Quali sensazioni si provano, ripensando al proprio percorso di studio e di vita il giorno della laurea? L’abbiamo chiesto a due ragazzi che hanno discusso la propria tesi in Ingegneria Meccanica per l’Energetica e l’Ambiente il 31 ottobre, pochi minuti prima della proclamazione ufficiale. Marco Buonocore si è iscritto ad Ingegneria per proseguire gli studi in elettronica iniziati all’Istituto Tecnico. Si è laureato con una tesi sperimentale sulle schiume metalliche, materiali che consentono un più efficiente scambio termico, per concentratori solari che trasformano l’energia solare in energia ad alte temperature. Ha impiegato cinque anni per portare a termine il percorso Triennale e tre per concludere quello Specialistico: “nel frattempo ho lavorato presso l’ufficio manutenzione di una multinazionale giapponese. Nonostante sia stato molto impegnativo, ho conciliato studio e lavoro perché le spese universitarie, fra libri e spostamenti, sono importanti”. Al momento, la sua aspirazione per il futuro è quella di lavorare ed “essere retribuito per le conoscenze acquisite, anche se su questo argomento possiamo solo stendere un velo pietoso”. Giovanni D’Angelino, invece, crede che il futuro sia rappresentato dallo sviluppo energetico sostenibile. Laurea di primo livello in 4 anni e mezzo e Magistrale in due (dopo il passaggio dalla Specialistica del precedente ordinamento), ha dovuto fare i conti con la prima versione Triennale a trenta esami: “la difficoltà maggiore è stata la cattiva impostazione del percorso. È complicato gestire dieci esami l’anno con una finestra di appelli che, in inverno, era di soli due mesi. In pratica, obbligava a dare esami, tutti difficili, ogni quindici giorni”. Ha svolto una tesi numerica sull’integrazione di un impianto a vapore con uno a gas: “non ho ancora cominciato a cercare lavoro. Ad ogni modo mi piace il settore energetico e spero che in Italia ci siano possibilità in questo campo”.