Un documento duro che esprime, senza mezzi termini, l’intera volontà del Consiglio. Lingue non è in grado di affrontare l’imminente riforma se la Facoltà e l’Ateneo non si attivano per dare una risposta concreta alle esigenze del Corso di studi. Lo ha deciso e firmato all’unanimità l’ultimo Consiglio di Corso di Laurea (C.C.L.) riunitosi il 31 ottobre scorso, giunto a questa conclusione a seguito del lavoro svolto dalla Commissione incaricata composta dai professori De Blasi, il presidente del Corso, Antonio Gargano, Stefano Manferlotti e Matteo Palumbo. “Ad un anno di distanza dall’applicazione dei Decreti ministeriali recanti la ‘Determinazione delle classi delle lauree e delle lauree specialistiche universitarie’ -si legge nella nota indirizzata al Preside della Facoltà, Antonio Vincenzo Nazzaro, al Consiglio di Facoltà, ai presidenti dei corsi di laurea, ai direttori dei dipartimenti e a tutti gli organi competenti- dopo aver a lungo discusso sull’argomento nel corso delle passate sedute nel precedente anno accademico, il Consiglio di Corso di laurea in Lingue e letterature straniere, esprime la propria unanime volontà di attivare:
1) un Corso di laurea in Lingue e culture straniere;
2) un Corso di laurea specialistico in Lingue e letterature europee moderne”.
“Il Corso di laurea ritiene, tuttavia, di dover informare la Facoltà che non sarà possibile l’attivazione di detti corsi, a meno che la Facoltà e l’Ateneo non intervengano con la massima rapidità allo scopo di incrementare, in modo significativo, il numero dei docenti di alcuni settori disciplinari che maggiormente caratterizzano i corsi che si intende attivare”. Da uno studio prodotto dalla Commissione nominata dal Consiglio il 14 dicembre scorso è emerso, infatti, che per garantire un’offerta didattica minimamente adeguata a quanto i Decreti stessi stabiliscono per i menzionati corsi, sarebbe necessario un incremento di dieci docenti – tra prima, seconda e terza fascia – nei seguenti settori disciplinari: Lingua e traduzione – lingua francese (L-LIN/O4); Letteratura francese (L-LIN/O3); Lingua e traduzione – lingua spagnola (L-LIN/07); Letteratura spagnola (L-LIN/O5); Lingua e traduzione – lingua tedesca (L-LIN/14); Letteratura tedesca (L-LIN/13); Lingua e traduzione – lingua inglese (L-LIN/12); Letteratura inglese (L-LIN/10); Filologia germanica (L-FIL-LET/15); Didattica delle lingue moderne (L-LIN/02). “Conviene precisare che l’incremento di cui si parla va inteso in termini assoluti, ossia come ampliamento di dieci nuovi docenti, con cui accrescere il numero di quelli che attualmente afferiscono al Corso di laurea”. In considerazione di una determinata distribuzione tra le tre fasce di docenza, la somma totale necessaria per bandire i posti nei settori disciplinari sopra elencati, sarebbe di circa 978 milioni di lire. “Se si tiene conto del fatto che, come risulta dai dati contenuti nella ‘Relazione del Nucleo di Valutazione, anno 1998’, l’attuale Corso di laurea in Lingue e letterature straniere presenta gli indici di maggiore e costante incremento nelle immatricolazioni, la non augurabile rinuncia a un settore fondamentale del futuro ordinamento didattico – quello delle lingue, culture e letterature straniere moderne – avrebbe gravi conseguenze sulla Facoltà e sull’intero Ateneo”. L’augurio è che si trovano i mezzi necessari ad aiutare il corso di studi “a sopravvivere e a rigenerarsi in occasione dei cambiamenti”. Per ora l’appello è stato recepito dal Direttore del Dipartimento di Filologia Moderna, Raffaele Giglio, il quale nel far proprie le esigenze poste dal Corso di Laurea in Lingue, ha espresso la sua ferma intenzione di impegnare buona parte delle sue future risorse per risolvere le carenze di quei settori disciplinari che maggiormente caratterizzano il Corso.
2) un Corso di laurea specialistico in Lingue e letterature europee moderne”.
“Il Corso di laurea ritiene, tuttavia, di dover informare la Facoltà che non sarà possibile l’attivazione di detti corsi, a meno che la Facoltà e l’Ateneo non intervengano con la massima rapidità allo scopo di incrementare, in modo significativo, il numero dei docenti di alcuni settori disciplinari che maggiormente caratterizzano i corsi che si intende attivare”. Da uno studio prodotto dalla Commissione nominata dal Consiglio il 14 dicembre scorso è emerso, infatti, che per garantire un’offerta didattica minimamente adeguata a quanto i Decreti stessi stabiliscono per i menzionati corsi, sarebbe necessario un incremento di dieci docenti – tra prima, seconda e terza fascia – nei seguenti settori disciplinari: Lingua e traduzione – lingua francese (L-LIN/O4); Letteratura francese (L-LIN/O3); Lingua e traduzione – lingua spagnola (L-LIN/07); Letteratura spagnola (L-LIN/O5); Lingua e traduzione – lingua tedesca (L-LIN/14); Letteratura tedesca (L-LIN/13); Lingua e traduzione – lingua inglese (L-LIN/12); Letteratura inglese (L-LIN/10); Filologia germanica (L-FIL-LET/15); Didattica delle lingue moderne (L-LIN/02). “Conviene precisare che l’incremento di cui si parla va inteso in termini assoluti, ossia come ampliamento di dieci nuovi docenti, con cui accrescere il numero di quelli che attualmente afferiscono al Corso di laurea”. In considerazione di una determinata distribuzione tra le tre fasce di docenza, la somma totale necessaria per bandire i posti nei settori disciplinari sopra elencati, sarebbe di circa 978 milioni di lire. “Se si tiene conto del fatto che, come risulta dai dati contenuti nella ‘Relazione del Nucleo di Valutazione, anno 1998’, l’attuale Corso di laurea in Lingue e letterature straniere presenta gli indici di maggiore e costante incremento nelle immatricolazioni, la non augurabile rinuncia a un settore fondamentale del futuro ordinamento didattico – quello delle lingue, culture e letterature straniere moderne – avrebbe gravi conseguenze sulla Facoltà e sull’intero Ateneo”. L’augurio è che si trovano i mezzi necessari ad aiutare il corso di studi “a sopravvivere e a rigenerarsi in occasione dei cambiamenti”. Per ora l’appello è stato recepito dal Direttore del Dipartimento di Filologia Moderna, Raffaele Giglio, il quale nel far proprie le esigenze poste dal Corso di Laurea in Lingue, ha espresso la sua ferma intenzione di impegnare buona parte delle sue future risorse per risolvere le carenze di quei settori disciplinari che maggiormente caratterizzano il Corso.
Il Preside: “per Lingue tutto il mio impegno”
L’SOS di Lingue non cadrà nel silenzio. Il Preside, Antonio Vincenzo Nazzaro, in attesa che sulla questione si pronunci il Consiglio di Facoltà, ci ha rilasciato una breve dichiarazione, mentre era intento ad illustrare le novità della riforma universitaria ad un’aula gremita di studenti. “Non prendo neppure lontanamente in considerazione l’ipotesi di dover rinunciare ad un settore così determinante per la nostra Facoltà. Al momento -commenta- siamo in una fase interlocutoria e di confronto con i docenti. E’ presto per decidere quali potranno essere le possibili soluzioni, ma escluderei quella più pessimistica. Ma un dato è certo: non ho il potere di assegnare nuovi posti. Di assicurare una crescita del corpo docente, così come richiesto dal Consiglio di Corso di Laurea. Purtroppo non spetta a me decidere in merito. Posso solo garantire che il problema sarà affrontato nel migliore dei modi e nelle sedi competenti. Come preside della Facoltà ho il dovere morale di attivarmi in tutti i modi affinché si arrivi ad un punto di svolta”. Lo chiedono soprattutto i professori di Lingue, decisi ad andare avanti nella loro giusta richiesta, capeggiati dal Presidente del Ccl, Antonio Gargano.
I docenti: il Corso
si è depauperato
si è depauperato
“In Consiglio -interviene Annamaria Palombi Cataldi, docente di Letteratura Inglese Moderna e Contemporanea- abbiamo sottoscritto un documento perché siamo veramente convinti che la nuova laurea richieda competenze di vario genere per poi essere competitivi con le altre università campane che si stanno attrezzando. L’unica strada per raggiungere quest’obiettivo è investire nuove risorse”. “Negli ultimi due anni il nostro Corso di Studi -lamenta la professoressa- si è depauperato. Ha perso molti docenti che sono avanzati in carriera ma non nel nostro ambito e sono andati fuori, perché l’Ateneo non ha messo a concorso nuovi posti sia come ordinari che associati; o, almeno non lo ha fatto per il nostro settore. Con l’autonomia, adesso, sarà difficile coprire questi posti vacanti perché ci si trova a combattere con i limiti imposti dal budget assegnato. Non si possono far uscire retribuzioni con estrema facilità”. “Noi siamo persone serie, amiamo il nostro lavoro e ci sentiamo di poter dare il massimo -aggiunge la professoressa- E visto che vorremmo offrire agli studenti che vengono ad iscriversi -(Lingue è l’unico corso di laurea della Facoltà che continua a crescere. Lo abbiamo fatto presente in Consiglio, ma la nostra è stata sempre una voce inascoltata)- la migliore offerta didattica possibile, abbiamo fatto uno screening delle forze a disposizioni e ci siamo resi conto delle grosse difficoltà. Un impegno ce lo aspettiamo dal Rettore, perché con i mezzi di cui dispone la Facoltà difficilmente si potrà indire nuovi concorsi”. Dello stesso avviso è pure la professoressa Jean Podeur, docente di Storia della Lingua Francese. “La Federico II non può permettersi un errore simile. Non può trascurare la nostra richiesta. Deve potenziare il nostro settore disciplinare soprattutto per accrescere il suo prestigio in campo nazionale ed europeo”.
Gli studenti:
Lettori e laboratori
Lettori e laboratori
Sul piede di guerra anche i rappresentanti degli studenti del Corso in questione. Minacciano una serrata protesta. Lo assicura Anna La Rovere, laureanda in Lingue, rappresentante nel Ccl di Lingue. “Sicuramente -dichiara- noi rappresentanti non resteremo a guardare. Ci aspettiamo un impegno concreto soprattutto dall’Ateneo. E’ stato speso tanto denaro per attivare un laboratorio linguistico a Giurisprudenza. Per carità non è una cosa sbagliata, ma credo che sarebbe stato più giusto spendere questi soldi per Lingue, dove si avverte l’esigenza di migliorare le strutture presenti”. Le fa eco Francesco Papa, venticinque anni, consigliere uscente del Consiglio di Corso di Laurea. “Da noi il problema delle strutture rappresenta una carenza cronica, come la questione dei lettori di madre lingua. Dovrebbero essere operativi a partire da novembre e non da marzo. Siamo continuamente penalizzati. Noi studiamo la letteratura di una lingua ma la maggior parte di noi è completamente a digiuno delle nozioni elementari della lingua stessa, a livello di grammatica, malgrado lo sforzo enorme dei professori. Lo scorso anno abbiamo organizzato una petizione per smuovere chi ha il potere di intervenire, ma tutto è rimasto così com’è senza nessuna differenza. Anche i professori sono stati solidali, hanno fatto sentire la loro voce, hanno protestato con l’amministrazione dell’Ateneo, con scarsi risultati, purtroppo”. “Per non parlare delle attrezzature -continua Francesco-. Abbiamo bisogno di un laboratorio efficiente; questo, per la verità, già esiste ma è necessario che funzioni. Ora pare che abbiano trovato un tecnico che consente la sua apertura quotidiana. Aspettiamo i risultati”.
Elviro Di Meo
Elviro Di Meo