In pieno regime di corsi, numerosi sono i reclami degli studenti relativamente a carenza e inadeguatezza di strutture e attrezzature in tutte le sedi principali dell’Ateneo.
PALAZZO DEL MEDITERRANEO. “Le luci nelle toilette donne al secondo piano non funzionano da più di un mese e anche le docenti se ne lamentano. Ci troviamo in questo limbo comune in cui spetterebbe a noi fare presente la situazione, ma non sappiamo nemmeno a chi esprimere il disagio. In guardiola, ci dicono: «non è nostra competenza, fatevi luce con i cellulari»”, racconta sdegnata Maria Di Rosa, iscritta al terzo anno di Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe. “Se al secondo piano i bagni femminili sono al buio, al terzo sono guasti. Il colmo è che quando ho lezione al quinto piano, devo per forza scendere al secondo per andare in bagno, perché né al quarto né al quinto ci sono toilette per donne e al terzo sono chiuse da parecchi mesi. Risultato: tre piani di scale e al secondo la fila è interminabile, tra l’altro nemmeno le serrature funzionano, per non parlare dell’igiene precaria”, dice la collega Alessandra Iazzetta. “Palazzo del Mediterraneo dovrebbe essere in teoria la sede più nuova e moderna, eppure abbiamo un laboratorio multimediale in cui almeno cinque computer non hanno un lettore per inserire i cd, quindi senza la possibilità di vedere film o di esercitarsi con il materiale linguistico disponibile, che peraltro non viene aggiornato da anni e risale ai tempi preistorici”, ironizza Giuseppe Di Matteo, studente al secondo anno di Linguistica e Traduzione specialistica. “Non credo che nelle altre università alcuni documentari e film siano ancora disponibili solo su videocassette. Qui mancano le attrezzature adeguate ed è un vero peccato che un’Università che supera i confini del mondo non riesca a stare al passo con il digitale: non funzionano i proiettori, non funzionano le luci, spesso non funziona neppure il sito! Per un giorno intero non ho potuto controllare gli avvisi dei docenti e non è stato piacevole scoprire, una volta arrivata fuori l’aula, che una lezione era stata annullata con un avviso alla porta”, continua Maria.
PALAZZO GIUSSO. “Ogni sede ha qualcosa che non va e seguire in queste condizioni ci avvilisce. L’ascensore a Giusso non se la passa meglio, infatti a volte per arrivare al quarto piano si impiega un quarto d’ora, perché l’ascensore non sale ma ritorna al punto di partenza se è richiamato dal piano terra. Negli orari critici, a cavallo dell’inizio delle lezioni, capita così di fare viaggi interminabili stretti come sardine. Le guardie dicono: «l’ascensore funziona così, è il sistema, lo sapete ormai e non si può cambiare, perché sarebbe un lavoro troppo costoso quello di risistemare tutti i cavi. Semplice: non dovete chiamare l’ascensore se è già partito, altrimenti riscende ogni volta»”, riferisce Federico Monaco, terzo anno di Mediazione linguistica e culturale. “Anche i docenti che hanno gli studi al quarto piano hanno chiesto di affiggere un cartello, perché le matricole e i nuovi arrivati non possono immaginare che l’ascensore funzioni con questo meccanismo retrogrado. A tutti non sta bene questa storia che continua da anni e mi chiedo in cosa siano investite le nostre tasse, se non abbiamo né aule né mezzi all’avanguardia”, reclama Giuseppe.
“Quest’anno non abbiamo avuto nemmeno i libretti, altro che utopia di tecnologia. Ci avevano promesso a settembre che i nuovi iscritti avrebbero ricevuto poco dopo dei badge per la trascrizione dei voti, ma siamo al secondo semestre e i badge non sono ancora pronti. Hanno detto qualche settimana fa che solo ora la macchina per farli è stata riparata e che forse a maggio sarebbero stati distribuiti, ma se le cose vanno avanti così, secondo me, nemmeno alla laurea ce li lasciano”, afferma scoraggiata una matricola. E aggiunge: “sono andata perfino in segreteria a chiedere se potessero rilasciarmi un tesserino per attestare che sono una studentessa universitaria. Ne avrei bisogno perché ci sono molti sconti per gli universitari in musei e teatri anche in altre città, ma gli impiegati mi hanno quasi preso in giro e consigliato di attendere pazientemente i badge liquidandomi con: «al primo anno, già vai di fretta?»”.
PALAZZO CORIGLIANO. “In linea di principio, studiare in biblioteca dovrebbe essere confortevole e un comodo tappabuchi durante gli spacchi tra un corso e l’altro, ma al secondo piano gli infissi non si chiudono e si gela. Non solo tira vento anche dentro, ma quando piove inevitabilmente ci allaghiamo. Tra le cattedre di due docenti, il pavimento si è addirittura rialzato. Speriamo vivamente nei cambiamenti di primavera”, conclude Alessandra.
PALAZZO DEL MEDITERRANEO. “Le luci nelle toilette donne al secondo piano non funzionano da più di un mese e anche le docenti se ne lamentano. Ci troviamo in questo limbo comune in cui spetterebbe a noi fare presente la situazione, ma non sappiamo nemmeno a chi esprimere il disagio. In guardiola, ci dicono: «non è nostra competenza, fatevi luce con i cellulari»”, racconta sdegnata Maria Di Rosa, iscritta al terzo anno di Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe. “Se al secondo piano i bagni femminili sono al buio, al terzo sono guasti. Il colmo è che quando ho lezione al quinto piano, devo per forza scendere al secondo per andare in bagno, perché né al quarto né al quinto ci sono toilette per donne e al terzo sono chiuse da parecchi mesi. Risultato: tre piani di scale e al secondo la fila è interminabile, tra l’altro nemmeno le serrature funzionano, per non parlare dell’igiene precaria”, dice la collega Alessandra Iazzetta. “Palazzo del Mediterraneo dovrebbe essere in teoria la sede più nuova e moderna, eppure abbiamo un laboratorio multimediale in cui almeno cinque computer non hanno un lettore per inserire i cd, quindi senza la possibilità di vedere film o di esercitarsi con il materiale linguistico disponibile, che peraltro non viene aggiornato da anni e risale ai tempi preistorici”, ironizza Giuseppe Di Matteo, studente al secondo anno di Linguistica e Traduzione specialistica. “Non credo che nelle altre università alcuni documentari e film siano ancora disponibili solo su videocassette. Qui mancano le attrezzature adeguate ed è un vero peccato che un’Università che supera i confini del mondo non riesca a stare al passo con il digitale: non funzionano i proiettori, non funzionano le luci, spesso non funziona neppure il sito! Per un giorno intero non ho potuto controllare gli avvisi dei docenti e non è stato piacevole scoprire, una volta arrivata fuori l’aula, che una lezione era stata annullata con un avviso alla porta”, continua Maria.
PALAZZO GIUSSO. “Ogni sede ha qualcosa che non va e seguire in queste condizioni ci avvilisce. L’ascensore a Giusso non se la passa meglio, infatti a volte per arrivare al quarto piano si impiega un quarto d’ora, perché l’ascensore non sale ma ritorna al punto di partenza se è richiamato dal piano terra. Negli orari critici, a cavallo dell’inizio delle lezioni, capita così di fare viaggi interminabili stretti come sardine. Le guardie dicono: «l’ascensore funziona così, è il sistema, lo sapete ormai e non si può cambiare, perché sarebbe un lavoro troppo costoso quello di risistemare tutti i cavi. Semplice: non dovete chiamare l’ascensore se è già partito, altrimenti riscende ogni volta»”, riferisce Federico Monaco, terzo anno di Mediazione linguistica e culturale. “Anche i docenti che hanno gli studi al quarto piano hanno chiesto di affiggere un cartello, perché le matricole e i nuovi arrivati non possono immaginare che l’ascensore funzioni con questo meccanismo retrogrado. A tutti non sta bene questa storia che continua da anni e mi chiedo in cosa siano investite le nostre tasse, se non abbiamo né aule né mezzi all’avanguardia”, reclama Giuseppe.
“Quest’anno non abbiamo avuto nemmeno i libretti, altro che utopia di tecnologia. Ci avevano promesso a settembre che i nuovi iscritti avrebbero ricevuto poco dopo dei badge per la trascrizione dei voti, ma siamo al secondo semestre e i badge non sono ancora pronti. Hanno detto qualche settimana fa che solo ora la macchina per farli è stata riparata e che forse a maggio sarebbero stati distribuiti, ma se le cose vanno avanti così, secondo me, nemmeno alla laurea ce li lasciano”, afferma scoraggiata una matricola. E aggiunge: “sono andata perfino in segreteria a chiedere se potessero rilasciarmi un tesserino per attestare che sono una studentessa universitaria. Ne avrei bisogno perché ci sono molti sconti per gli universitari in musei e teatri anche in altre città, ma gli impiegati mi hanno quasi preso in giro e consigliato di attendere pazientemente i badge liquidandomi con: «al primo anno, già vai di fretta?»”.
PALAZZO CORIGLIANO. “In linea di principio, studiare in biblioteca dovrebbe essere confortevole e un comodo tappabuchi durante gli spacchi tra un corso e l’altro, ma al secondo piano gli infissi non si chiudono e si gela. Non solo tira vento anche dentro, ma quando piove inevitabilmente ci allaghiamo. Tra le cattedre di due docenti, il pavimento si è addirittura rialzato. Speriamo vivamente nei cambiamenti di primavera”, conclude Alessandra.