Teresa, premio “Anna De Sio” per la sua tesi sul revival religioso in Cina

Cerimonia del Premio “Anna De Sio” per tesi magistrali di argomento storico-religioso, iniziativa voluta dal prof. Francesco De Sio Lazzari, già docente di Storia delle Religioni a L’Orientale, con l’Associazione fondata in onore di sua madre. La manifestazione, che si è svolta il 12 marzo presso l’Aula delle Mura Greche di Palazzo Corigliano, è stata presieduta dalle professoresse Giuliana Scalera (L’Orientale) e Marisa Tortorelli (Federico II). Per l’occasione il prof. Marcello Massenzio, ordinario di Storia delle Religioni all’Università di Roma Tor Vergata, ha tenuto una lezione su “Religione e angoscia della storia”. Ha proclamato le vincitrici la prof.ssa Chiara Ghidini, docente di Religioni e filosofie dell’Asia Orientale. Le tesi sono stati scelte tra ventisette lavori partecipanti al concorso. Il primo premio (1.500 euro) è andato Laura Lettere, laureata all’Università “La Sapienza” di Roma; il secondo a Teresa Papale, da poco laureata in Lettere e Filosofia a L’Orientale. Teresa (che ha ricevuto un riconoscimento di 750 euro) racconta le esperienze che l’hanno accompagnata nella compilazione dell’elaborato nel 2011, dal titolo “Le politiche religiose nella Cina contemporanea: tra logiche di controllo e strategie di tolleranza”. “Ho esaminato dei regolamenti dello Stato moderno cinese, che ho tradotto in un’appendice, per cercare di descrivere la posizione della religione in Cina, rispetto al Governo”. La tesi affronta il tema relativo al revival religioso nella Cina post-maoista, per dare un quadro dell’evoluzione storica attraverso decreti emanati dall’organo governativo SARA (Amministrazione di Stato per gli Affari Religiosi). “L’ho proposto alla mia relatrice, la prof.ssa Chiara Ghidini, che, insieme al correlatore Giorgio Trentin, mi ha molto aiutato nella realizzazione del progetto”. Dallo studio della ragazza è emersa una logica di controllo della religione: “Qualsiasi attività religiosa in Cina deve avvenire in luoghi di culto registrati dal sistema statale. Il paradosso è che c’è libertà di culto, ma il Governo controlla la religione, dal momento che il Partito Comunista pone le sue fondamenta nell’ateismo”. Ad una più attenta analisi emerge che non ci sono soltanto ragioni politiche per il controllo del culto, ma anche economiche: “I templi sono diventati luoghi turistici, soprattutto nel Sud della Cina, fonte di lucro sia per il potere centrale, che locale”. Infatti Teresa ha studiato casi concreti come il tempio buddhista di Nanputuo nel Fujian e quello del complesso di Longwanggou nello Henan, recandosi direttamente sul posto. “Sono stata due volte in Cina per motivi di studio, la prima per un anno e mezzo, grazie ad una borsa di studio, fonte di accordo tra L’Orientale e l’Università di Tianjin, la seconda per tre mesi, tramite l’Ambasciata italiana. Ho lavorato presso un istituto culturale di Pechino, dove svolgevo attività di traduzione”. La ragazza si ritiene molto soddisfatta dell’esperienza lontano da casa: “Il contatto con persone provenienti da ogni parte del mondo è straordinario. Ho conosciuto studenti francesi, americani, coreani e giapponesi. Comunicavo facilmente visto che L’Orientale mi ha fornito buone basi grammaticali e linguistiche, per l’inglese ed il cinese”. Le differenze culturali però si avvertono: “I cinesi tendono ad essere gentili e disponibili, ma molto chiusi prima di conoscerti, ed anche quando sei diventata loro amica c’è sempre una parte del carattere che non riesci a cogliere. Noi europei siamo più trasparenti”. Ora Teresa sta seguendo uno stage: “in un ufficio che si occupa di export, quindi lo studio delle lingue inglese e cinese mi è molto servito”. 
Allegra Taglialatela
- Advertisement -




Articoli Correlati