“È un’esperienza sicuramente positiva svolgere un tirocinio presso un’azienda prima di laurearsi” è il parere di Franco Violante, studente laureando in Sociologia iscritto all’indirizzo economico e del lavoro, che ha svolto uno stage presso la Consiel a Roma grazie al progetto Porta. “La Consiel è un’azienda di formazione e consulenza del gruppo Telecom” ha spiegato Franco. Il progetto Porta, coordinato a Sociologia per l’area tirocini dalla dott.ssa Paola De Vivo, ha stipulato otto convenzioni con aziende ed associazioni: Gesco-Campania, Istat, Dedalus, e, in via di formalizzazione, con l’Arin. “Aver lavorato alla Consiel ha significato entrare in anticipo nel mondo del lavoro. E’ tutto così differente dal mondo universitario”. Un modo utile per avere informazioni di prima mano ma anche rapporti che maturano. “Imma Parolisi, altra studentessa di Sociologia, ed io abbiamo iniziato a prendere visione di una serie di progetti in fase di elaborazione presso l’azienda. In seguito abbiamo formulato dei questionari” spiega Franco, il quale insieme ad Imma, ha ricevuto dalla Consiel un rinnovo del contratto per altri tre mesi retribuito. Esperienza positiva anche per un’altra studentessa di Sociologia, Antonella Pelluso. “Ho svolto il tirocinio presso l’Ufficio immigrati del comune di Eboli. Mi sono trovata molto bene anche perché sto svolgendo una tesi sull’immigrazione”. Estrema disponibilità da parte dei ‘colleghi’, buona esperienza di lavoro. “Consiglierei il tirocinio a tutti gli studenti di Sociologia iscritti al quarto anno, a prescindere se abbiano già chiesto la tesi. Questa opportunità può servire proprio a capire quali esami è utile sostenere per entrare nel mondo del lavoro”.
“Il tirocinio per i laureandi prevede un rimborso spese che varia a seconda che l’azienda si trovi in provincia di Napoli, nella regione Campania, oppure fuori Regione” ha detto la dott.ssa Paola De Vivo, anche lei soddisfatta del progetto e che tiene a sottolineare “il budget assegnato alla facoltà di Sociologia per i tirocini è di ben 40 milioni, il doppio di quanto assegnato alla facoltà di Scienze politiche o di Architettura, pari al budget di Agraria o addirittura Medicina e Chirurgia, di più di quanto assegnato alle facoltà di Giurisprudenza e Lettere”. I quindici studenti selezionati hanno svolto un tirocinio di duecentoquaranta ore in sei mesi. “Alcuni hanno avuto la proroga di un mese”. Ma gli inconvenienti non sono mancati. “Inizialmente l’assegnazione delle borse non doveva avere scadenza, poi è stata spostata a settembre; per cui agli inizi di agosto ho dovuto contattare telefonicamente gli studenti che avevano consegnato la domanda. Molti di loro erano impegnati con gli esami o la tesi” ci ha spiegato la De Vivo. Sebbene il progetto abbia dato esito positivo alla prima sperimentazione, ci sono dei margini di miglioramento. “Il carico di lavoro che ho dovuto sostenere è stato enorme. Credo che sarebbe necessario ci fosse almeno una persona che si occupi di seguire il lato burocratico del progetto. Io ho infatti dovuto non solo svolgere questo ruolo ma contattare gli studenti, prepararli all’approccio col mondo aziendale, contattarli individualmente per avere il responso dell’esperienza e così via”.
Doriana Garofalo
“Il tirocinio per i laureandi prevede un rimborso spese che varia a seconda che l’azienda si trovi in provincia di Napoli, nella regione Campania, oppure fuori Regione” ha detto la dott.ssa Paola De Vivo, anche lei soddisfatta del progetto e che tiene a sottolineare “il budget assegnato alla facoltà di Sociologia per i tirocini è di ben 40 milioni, il doppio di quanto assegnato alla facoltà di Scienze politiche o di Architettura, pari al budget di Agraria o addirittura Medicina e Chirurgia, di più di quanto assegnato alle facoltà di Giurisprudenza e Lettere”. I quindici studenti selezionati hanno svolto un tirocinio di duecentoquaranta ore in sei mesi. “Alcuni hanno avuto la proroga di un mese”. Ma gli inconvenienti non sono mancati. “Inizialmente l’assegnazione delle borse non doveva avere scadenza, poi è stata spostata a settembre; per cui agli inizi di agosto ho dovuto contattare telefonicamente gli studenti che avevano consegnato la domanda. Molti di loro erano impegnati con gli esami o la tesi” ci ha spiegato la De Vivo. Sebbene il progetto abbia dato esito positivo alla prima sperimentazione, ci sono dei margini di miglioramento. “Il carico di lavoro che ho dovuto sostenere è stato enorme. Credo che sarebbe necessario ci fosse almeno una persona che si occupi di seguire il lato burocratico del progetto. Io ho infatti dovuto non solo svolgere questo ruolo ma contattare gli studenti, prepararli all’approccio col mondo aziendale, contattarli individualmente per avere il responso dell’esperienza e così via”.
Doriana Garofalo