Seguire sempre i corsi è un ‘must’ per gli studenti eccellenti di Agraria. “Durante i corsi non studio tantissimo però sono molto organizzata. Anche se abito a Napoli centro, vado ogni giorno a Portici e non perdo una lezione. Raccolgo tutto il materiale distribuito dai docenti, slide e dispense, e compro più libri per ogni materia, in modo che se non riesco a comprendere un argomento da un testo lo posso controllare su un altro. Questa tecnica mi ha aiutato anche con gli esami più difficili come Fisica o Pedologia, dove c’erano molte cose da capire più che da memorizzare”, racconta Sara Costa, al II anno di Scienze Forestali, studentessa premiata (per la seconda volta) dalla Facoltà per il suo brillante percorso universitario. Seguire attentamente le lezioni, dunque, è un ingrediente fondamentale della ricetta per avere successo negli studi. Lo testimoniano anche gli altri premiati, ragazzi giovanissimi, del primo e secondo anno, che hanno sostenuto tutti gli esami previsti e vantano una media compresa tra il 28 e il 30. Bravissimi… ma non bisogna immaginarli come dei topi da biblioteca con la testa sempre sui libri. “Quello che si impara in aula non si trova sui libri – spiega Antonio Pepe, premiato per il primo anno di Scienze Forestali – Tornati a casa, poi, bisogna ripetere gli appunti, come se ci fosse ogni giorno la pressione dell’esame”.
La tecnica
del pomodoro
del pomodoro
“Se non ripeti quotidianamente – aggiunge Roberta Calore, primo anno di Tecnologie Agrarie, vincitrice con la media del 30 – finisci per non capire bene la lezione del giorno successivo, soprattutto per alcune materie. Io studio 4-5 ore al giorno e ho usato anche la tecnica del pomodoro”. Quella ‘del pomodoro’ è una tecnica di studio intensivo che prevede di concentrarsi sui libri per tranche di 25 minuti seguiti da 5 di pausa, fino a raggiungere le due ore. “Con questo metodo – racconta Roberta – mi sono resa conto che in 25 minuti riuscivo a studiare quello che prima facevo in due ore. Sei molto più concentrata perché hai la pressione del ticchettio del cronometro. Certo, a lungo è, però, molto stressante. Io non sono riuscita a praticarla per molto tempo”. “Studio in maniera approfondita quello che spiegano i docenti ogni giorno a lezione – racconta anche Silvia Gigliano, al secondo anno di Tecnologie Alimentari con la media del 28,5 – a volte anche nei weekend, per non lasciarmi argomenti arretrati. Sotto esame studio fino a 11 ore al giorno. Inoltre, per gli esami scritti di solito mi riunisco con altri cinque ragazzi in Facoltà, con i quali abbiamo creato un vero gruppo di studio. Mentre per gli esami orali preferisco studiare da sola, così posso ripetere ad alta voce”.
“Bisogna attribuire la stessa importanza a tutti gli esami – afferma Simona Scognamiglio, vincitrice per il primo anno di Scienze Alimentari – Anche se ci possono essere quelli che a prima vista sembrano più facili, non si deve prenderli alla leggera. Se possibile, è bene ripetere nei weekend quello che si è studiato in aula durante la settimana, per tutte le materie”.
Un altro consiglio che arriva dai ragazzi è quello di rivolgersi ai docenti per risolvere eventuali dubbi e sfruttare i servizi offerti dalla Facoltà. “Al mio primo esame ero terrorizzata, non solo perché si trattava di un insegnamento complesso come quello di Fisica, ma anche perché il primo esame fa sempre più paura – confida Roberta Calore – Allora ho deciso di andare a parlare con il professore per porgli delle domande. Questo mi ha aiutato molto perché mi ha fatto capire che non era un ‘mostro’, ma un docente molto comprensivo che mi ha tanto tranquillizzata”. Un altro esame che le ha dato filo da torcere è stato quello di Botanica: “nato dall’unione dei due insegnamenti di biologia e botanica. Per studiarlo bene non solo sono andata a chiedere consiglio alla docente, ma ho sfruttato anche le possibilità offerte dall’Orto Botanico di Napoli e da quello di Portici di entrare a contatto diretto con gli alberi. Frequentare la biblioteca, le aule studio, i giardini, i laboratori della Facoltà mi ha molto aiutato nei miei studi, anche perché quando sono sola a casa mi distraggo troppo facilmente!”.
“Bisogna attribuire la stessa importanza a tutti gli esami – afferma Simona Scognamiglio, vincitrice per il primo anno di Scienze Alimentari – Anche se ci possono essere quelli che a prima vista sembrano più facili, non si deve prenderli alla leggera. Se possibile, è bene ripetere nei weekend quello che si è studiato in aula durante la settimana, per tutte le materie”.
Un altro consiglio che arriva dai ragazzi è quello di rivolgersi ai docenti per risolvere eventuali dubbi e sfruttare i servizi offerti dalla Facoltà. “Al mio primo esame ero terrorizzata, non solo perché si trattava di un insegnamento complesso come quello di Fisica, ma anche perché il primo esame fa sempre più paura – confida Roberta Calore – Allora ho deciso di andare a parlare con il professore per porgli delle domande. Questo mi ha aiutato molto perché mi ha fatto capire che non era un ‘mostro’, ma un docente molto comprensivo che mi ha tanto tranquillizzata”. Un altro esame che le ha dato filo da torcere è stato quello di Botanica: “nato dall’unione dei due insegnamenti di biologia e botanica. Per studiarlo bene non solo sono andata a chiedere consiglio alla docente, ma ho sfruttato anche le possibilità offerte dall’Orto Botanico di Napoli e da quello di Portici di entrare a contatto diretto con gli alberi. Frequentare la biblioteca, le aule studio, i giardini, i laboratori della Facoltà mi ha molto aiutato nei miei studi, anche perché quando sono sola a casa mi distraggo troppo facilmente!”.
L’ansia gioca
brutti scherzi
brutti scherzi
“Io ho sempre preferito studiare da solo e confrontarmi con i colleghi solo dopo aver concluso la preparazione per l’esame per capire se sono carente in qualcosa. Seguire qualche esame della sessione precedente è pure utile per capire come si svolge e cosa chiede il docente – racconta ancora Antonio Pepe, con la sua media del 27,7. Anche Gigliano la sua media del 28,5 l’ha ottenuta sempre “avendo come primo punto di riferimento il docente. I professori si trovano quasi facilmente durante l’orario di ricevimento e io ne approfitto spesso per chiedere dei chiarimenti. Gli esami, invece, non li seguo perché mi dà ansia! Il mio obiettivo è, comunque, quello di arrivare alla data della seduta d’esame con la coscienza a posto, convinta di aver fatto tutto il possibile”. L’ansia di sentirsi inadeguati può giocare brutti scherzi: “a me è successo proprio con il mio ultimo esame. Si trattava di Biochimica per il quale ero molto tesa, perché è propedeutico per altri insegnamenti del III anno. Durante tutta la seduta non pensavo ad altro, così, anche se preparata, mi sono bloccata su una domanda e questo mi ha abbassato la media”.
Valentina Orellana
Valentina Orellana