Con il finanziamento di venti progetti (sugli 88 presentati), erogato sulla base della valutazione indipendente ad opera di un organismo internazionale, si conclude dunque una delle due azioni intraprese nel 2013 nell’ambito di Star (Sostegno Territoriale alle Attività di Ricerca), programma che intende incentivare la partecipazione dei giovani ricercatori dell’Ateneo federiciano ai bandi competitivi europei, sviluppando capacità di leadership e migliorando il curriculum. Iniziativa nata nell’ambito della Convenzione con la Compagnia di San Paolo e l’Istituto Banco di Napoli-Fondazione, gestita dal Centro di Servizio di Ateneo per il Coordinamento di Progetti Speciali e l’Innovazione Organizzativa (Coinor). Sono stati ritenuti meritevoli di contribuzione ricercatori di vari Dipartimenti dell’Ateneo: Biologia, Scienze economiche e statistiche, Matematica, Giurisprudenza, Scienze mediche traslazionali, Scienze chimiche, Studi umanistici, Scienze politiche, Scienze della terra, Farmacia, Ingegneria elettrica, Economia e management, Fisica, Chimica industriale. Conditio sine qua non perché incassino l’intero importo è che, in una seconda fase, i gruppi di ricerca concorrano con progetti più strutturati ai fondi europei per la ricerca, per esempio quelli dello European Research Council (ERC). Un vincolo funzionale a stimolare i ricercatori a misurarsi sul terreno del finanziamento da parte dell’Europa, che offre opportunità decisamente superiori all’Italia, paese nel quale, attualmente, le risorse sono ridotte davvero al lumicino.
“Sono adesso in corso di svolgimento”, dice il professore Luciano Mayol, responsabile di Star e direttore di Coinor, “le selezioni per i giovani ricercatori che ambiscano a trascorrere all’estero un periodo di formazione. È la seconda linea di intervento di Star. Mettiamo a disposizione poco più di 200mila euro, per questa specifica attività. Nel complesso, il finanziamento per il 2013 di Star ammontava a 2.100.000 euro. Un milione e 200.000 euro a carico dell’Ateneo Federico II. Novecentomila euro da parte della Compagnia San Paolo”.
“Sono adesso in corso di svolgimento”, dice il professore Luciano Mayol, responsabile di Star e direttore di Coinor, “le selezioni per i giovani ricercatori che ambiscano a trascorrere all’estero un periodo di formazione. È la seconda linea di intervento di Star. Mettiamo a disposizione poco più di 200mila euro, per questa specifica attività. Nel complesso, il finanziamento per il 2013 di Star ammontava a 2.100.000 euro. Un milione e 200.000 euro a carico dell’Ateneo Federico II. Novecentomila euro da parte della Compagnia San Paolo”.
Due progetti
finanziati
finanziati
Vive esclusivamente a Capri, sui faraglioni, e si differenzia da tutte le altre per il colore blu intenso. La lucertola che frequenta le rocce calcaree dell’isola a sud-ovest di Napoli è un classico esempio di un fenomeno che fu anche al centro degli studi di Darwin, il padre dell’evoluzionismo: in condizioni di isolamento territoriale, quali appunto quelle delle comunità che vivono circondate dal mare, specie animali possono sviluppare proprie e peculiari linee di evoluzione, che le differenziano da quelle delle stesse specie che frequentano la terraferma. Proprio la lucertola dalle sfumature azzurre e blu di Capri, insieme all’ormai estinto cervo nano che visse sull’isola fino a 12.000 anni fa, è al centro di un progetto di ricerca del gruppo coordinato da Pasquale Raia, giovane paleontologo della Federico II, e composto dallo zoologo Domenico Fulgione, dal geologo e naturalista Filippo Barattolo, dalla vulcanologa Paola Petrosino, dal geologo Luigi Ferranti e dal paleontologo Francesco Carotenuto. “Il nostro obiettivo – riferisce Raia – è di indagare, tramite l’osservazione della comunità di lucertole dei faraglioni e l’esame dei fossili di cervo nano tuttora presenti a Capri, le modalità di diffusione di queste specie sull’isola. Nel caso della lucertola, le informazioni che acquisiremo ci auguriamo possano anche aiutare ad elaborare misure di tutela e salvaguardia della presenza sull’isola di un rettile così particolare”. Lo studio partirà a marzo ed è finanziato da Star con 83mila euro lordi.
Altra iniziativa premiata e sostenuta da Star è quella che ha come coordinatore il giovane genetista Marco Salvemini e che punta i riflettori sui geni della zanzara tigre e del flebotomo, meglio conosciuto come pappatacio, l’insetto responsabile della trasmissione della Leishmaniosi. Centodiciannovemila euro lordi il finanziamento. La squadra capitanata da Salvemini è composta da Giuseppe Saccone (genetista), Serena Aceto (genetista), Enza Colonna (genetista del Cnr), Remo Sanges (bioinformatico che lavora alla stazione zoologica Anton Dohrn). “Il nostro obiettivo”, spiega Salvemini, “è di migliorare le conoscenze sul corredo genetico dei due insetti e di isolare i geni che regolano la determinazione del sesso”. Operazione che potrebbe in prospettiva risultare estremamente utile anche in una ottica applicativa, per esempio intervenendo sul patrimonio genetico dei maschi per adottare forme di controllo della fertilità e di contenimento della diffusione. La ricerca, in questa prima fase, sarà svolta ad Ischia, dove da tempo, ormai, si segnala la presenza endemica del flebotomo e della zanzara tigre. In prospettiva, se il progetto fruirà di un successivo finanziamento europeo, campionamenti, analisi e ricerche saranno estesi alle popolazioni di flebotomi e zanzare tigre di un’area territoriale più vasta.
(Sul prossimo numero la rassegna di altri studi).
Fabrizio Geremicca
Altra iniziativa premiata e sostenuta da Star è quella che ha come coordinatore il giovane genetista Marco Salvemini e che punta i riflettori sui geni della zanzara tigre e del flebotomo, meglio conosciuto come pappatacio, l’insetto responsabile della trasmissione della Leishmaniosi. Centodiciannovemila euro lordi il finanziamento. La squadra capitanata da Salvemini è composta da Giuseppe Saccone (genetista), Serena Aceto (genetista), Enza Colonna (genetista del Cnr), Remo Sanges (bioinformatico che lavora alla stazione zoologica Anton Dohrn). “Il nostro obiettivo”, spiega Salvemini, “è di migliorare le conoscenze sul corredo genetico dei due insetti e di isolare i geni che regolano la determinazione del sesso”. Operazione che potrebbe in prospettiva risultare estremamente utile anche in una ottica applicativa, per esempio intervenendo sul patrimonio genetico dei maschi per adottare forme di controllo della fertilità e di contenimento della diffusione. La ricerca, in questa prima fase, sarà svolta ad Ischia, dove da tempo, ormai, si segnala la presenza endemica del flebotomo e della zanzara tigre. In prospettiva, se il progetto fruirà di un successivo finanziamento europeo, campionamenti, analisi e ricerche saranno estesi alle popolazioni di flebotomi e zanzare tigre di un’area territoriale più vasta.
(Sul prossimo numero la rassegna di altri studi).
Fabrizio Geremicca