Tesi di laurea: tra passione e rigore scientifico

“Una tesi di laurea è un elaborato dattiloscritto, di una lunghezza media variabile tra le cento e le quattrocento cartelle, in cui lo studente tratta un problema concernente l’indirizzo di studi in cui si vuole laureare”, così lo scrittore e accademico italiano Umberto Eco esordisce nel libro ‘Come si fa una tesi di laurea’ (Bompiani, 1977). Sebbene i cambiamenti nel mondo universitario siano stati tanti negli ultimi decenni, il messaggio e le direttive di questo testo restano valide, perfettamente funzionali, utili per tutti gli studenti che nutrono dubbi o incertezze circa il momento culminante del proprio percorso di studi, ossia la stesura della tesi di laurea. La tematica al centro del lavoro di Umberto Eco è stata oggetto del seminario “La stesura di una tesi laurea”, tenutosi nella mattinata di venerdì 29 novembre presso il Dipartimento di Studi Umanistici della Federico II in Via Nuova Marina. 
Svoltosi nell’ambito del programma di attività di orientamento e tutorato per gli studenti e organizzato dal Corso di Studi in Archeologia, Storia delle Arti e Scienze del Patrimonio Culturale, l’incontro è stato diretto da Giuseppina De Pasquale, dottoranda in Storia dell’arte. 
Alla presenza di studenti e laureandi (principalmente della Triennale), De Pasquale ha affrontato i nodi tematici più significativi che la redazione di una tesi di laurea comporta. Alla base della stesura ci sono delle scelte da compiere: la materia alla quale ci si vuole dedicare, il problema conoscitivo da affrontare e, naturalmente, il professore che si faccia guida e relatore di questo percorso. È necessario distinguere, inoltre, almeno in termini generali, il tipo di lavoro che si vuole svolgere: se si tratta di raggruppare e riordinare (criticamente) del materiale raccolto su un dato argomento – in tal caso si parla di una “tesi compilativa” – o se si vuole intraprendere una ricerca in un campo poco indagato dagli studiosi – “tesi sperimentale”. In entrambi i casi appare indispensabile reinterpretare le fonti e il materiale raccolti facendo uso del proprio spirito critico e producendo un’argomentazione personale che risulti sufficientemente sostenuta. I passaggi fondamentali nella redazione della tesi sono certamente ricercare una bibliografia essenziale, stabilire lo stato dell’arte (ossia fare il punto della situazione nell’ambito del tema scelto), individuare una posizione da sostenere, decidere la strutturazione del testo e, infine, scrivere un’introduzione e una conclusione, aggiungere l’indice e la bibliografia (che deve essere precisa e puntuale). 
La De Pasquale, tuttavia, non si è limitata a fornire agli studenti delle linee-guida sulle modalità di elaborazione della tesi, ma ha arricchito la sua esposizione con consigli pratici sul reperimento del materiale (in biblioteche e archivi o utilizzando risorse informatiche), su citazioni (bibliografiche, in nota, tratte da articoli, periodici, ecc.), abbreviazioni, criteri di trascrizione ed editing stesso. 
Rispondendo alle domande degli studenti, la dottoranda ha consigliato di cominciare a lavorare alla tesi “almeno quattro esami prima della laurea”, in linea generale. 
Oltre la tecnica e il rigore scientifico, caratteristiche irrinunciabili e imprescindibili della tesi, secondo la dottoranda esiste un elemento di importanza finanche maggiore, ossia la passione: “L’ingrediente principale per scrivere una buona tesi è la passione. Senza passione non si va da nessuna parte. Bisogna quindi scegliere una materia che ci appassioni, credere in quello che si scrive e, nella possibilità di dare un proprio contributo, avere l’umiltà di accogliere i suggerimenti di chi ne sa più di noi, cercare di essere più scientifici possibile”.
Aurora Alliegro
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