Staminali, dignità umana, ambiente: i temi della Bioetica spiegati ai laureandi

Il Biotecnologo “si sa muovere come scienziato e come cittadino, elaborando un proprio punto di vista sui temi di ‘cittadinanza biologica’, espressione oggi molto in voga”. Non è un caso, quindi, che a Biotecnologie Mediche si parli di staminali, morte assistita e allarme ambiente con la lente della Filosofi a morale. Non è un caso, quindi, che l’insegnamento di Bioetica, dopo un girovagare tra vari anni di corso, si sia stabilizzato al semestre conclusivo della Magistrale, ultimo passo verso il mondo della professione. Il docente è Gianluca Attademo, ricercatore di Filosofi a morale e allievo della professoressa Emilia D’Antuono, che a Biotecnologie Mediche ha insegnato Bioetica fi no all’anno scorso. Professore Attademo, perché Bioetica a fine percorso di studi? “Con i Coordinatori del Corso di Laurea di Biotecnologie Mediche è maturata la consapevolezza che l’incontro con una disciplina che proviene dalla Filosofi a morale dovesse riguardare scienziati formati e capaci di rifl ettere sul proprio percorso formativo. È un’attività metarifl essiva richiesta a uno studente che sta elaborando la sua identità di biotecnologo. Per questo gli studenti partecipano anche alle attività del Seminario Permanente di Etica Bioetica e Cittadinanza”. Tra i temi affrontati: le cellule staminali. Un suo libro parla di “una fiducia che guarda al futuro”. “Riflettiamo sulle staminali del cordone ombelicale utilizzabili nella cura di malattie ematologiche, in alternativa al trapianto delle staminali del midollo osseo. Pongono una questione diversa rispetto a quelle embrionali. La normativa del nostro paese è indirizzata verso la donazione di queste cellule, previa autorizzazione delle madri. Non è consentita, invece, la conservazione per uso autologo”. Perché parlarne a Biotecnologie? “Affrontare il tema è un modo per rifl ettere sui rapporti tra scienza, politica, agenti privati e cittadini. È una rete complessa che va decostruita con un approccio sociologico per poi argomentare in una prospettiva fi losofi co- morale a favore della scelta della donazione”. Un punto del programma parla di “Pietre di confi ne”. Quali sono i confi ni della scienza? “Pietre di confi ne è un’espressione del manuale di Bioetica della prof.ssa D’Antuono, adottato a lezione. Segnano il limite tra le prassi consolidate e quelle rese possibili dall’innovazione tecnologica che implicano nuove scelte e nuove decisioni negli orizzonti di libertà e responsabilità”. Focus sul pianeta. Come si discute di ambiente ai tempi di Greta Thunberg? “Assistiamo ancora una volta a un grande tema della Bioetica, ovvero la responsabilità verso le generazioni future, intesa come la scelta che noi dobbiamo assumere di lasciare a chi verrà un ambiente che è così come lo abbiamo trovato”. Il pensiero ai laureandi in chiusura corso? “È innanzitutto di gratitudine, perché in un periodo fi tto di impegni, tra studio, tirocinio e tesi, ritagliano del tempo per rifl ettere su questioni etiche. Pur non essendoci la frequenza obbligatoria, la classe è molto numerosa e si attesta sulla settantina di presenze. L’augurio che rivolgo a tutti loro è che possano esercitare le competenze acquisite per la crescita dell’Italia e dell’Europa”.
Ciro Baldini
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