Studi impegnativi che richiedono passione, dedizione, volontà: da un lato. Dall’altro, prospettive incoraggianti che invogliano migliaia di ragazzi ad intraprendere uno dei percorsi dell’Ingegneria, con il conseguente sovraffollamento delle aule e delle strutture che, sebbene siano, generalmente, ampie e pensate per un vasto pubblico, soffrono per l’arrivo di oltre tremila matricole ogni anno. La gestione di un così vasto pubblico comporta turni di lezione e di lavoro minuziosamente incastrati come tessere di un mosaico. Le aule della Facoltà – dislocate fra le due sedi storiche e Piazzale Tecchio e Via Claudio, il complesso di Agnano e parte di Monte Sant’Angelo – lavorano a pieno regime cinque giorni la settimana, dalle 8.30 del mattino alle 19.30 di sera. Questo comporta, per gli studenti, orari di lezione pieni e, almeno in questo scorcio d’inizio anno, cangianti di settimana in settimana. La maggior parte dei calendari prevedono, infatti, lezioni che si alternano fra turni mattutini e pomeridiani, come in una scacchiera, con un giorno la settimana di riposo, che fa da contraltare ad almeno un altro giorno di lezioni ininterrotte dalla mattina alla sera. Un carico di lavoro pesante, che si aggiunge ai lunghi viaggi cui tantissimi ragazzi sono costretti e che tende ad aggravarsi col tempo, visto che quasi tutti i Corsi di Laurea prevedono, dal secondo anno in poi, talvolta dal secondo semestre del primo anno, un aumento degli esami e dei relativi corsi. L’impatto peggiore resta quello del primo anno.
“Al secondo
semestre
sarà peggio”
semestre
sarà peggio”
“Gli orari di lezione sono abbastanza gestibili. Quando frequentiamo di pomeriggio, finiamo i corsi intorno alle 18.00. Solo qualche volta facciamo più tardi e, in quel caso, perdo il treno delle 19.00”, racconta Raffaele Cesarano, matricola ad Ingegneria Meccanica, che raggiunge tutti i giorni la Facoltà da Pompei. Il calendario delle attività prevede un giorno intero, il venerdì, di attività dal mattino alla sera. “Trascorrere l’intera giornata all’università è un po’ pesante. Per ora i ritmi sono ancora accettabili, siamo all’inizio e abbiamo solo tre corsi da seguire, ma al secondo semestre sarà peggio, perché di corsi da seguire ce ne saranno di più”, aggiunge Antonio Cirillo di Scafati che ha lo stesso problema di Raffaele con i treni. Giuseppe Russo si è iscritto ad Ingegneria Aerospaziale perché è sempre stata la sua passione, fin da piccolo. Abita ad Afragola e anche lui compie, quotidianamente, una bella trasferta: “gli orari sono un po’ pesantucci – dice – Quando si finisce tardi, fra i problemi con i treni ed altri inconvenienti, occorre sempre un’ora e mezza di viaggio prima di arrivare a casa. C’è anche un giorno in cui finiamo le lezioni la sera tardi e ricominciamo la mattina dopo e ci sono sempre degli esercizi da fare e appunti da sistemare. A lungo andare i ritmi si faranno sentire, l’importante è sfruttare tutti i giorni liberi per studiare. Io, per fortuna, posso contare su tre giorni pieni dal venerdì alla domenica, per ripetere e recuperare tutte le cose fatte durante la settimana”. La collega Imma, di Angri, non è altrettanto entusiasta: “il passaggio dal liceo, che era proprio sotto casa, all’università è stato brutto. Ogni giorno devo fare i salti mortali per arrivare in tempo all’università e, per ogni tratta, occorrono almeno due ore di viaggio. Gli orari sono continuati, le lezioni pesanti, un giorno la settimana stiamo qui dalla mattina alla sera e abbiamo solo un’ora di spacco per pranzare. Per ora va abbastanza bene perché abbiamo solo tre materie, ma che succederà quando ce ne saranno di più?”.
Via Claudio
buia e isolata
buia e isolata
Erica Castaldo studia al terzo anno di Ingegneria Meccanica e tutti i giorni per raggiungere Caserta prende un treno la sera dalla Stazione Centrale: “finiamo le lezioni verso le 19.00 ed il binario da cui parte il treno per Caserta è il più lontano e buio, per una ragazza non è proprio una bella cosa. Ogni tanto, quando ci sono scioperi, piove o sono stanca, mi accompagna mio padre con la macchina, ma è complicato lo stesso gestire gli orari, i ritmi, lo studio. Alcuni colleghi riescono a stare al passo, ma talvolta non ce la si fa a studiare a casa la sera, soprattutto dopo che si è stati all’università dalla mattina alla sera”. Non c’è neanche spazio per studiare in Facoltà, aggiunge Erica: “Qualche volta, trovo posto nell’aula dei rappresentanti degli studenti. Per fortuna la mia famiglia non mi fa pressioni, né di tempo né di orari”. Laura Robbio è una studentessa di Ingegneria Gestionale fuori sede che ha preso casa nei pressi della Facoltà, dopo anni di trasferte: “le difficoltà nell’organizzarsi dipendono molto da dove abiti e dai trasporti pubblici. Ma anche la soluzione di alloggiare a Napoli è complicata. Ci sono condizioni ambientali che non cambiano mai. Ad esempio, Via Claudio, che è isolata e buia. Uscire da lì la sera è troppo brutto”.
Simona Pasquale
Simona Pasquale