”, dice con entusiasmo Sara Gallucci che ha però delle riflessioni da fare: “La raccolta differenziata dovrebbe essere alla base di un sistema pubblico come l’università ed introdurre dei bidoni in più è solo l’inizio”.
Il progetto GRU si è concluso, ma l’impegno per migliorare la vivibilità dell’accademia e della città continua, magari in quell’aula dell’ex Dipartimento di Geotecnica Idraulica e Ambientale, liberata dai rifiuti dei quali era diventata deposito e restituita agli studenti.
Simona Pasquale
Il progetto GRU si è concluso, ma l’impegno per migliorare la vivibilità dell’accademia e della città continua, magari in quell’aula dell’ex Dipartimento di Geotecnica Idraulica e Ambientale, liberata dai rifiuti dei quali era diventata deposito e restituita agli studenti.
Simona Pasquale