“Imparare a disciplinarsi nell’uso del linguaggio è un esercizio importante e in media si fa per la prima volta con la tesi. Questo laboratorio vuole stimolare un invito alla riflessione per prendere il momento della scrittura come un’occasione per imparare delle cose di sé. Ognuno di noi ha uno stile e un modo di esprimersi, che devono essere in parte tenuti a bada ma non del tutto uccisi dalla scrittura scientifica, perché quando scriviamo non facciamo altro che rivelarci attraverso la scrittura”, spiega la prof.ssa Anna Filigenzi, docente di Archeologia e Storia dell’arte dell’India, la quale terrà, a cominciare dal 16 aprile, il Laboratorio “Metodo e forma: le regole della ricerca e della scrittura scientifica”. Strutturato in dieci incontri per offrire una guida utile alla stesura di un testo di carattere scientifico, in primis la tesi di laurea, il Laboratorio prevede esercitazioni pratiche in itinere finalizzate alla composizione di un testo che varranno come verifica per l’attribuzione di 2 crediti. “A me piace molto il termine ‘laboratorio’ per quello che trasmette: persone che si riuniscono per lavorare insieme concretamente su qualcosa. Ci soffermeremo non soltanto sugli strumenti da usare nell’indagine analitica di una tesi ma anche su come si organizza e concettualizza un testo, come si fa una nota o un indice bibliografico e, in generale, come si comunica efficacemente”, sottolinea la docente. Che spiega: “la chiarezza espositiva è nella scrittura di un testo scientifico la prima cosa a cui bisognerebbe porre attenzione per evitare l’ambiguità del significato delle parole che si usano: questo è il motivo per cui tutti i linguaggi scientifici sono settoriali e tendono ad usare un vocabolario specifico”.
Aperto a studenti dei Corsi di Laurea Triennali e Magistrali, il corso risponde all’esigenza piuttosto comune di ritornare ad esercitarsi sulla produzione di testi scritti dopo aver riscontrato “una lunga esperienza con tentativi di composizione un po’ faticosi da parte di laureandi, sia per un problema di scarsa attitudine alla scrittura che oramai anche per una confusione di piani, poiché la lingua scritta tende ad assomigliare sempre di più a quella parlata”, sostiene la prof.ssa Filigenzi, che aggiunge: “quando si parla, ciò che si dice si accompagna dai gesti mentre nella lingua scritta tutta questa serie di supporti non esiste. Ciononostante, non si può dire che il linguaggio parlato abbia meno trappole di quello scritto, perché quante volte è capitato che il nostro interlocutore ci abbia frainteso, ma c’è sempre una possibilità di rimediare all’orale laddove allo scritto la strategia della comunicazione deve essere precisa e raffinata al massimo”. Alle lezioni frontali seguiranno dibattiti che avranno come tema “esempi trasversali tratti da vari ambiti, in parte dalla letteratura scientifica e in parte dalla lingua di ogni giorno, per analizzare i vari aspetti di un fatto di costume e capire come – anche da una vicenda
Aperto a studenti dei Corsi di Laurea Triennali e Magistrali, il corso risponde all’esigenza piuttosto comune di ritornare ad esercitarsi sulla produzione di testi scritti dopo aver riscontrato “una lunga esperienza con tentativi di composizione un po’ faticosi da parte di laureandi, sia per un problema di scarsa attitudine alla scrittura che oramai anche per una confusione di piani, poiché la lingua scritta tende ad assomigliare sempre di più a quella parlata”, sostiene la prof.ssa Filigenzi, che aggiunge: “quando si parla, ciò che si dice si accompagna dai gesti mentre nella lingua scritta tutta questa serie di supporti non esiste. Ciononostante, non si può dire che il linguaggio parlato abbia meno trappole di quello scritto, perché quante volte è capitato che il nostro interlocutore ci abbia frainteso, ma c’è sempre una possibilità di rimediare all’orale laddove allo scritto la strategia della comunicazione deve essere precisa e raffinata al massimo”. Alle lezioni frontali seguiranno dibattiti che avranno come tema “esempi trasversali tratti da vari ambiti, in parte dalla letteratura scientifica e in parte dalla lingua di ogni giorno, per analizzare i vari aspetti di un fatto di costume e capire come – anche da una vicenda
apparentemente marginale – si possa studiare la storia dell’evoluzione dei costumi sociali o dei gusti intellettuali del nostro Paese”.
Consigli pratici per progettare una tesi di laurea
La tesi di laurea: qualche consiglio dalla docente. In primo luogo, “l’ingrediente essenziale è che l’argomento piaccia, perché scrivere una bella tesi è prima di tutto una soddisfazione personale, e poi occorre familiarizzare con il tema attraverso letture mirate per cercare di mettere dei paletti intorno alla ricerca”. Lo step successivo alla scelta dell’argomento è quello della ricerca bibliografica: “prima di definire il campo, è necessario che lo sguardo sia più ampio e in questa fase bisogna fare attenzione alla bibliografia che si seleziona. Non si può costruire una tesi di laurea su una bibliografia datata, quindi un buon consiglio è quello di partire dal riferimento bibliografico più aggiornato, e se ci sono tempo e voglia a sufficienza anche leggere qualcosa di superato sarebbe utile per farsi un’idea di come la ricerca relativa a quel contesto sia cresciuta nel frattempo”. Inoltre, è indispensabile un uso corretto delle risorse digitali, poiché “gli errori più frequenti sono la selezione non critica delle fonti e la copia indiscriminata. Quella del copia-incolla è diventata una piaga diffusa dei nostri giorni, anche se molte volte l’errore si commette in assoluta buona fede di fronte alle trappole facili e frequenti tese dall’uso quotidiano delle risorse digitali”, commenta la prof.ssa Filigenzi. Che continua: “non c’è niente di male nell’uso di Internet, che ha tanto potenziato i nostri strumenti e le nostre possibilità di apprendimento. Il problema è che un’attività di questo genere deve essere svolta con capacità selettiva: non bisogna demonizzare la biblioteca digitale, bensì imparare a verificare la fondatezza nel flusso indiscriminato di informazioni”. Per verificare le informazioni, “solitamente il primo approccio degli studenti è attraverso Wikipedia, che può essere un ottimo strumento nel 70% dei casi per assimilare alcune notizie essenziali, ma a quel punto insieme all’interazione con le risorse digitali deve scattare un esame più profondo dei dati attraverso la consultazione di un testo scientifico. Basta andare in biblioteca e cercare un autore di riferimento o autori che in quel campo hanno una solida reputazione e da lì scoprire gradualmente come con le scatole cinesi”, conclude la docente.
Sa.Sa.
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