Terme romane di Fuorigrotta: il progetto di un gruppo di studentesse

“Roots Discovery: il Social Innovation Plan per la valorizzazione delle Terme Romane di Fuorigrotta”, il tema del progetto realizzato da un gruppo di studenti (o meglio studentesse) della Magistrale in Organizzazione e Gestione del Patrimonio Culturale ed Ambientale, guidati dal loro nume tutelare, il prof. Stefano Consiglio, Presidente del Corso di Laurea. Il lavoro, presentato lo scorso 19 dicembre presso l’ex asilo Filangieri (sede della Fondazione Forum 2013), è incentrato sul recupero e valorizzazione del sito archeologico delle terme romane di via Terracina a Fuorigrotta e vede la collaborazione di numerose associazioni e realtà territoriali. 
“La cultura come lusso che non ci possiamo permettere”, così apre il dibattito il prof. Stefano Consiglio. La sua, una provocazione tesa a sottolineare i numerosi tagli che hanno investito il settore culturale. Coinvolgere i cittadini e i vari attori presenti sul territorio, condurli alla scoperta e conoscenza delle ricchezze archeologiche, riappropriarsene e, infine, prendersene cura: questo il viatico per la rinascita culturale ed economica. L’intervento del docente precede quello delle studentesse del Corso di Laurea, vere protagoniste di questa esperienza: Dora Ambra, Chiara Bardari, Anna Bastione, Deborah D’Addetta, Arianna De Cenzo, Alessandra Falso, Lucia Florio, Giusy Giglio, Cinzia Lanzano, Antonia Luglio, Maria Oreto, Antonietta Panico, Viviana Perna, Claudia Punzo, Franca Terracciano, Michela Vitolo. Il gruppo ha contribuito alla messa in opera di un programma di progetti da attuare per rendere fruibile e accessibile a tutti le terme romane, un sito archeologico per tanto tempo relegato nell’ombra. “Roots discovery: obiettivo terme!”, l’idea attorno alla quale si dispiega l’agire concreto delle specializzande, un’idea che risponde ad una mission di fondo, quella di portare alla luce l’area archeologica e valorizzare così il territorio di Fuorigrotta e più ampiamente quello di Bagnoli. Ancora, sensibilizzare le generazioni future (i giovani studenti del posto) alla cultura del proprio ambiente per potersene prendere cura, far riemergere il senso di appartenenza dei cittadini e operatori locali, promuovere occasioni di sviluppo economico e sociale. Fuori, dunque, tutta la tenacia e l’originalità intellettuale delle studentesse che intervengono al dibattito illustrando i progetti ideati per le Terme. Singolarmente o in gruppo, si sono interessate di settori diversi in cui concretizzare l’azione: itinerari e laboratori didattici per le scuole, percorsi di terme e cultura, terme e sport, cultura ed enogastronomia, itinerari culturali e gioco. Quando si chiede loro dell’esperienza vissuta, all’unisono rispondono: “è stata didatticamente formativa perché l’Università esce per una volta fuori dal suo spazio fisico per sfociare direttamente sul campo”. Qualcun’altra sottolinea: “è stato anche un banco di prova per quello che concerne il lavoro di gruppo: coordinare e trovare la sinergia giusta in quel fiume di idee non è stato facile. Anche umanamente abbiamo ricevuto tanto da questo lavoro di squadra”. Entusiasmo e tenacia segnano anche le parole del prof. Consiglio: “Sono contento del lavoro svolto dalle studentesse; ci sono giovani che vogliono imparare e fare, coniugare poi l’insegnamento dell’aula alla sua praticità è fortemente formativo”. I partner presenti all’incontro assicurano la loro presenza e il coinvolgimento in quest’impresa. Mentre il prof. Mario Rusciano, Presidente del Polo delle Scienze Umane e Sociali, annota: “Sensibilizzazione culturale, territorio come patrimonio fruibile dai cittadini, sentirlo come ‘cosa propria’, così si può salvaguardare il futuro del passato”. 
Valentina Passaro
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