Una full immersion nell’Università Luigi Vanvitelli per scoprire le strutture, i servizi per gli iscritti, le agevolazioni rivolte agli studenti meritevoli e i Corsi di Laurea. Si chiama V:Orienta la manifestazione di orientamento universitario attraverso la quale l’Ateneo, con strutture a Napoli e a Caserta, si prepara a presentarsi alle potenziali matricole. L’appuntamento con i ragazzi degli ultimi anni delle scuole superiori è fissato per le due mattinate di venerdì 13 e sabato 14 aprile. Novità assoluta rispetto al passato è che l’intera offerta didattica sarà presentata in un’unica sede, l’Aulario di Santa Maria Capua Vetere: “è una grossa novità voluta dal Rettore e condivisa da me, dal delegato alla didattica, il professor Nigro, e dai delegati all’orientamento dei singoli Dipartimenti”. Lo ha spiegato il professor Roberto Marcone, delegato d’Ateneo all’orientamento. L’idea è “accogliere nello stesso momento tutti i ragazzi. Ciò non toglie che saranno costantemente invitati a visitare le singole sedi. Il nostro Ateneo è particolare perché è dislocato territorialmente su Napoli e Caserta. Fortunatamente, grazie alle intuizioni dei vertici dell’Ateneo, è collegato con servizi di navetta a disposizione di tutti i membri della comunità accademica”. Due piani della struttura saranno dedicati all’iniziativa. Al piano terra quattro aule ospiteranno seminari che definiranno un quadro generale dell’Ateneo. Al piano superiore, poi, docenti ed esperti di orientamento provenienti dai tanti Dipartimenti universitari entreranno nel vivo di percorsi didattici, piani di studio ed esami. Ad arricchire il programma della due giorni saranno poi le lectio magistralis, un vero e proprio primo assaggio di lezione accademica: “si tratta di brevi lezioni che ogni Dipartimento sta preparando su temi quanto più accattivanti e divulgativi possibili per un pubblico giovane che deve affacciarsi all’ambiente universitario”.
Il cambiamento dello status di studente nel passaggio dalla scuola all’università, uno dei temi in scaletta. Ne discuterà proprio il professor Marcone: “cambia tanto. Dall’età di tre anni si è inseriti in un contesto classe che prevede poche scelte individuali. Essere studenti universitari, invece, è una crescita personale e intellettuale, prima ancora che professionalizzante. È una prima grande trasformazione. Significa crescere, perché non c’è più un appello, una giustifica o un assegno, ma c’è un cambiamento radicale nell’organizzazione dello studio. Si decide quali corsi seguire prima e quali dopo. Se e quanto è necessario seguirli”. Non è un caso quindi se “spesso ci si trova ad avere a che fare con ragazzi che a scuola non andavano benissimo, ma che poi all’Università hanno trovato una loro strada personale e un metodo di studio, forse più appagante, che ha permesso loro un percorso accademico estremamente positivo. È ovvio che è un cammino di crescita che inizia in maniera traumatica, quindi, quanto più si è preparati al trauma del cambiamento, meglio è”. Una preparazione che può passare per un orientamento preciso: “riteniamo che orientare non significhi vendere un prodotto, ma dare l’opportunità a un ragazzo di conoscere il mondo universitario e sapere che essere studenti universitari è un percorso di crescita personale”. Ai relatori il compito di fornire informazioni sui percorsi di studio e di sottolineare che “l’Università si vive bene solo se si sceglie un Corso di Laurea verso il quale c’è curiosità e interesse e per il quale si crede di avere talento, perché l’obiettivo non è essere promossi, ma crescere culturalmente”.
Il cambiamento dello status di studente nel passaggio dalla scuola all’università, uno dei temi in scaletta. Ne discuterà proprio il professor Marcone: “cambia tanto. Dall’età di tre anni si è inseriti in un contesto classe che prevede poche scelte individuali. Essere studenti universitari, invece, è una crescita personale e intellettuale, prima ancora che professionalizzante. È una prima grande trasformazione. Significa crescere, perché non c’è più un appello, una giustifica o un assegno, ma c’è un cambiamento radicale nell’organizzazione dello studio. Si decide quali corsi seguire prima e quali dopo. Se e quanto è necessario seguirli”. Non è un caso quindi se “spesso ci si trova ad avere a che fare con ragazzi che a scuola non andavano benissimo, ma che poi all’Università hanno trovato una loro strada personale e un metodo di studio, forse più appagante, che ha permesso loro un percorso accademico estremamente positivo. È ovvio che è un cammino di crescita che inizia in maniera traumatica, quindi, quanto più si è preparati al trauma del cambiamento, meglio è”. Una preparazione che può passare per un orientamento preciso: “riteniamo che orientare non significhi vendere un prodotto, ma dare l’opportunità a un ragazzo di conoscere il mondo universitario e sapere che essere studenti universitari è un percorso di crescita personale”. Ai relatori il compito di fornire informazioni sui percorsi di studio e di sottolineare che “l’Università si vive bene solo se si sceglie un Corso di Laurea verso il quale c’è curiosità e interesse e per il quale si crede di avere talento, perché l’obiettivo non è essere promossi, ma crescere culturalmente”.