Sinapsi premia gli studenti-fotografi di ‘Scatta l’inclusione’

Cala il sipario su “Scatta l’Inclusione”, concorso fotografico promosso da Sinapsi, il Centro della Federico II per gli studenti che si sentono esclusi dalla vita universitaria a causa di disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia) o difficoltà temporanee. L’iniziativa è nata “dall’idea di promuovere l’inclusione degli studenti i quali, a causa di difficoltà fisiche, incontrano barriere nel corso della loro vita accademica”, spiega il prof. Paolo Valerio, Direttore di Sinapsi. Che aggiunge: “Abbiamo utilizzato lo stesso criterio scelto per la definizione del nostro logo, per il quale è stata attivata una campagna tra i ragazzi. Loro non devono essere solo fruitori passivi dei servizi offerti in Ateneo, ma attori della vita accademica”. 30 foto – selezionate tra quelle che hanno riscosso maggiore successo sul web (oltre 10 mila i clic sulla pagina facebook del Centro, “questo vuol dire che da parte dei ragazzi c’è voglia di partecipare, bisogna solo migliorare la comunicazione”) – sono state sottoposte alla Giuria – tra gli altri il fotografo Sergio Riccio e il direttore di Ateneapoli Gennaro Varriale – che ha scelto i tre vincitori per aderenza al tema del concorso, originalità, valore estetico, rilevanza del contenuto: Luca Cavallo con ‘A lezione di inclusione’; Domenico Loffredo con ‘Io non sono diverso’; Ferdinando Catalano con ‘Gridshell di relazioni’. Ai tre studenti, nel corso della cerimonia che si è svolta il 9 ottobre alla Biblioteca di Area Umanistica (BRAU), è stato corrisposto un premio in denaro: 500, 300 e 200 euro rispettivamente per il primo, secondo e terzo classificato. “Non credo siano l’unica ricompensa. Per i giovani amanti della fotografia è stata un’opportunità per poter conoscere importanti fotografi che espongono qui a Napoli e che hanno anche dato consigli e valutato il senso artistico. Addirittura Sergio Riccio ha inviato dei finalisti nel suo studio per apprendere le tecniche di miglioramento fotografico e lavorare con le sue macchine”, sottolinea il prof. Valerio. Inoltre, Luca Scognamiglio, presidente del Consiglio degli Studenti di Ateneo, ha proposto di allestire una mostra itinerante tra tutti i Dipartimenti della Federico II con i 30 lavori selezionati “in modo da sensibilizzare i suoi colleghi su questo tema e pubblicizzare la prossima edizione del concorso”. 
I vincitori
Hanno impiegato strumenti semplici, a volte dei telefonini cellulari, per raccontare l’inclusione sociale delle disabilità con gli occhi dei più giovani, e ne sono uscite delle immagini davvero particolari. Luca Cavallo, con ‘A lezione d’inclusione’, è arrivato al primo posto. “Davvero non me l’aspettavo – commenta lo studente di Economia e Commercio – Le foto erano tutte molto belle e di alto valore simbolico. Io ho scattato con una reflex e credo sia stata apprezzata anche la qualità dell’immagine, oltre al messaggio”. Luca dice di avere da sempre la passione della fotografia e poter raccontare attraverso quest’arte una tematica così importante come la disabilità gli è sembrata un’occasione importante: “È stata una bellissima esperienza, sia per l’opportunità che mi è stata offerta di conoscere nomi importanti della fotografia, che per le persone che ho incontrato, a partire da Valerio, il protagonista della foto”. Immagine che immortala, infatti, un momento simbolico in cui è Valerio, studente disabile di Ingegneria, a dare una lezione ai suoi colleghi: “Con questo scatto volevo sottolineare come oltre l’inclusione, che dovrebbe essere una cosa ‘scontata’, si dovrebbe parlare di esempi, perché questi ragazzi sono per noi un vero esempio di coraggio, di forza, di determinazione. Valerio incontra tante difficoltà ogni giorno, ma non si arrende. Così abbiamo costruito questa scena, in un’aula di Monte Sant’Angelo, in cui simbolicamente è Valerio a tenere lezione, una lezione di vita”.
Ferdinando Catalano (secondo classificato), con ‘Gridshell di relazioni’, ha voluto raccontare come la partecipazione attiva di docenti e studenti può dar vita a qualcosa di unico e bello come il Gridshell, la costruzione messa in piedi nel bel mezzo del cortile di Architettura, “che ha visto infatti l’impiego di forze comuni: ognuno ci ha messo il suo, sia per costruirla che per viverla, creando una coscienza collettiva, lavorando insieme e sentendosi tutti più vicini, uniti, inclusi”.
Domenico Loffredo, con ‘Io non sono diverso’, ha parlato, invece, di quella disabilità che a volte non si vede: nel cortile di Palazzo Giusso vengono ritratti quattro ragazzi, di cui un giovane autistico che frequenta L’Orientale, che raccontano con la loro vicinanza muta l’inclusione universitaria. “Questo ragazzo mi ha in parte cambiato la vita – spiega Domenico, iscritto ad Ingegneria meccanica – Mi ha sorpreso per la sua capacità di ricordare tutto. È un ragazzo che io conosco da tempo, perché abitiamo non lontano, e che ho avuto modo di incontrare durante il mio periodo di servizio civile al Sod. Così, insieme ai miei colleghi, ho pensato che questa del concorso poteva essere un’occasione per parlare di queste forme di disabilità mentale, che mi toccano in maniera particolare avendo un fratello dislessico”. La sua foto, terza classificata, ha ricevuto i complimenti proprio per essersi avvicinata ai nuovi tipi di disabilità: “Sono stato molto felice di aver preso parte a questa esperienza del concorso, anche perché mi ha dato l’opportunità di incontrare fotografi professionisti, dai quali ho potuto carpire anche qualche segreto su questa arte alla quale mi sono avvicinato da un paio d’anni”. 
Valentina Orellana
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