Start Cup Campania 2015, si parte

“La manifestazione di apertura si tiene qui per la seconda volta, mentre è la prima che il nostro Ateneo si occupa della direzione”. Taglio del nastro per Start Cup Campania 2015, “il concorso per chi ha voglia di vincere” giunto alla sesta edizione. La direzione del premio, che ruota ogni anno, è stata affidata questa volta alla Parthenope. A rimarcarlo, il Rettore Claudio Quintano, che ha fatto gli onori di casa l’11 maggio, in occasione della giornata di inaugurazione del progetto. Una quarantina i presenti nell’aula Magna della sede di via Acton. A loro, il professore di Economia Aziendale e Direttore del Premio Renato Passaro ha mostrato i numeri registrati quest’anno: “c’è stata una diminuzione delle domande. Questo ci spingerà a rivedere qualcosa da un punto di vista della formula organizzativa e del processo di comunicazione”. Sessantasei i progetti provenienti dagli Atenei campani. Tutte proposte per un “premio abbastanza lungo, che inizia ad aprile e si conclude a ottobre” e che, come ricorda ancora il prof. Passaro, adotta criteri di valutazione come “originalità, valore tecnologico, realizzabilità e potenzialità di sviluppo”. Premi in denaro per i primi cinque classificati – 5mila euro per il capolista e, a seguire, 3mila per il secondo, 2mila per il terzo e mille euro per quarto e quinto – con una sorpresa: “quest’anno ci sarà un premio speciale – in via di definizione – per i progetti orientati alle pari opportunità e all’imprenditorialità femminile”. A dar voce a questa iniziativa in rosa è stata, per l’occasione, la prof.ssa Barbara Messina. La docente, che insegna Disegno al Corso di Ingegneria civile dell’Università di Salerno, ha parlato di “università responsabili per favorire il match tra domanda e offerta di lavoro, promuovendo la partecipazione economica delle donne”. Unire realtà straniere a quelle italiane è invece l’obiettivo che si pone L’Orientale, rappresentata dal Rettore Elda Morlicchio: “abbiamo partecipato fin dall’inizio a Start Cup perché crediamo nelle potenzialità dei giovani campani e vogliamo che restino qui. Puntiamo a progetti dove le competenze tecniche altrui si possano unire a quelle linguistiche e culturali nostre, così da poter fare da trait d’union tra il nostro Paese e gli altri”. Hanno preso la parola poi il Presidente dell’associazione PNICube Marco Cantamessa, il Presidente della Fondazione Banco Napoli Daniele Marrama e Giulio Piluso, vincitore con il suo team della scorsa edizione del premio. In scaletta, anche l’intervento dell’ideatore della Startup Buzzoole Fabrizio Perrone e la prima giornata di formazione affidata al professor Bruno Iaccarino, docente di Gestione dello sviluppo imprenditoriale al Corso di Ingegneria gestionale della Federico II. “È nato tutto un po’ per gioco”. Questa la confessione di Chiara, studentessa dell’Università di Salerno al secondo anno della Magistrale in Economia e management dell’Innovazione, che ha proseguito: “abbiamo sviluppato un’idea per un concorso della nostra università che era molto simile a questo e abbiamo deciso di fare domanda anche per Start Cup”. Come spiega la sua collega Rossella, si tratta di “un dispositivo che collega un pc a un server, permettendo il movimento di un altro pc che può fare da videocamera”. “Garantire l’utilizzabilità del cellulare anche quando la batteria sta per esaurirsi” è la sfida di Fabrizio Mancino, aspirante ingegnere della Federico II, affiancato nel progetto da un amico perito, Porfirio Parascandalo, che ha sottolineato: “il business plan è un aiuto per farci capire le potenzialità del nostro prodotto. Non è semplice da stilare, quindi proveremo a chiarirci qui le idee”. Punta alla solidarietà, invece, il progetto di Joseph Vitanostra, membro di un gruppo composto da studenti di Informatica dell’Università Parthenope: “la nostra idea è di fare crowdfunding – pratica di microfinanziamento dal basso – per spese mediche, aiutando le persone che non hanno la possibilità di finanziare le proprie cure”. L’auspicio, con la partecipazione al progetto, “è di raccogliere quante più informazioni possibili per preparare il business plan”. 
Ciro Baldini
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