Strage di San Valentino agli esami di Privato e Civile

Strage di San Valentino nell’aula 1.2 di Palazzo Pacanowski. Qui gli studenti della Triennale in Scienze dell’Amministrazione e dell’Organizzazione, insieme alla quinquennale in Giurisprudenza, anziché passeggiare per il lungomare con la dolce metà, sono impegnati nei due esami più difficili della carriera universitaria: Istituzioni di Diritto Privato e Diritto Civile, che nella migliore delle ipotesi abbassano di molto la media. Il primo, con la prof.ssa Marina Romano, crea maggiori problemi. C’é chi l’ha tentato diverse volte con scarsi risultati. “La docente incute molta soggezione, è la quinta volta che lo tento sempre con lei, e non lo passo. Va troppo nello specifico. Mi ha chiesto tre righe di un paragrafetto di cui non conoscevo neanche l’esistenza, in un libro di 1300 pagine”, commenta Luisa, al terzo anno di Scienze dell’Amministrazione. “Per superarlo devi avere molta costanza e tempo per studiare. Chi lavora part-time come me, ovviamente, si trova in difficoltà. Le domande che sono poste di solito sono: ipoteca, novazione e interpretazione del contratto”, continua. “La docente mi ha chiesto tre argomenti, ho dato due risposte perfette, la terza l’ho sbagliata. Il voto? Un misero 19. Stiamo sostenendo un esame da sei crediti, non da nove come a Giurisprudenza. Se rispondi esattamente ad una buona metà dei quesiti, dovresti avere 24”, si sfoga Valentina Bisogno, al secondo anno. La ragazza dà alcune utili dritte per non perdere tempo: “è la seconda volta che lo ripeto, a novembre ho rifiutato un 18. Ora posso dire che conviene accettare. Incide molto il fattore fortuna, infatti ad alcuni ha chiesto argomenti a piacere. Fare esempi è di fondamentale importanza, così comprende che hai assimilato il concetto”, sottolinea. L’esame si dovrebbe sostenere al primo anno, ma sono pochi i temerari che lo affrontano per primo. Uno di questi Vincenzo Garofalo: “è il mio primo esame, poiché in questi mesi abbiamo seguito solo tre corsi, due dei quali prevedono prove ad aprile. Questo è l’unico che si può dare ora. È molto mnemonico, non puoi giocare di logica nel dare la risposta, perciò accetterei tranquillamente un 18, anche se sto studiando da ottobre”. Il segreto del successo? “Potrebbe essere una parlantina continua, senza bloccarsi mai. L’arma del bravo avvocato. Ho visto ragazzi passarlo così, anche senza una preparazione eccellente”, spiega lo studente. Anche Veronica è al suo primo esame del semestre: “ci sono troppe cose da ricordare, gli appunti sono importantissimi. Il volume da portare conta 1300 pagine e gli argomenti sono tutti diversi. Non si capisce quali si possono saltare, inizialmente è stato detto la parte di Commerciale, ma non so bene qual è. Sono pronta ad accettare qualsiasi voto”.
Non così impossibile, ma di sicuro tutt’altro che una passeggiata l’esame di Diritto Civile con il prof. Ugo Grassi, che consta di due interrogazioni: la prima con l’assistente, la seconda con il docente titolare. Il tempo che intercorre tra i due momenti mette in difficoltà la maggior parte degli esaminandi, che presi da ansia e stanchezza non garantiscono la performance che vorrebbero. “L’argomento e le domande non sono difficili. È la doppia interrogazione che sfinisce, perché il docente si consulta con l’assistente prima di attribuire il voto, e, nel passaggio tra l’uno e l’altro, la volta scorsa sono passate più di due ore. Infatti ho rifiutato un 19 a novembre. Non è un caso che i voti di pomeriggio si abbassino: sale la tensione e si avverte la mancanza di zuccheri”, fa presente Giovanna, all’ultimo anno di Magistrale in Giurisprudenza. Per superarlo occorrono un linguaggio giuridico corretto e tanto studio. “Non è necessario andare troppo nello specifico, perché ti richiedono un ragionamento per sommi capi, basta che dimostri di aver compreso il concetto. Di solito il prof. Grassi non alza il voto. Spesso fa soltanto una domanda per confermare o abbassare il voto dell’assistente. La più ricorrente: differenza tra responsabilità contrattuale ed extracontrattuale, a cui tiene molto”. La pensa allo stesso modo il collega Felice Rega: “è la seconda volta che lo provo, la prima ero molto stanco e non l’ho passato. Abbiamo finito tardissimo ed eravamo qui dalla mattina con l’ansia. In ogni caso oggi sono più preparato. Mi ci sono voluti quaranta giorni per studiarlo”. Anche Marco Spasano, primo anno di Scienze dell’Amministrazione, ha studiato molto: “due mesi per tre ore al giorno, sotto esame però sono aumentate. Inoltre ho seguito il corso, ma non nego l’ansia. Domande frequenti sono: usufrutto, tipi di contratti, differenza tra debitore e creditore. Per superarlo occorrono buone basi di diritto, che penso di possedere, avendolo studiato a scuola, e una sicurezza della propria preparazione. Non accetto un voto più basso del 23. Il docente è bravissimo e disponibile, ma la materia non va presa sottogamba”. Davide Lorito, al terzo anno, racconta la sua positiva esperienza: “ho preso 18, ma l’esame obiettivamente non è difficile, la commissione è corretta umanamente e professionalmente, non si cerca di far cadere lo studente, ma di testare la sua padronanza della conoscenza giuridica. Ho accettato il voto perché mi sono capitate domande su argomenti che non conoscevo in modo approfondito”. Il docente tiene molto agli approfondimenti, oggetto di attività seminariali tenute durante il corso. “Oltre alla parte generale, è bene conoscere quelle speciali sulla storicità del diritto e sulle garanzie riguardanti il venditore. Le domande più ricorrenti: contratto preliminare, principio consensualistico, invalidità del contratto”.
Allegra Taglialatela
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