Particolarmente fitto il programma del Job Day ad Economia in cui si sono susseguite ben dieci aziende che oltre a presentarsi hanno raccolto i curriculum dei ragazzi interessati. La prima ad intervenire è la dott.ssa Francesca Pecoraro, junior marketing manager della Fondazione San Carlo, “il più antico teatro lirico d’Europa operante”. A fronte di una difficile situazione economica, il fatturato del San Carlo nell’ultimo anno ammonta a 1milione e 500 mila euro con un trend crescente negli ultimi anni di attività. L’obiettivo ultimo della direzione è quello di mantenere “un equilibrio tra tradizione storica e necessità di rinnovarsi”, come spiega la dott.ssa Pecoraro, che si lancia in un elenco di requisiti imprescindibili per entrare a far parte della sua squadra: “sentirsi parte di un discorso emozionale più ampio, in quanto la paga non è commisurata al lavoro; avere una preparazione specialistica ed esser pronti alla sfida, perché si tratta di aree funzionali per cui non c’è ancora una letteratura di riferimento ma è tutto in costruzione”. Attualmente sono alla ricerca di un collaboratore per Attività di Promozione al Pubblico e Accoglienza, ma ci sono anche possibilità di stage in diversi settori, disponibili sul sito www.teatrosancarlo.it.
Pietro Santagata, laureatosi nel 1999 proprio presso questo Dipartimento, è uno dei fondatori di EcoEpoque. Si tratta di un marchio che combina la tecnologia del taglio e dello stampo digitale con la finezza artigianale del made in Italy, occupandosi sia di attività di service stampa e allestimento che, soprattutto, costruendo pezzi di arredamento con materiali eco compatibili provenienti da carta e cartone riciclati. “Non sono prodotti brutti o poveri, come vorrebbero i luoghi comuni, anzi, alcuni richiedono processi di lavorazione finissimi. Sono prodotti di nicchia a livelli altissimi, parliamo di un target price di 2500 euro a prodotto”. Finora sono state realizzate tre collezioni di specchi, il cui target di riferimento è “un cliente amante del design disposto a spendere più della media, ragion per cui lavoriamo spesso con Emirati Arabi, Sud America, Russia”. Da qualche anno si sono avvicinati all’università “perchè offre persone con un background essenziale”, spiega Santagata, accompagnato proprio da un giovane neolaureato diventato parte integrante della sua azienda. “Ci serve una figura che studi la concorrenza diretta e allargata, disponibile a viaggiare, che conosca l’inglese e un’altra lingua tra russo e arabo in particolare. Si può trattare di laureandi o laureati. Il nostro obiettivo non è formarvi e perdervi, ma formarvi e tenervi”.
Pietro Santagata, laureatosi nel 1999 proprio presso questo Dipartimento, è uno dei fondatori di EcoEpoque. Si tratta di un marchio che combina la tecnologia del taglio e dello stampo digitale con la finezza artigianale del made in Italy, occupandosi sia di attività di service stampa e allestimento che, soprattutto, costruendo pezzi di arredamento con materiali eco compatibili provenienti da carta e cartone riciclati. “Non sono prodotti brutti o poveri, come vorrebbero i luoghi comuni, anzi, alcuni richiedono processi di lavorazione finissimi. Sono prodotti di nicchia a livelli altissimi, parliamo di un target price di 2500 euro a prodotto”. Finora sono state realizzate tre collezioni di specchi, il cui target di riferimento è “un cliente amante del design disposto a spendere più della media, ragion per cui lavoriamo spesso con Emirati Arabi, Sud America, Russia”. Da qualche anno si sono avvicinati all’università “perchè offre persone con un background essenziale”, spiega Santagata, accompagnato proprio da un giovane neolaureato diventato parte integrante della sua azienda. “Ci serve una figura che studi la concorrenza diretta e allargata, disponibile a viaggiare, che conosca l’inglese e un’altra lingua tra russo e arabo in particolare. Si può trattare di laureandi o laureati. Il nostro obiettivo non è formarvi e perdervi, ma formarvi e tenervi”.
Green economy
e settori
tradizionali
e settori
tradizionali
La terza azienda della giornata è l’Agenzia per il green, che fa da ponte tra le imprese del settore eco e i giovani candidati. “Abbandonate l’idea che si tratti solo di lavori per ingegneri maschi. Sono lavori che riguardano tutto ciò che possa avere un impatto positivo sull’ambiente. Si tratta di un settore in cui non si può adottare un approccio tradizionale, la green economy ha una velocità di innovazione pazzesca”, spiega Emilio Luongo, fondatore dell’azienda. Per chi sia interessato a lavorare nel settore, ci sono una serie di criticità da mettere in conto: una disponibilità a lavorare in condizioni geografiche difficili e offerte economiche sfavorevoli. “I candidati devono studiare il settore e le aziende, leggere attentamente gli annunci e qualificare il curriculum, oltre a maturare esperienze in settori affini”.
Un settore più tradizionale che non pare aver bisogno di mediazioni è quello bancario. Ad illustrare le caratteristiche della Banca di credito cooperativo di Casagiove è il direttore Antonio Francese. Nata nel 1922, come tutte le banche di credito cooperativo è particolarmente attenta alle necessità dei cittadini oltre che “ai bisogni dei giovani, per cui produciamo finanziamento anche per le start up”. Da oltre 4 anni ha iniziato una proficua collaborazione con l’università: “Al momento rappresenta l’unico canale attraverso cui assumiamo. Continuiamo con una media di 4-6 stagisti l’anno di cui solitamente due restano con noi”. Allo scorso Job Day hanno assunto una persona e contattato un’altra successivamente. Ne è la prova Marco Palmiero, entrato con uno stage ed inserito a tempo indeterminato nell’organico: “è successo tutto per caso, non conoscevo nemmeno l’esistenza di un ufficio stage. Questa banca è attenta alle giovani risorse del territorio ed è una delle poche occasioni per cui il vostro cv sia realmente letto”. “C’è una crisi profonda e quindi le banche non rappresentano più uno sbocco certo come in passato”. A parlare è il dott. Forini, vice direttore della Banca popolare dello sviluppo di Caserta. Ciononostante, la loro ottica occupazionale è rivolta al territorio e ai giovani del territorio: “Cerchiamo soprattutto figure che abbiano capacità con sistemi di controllo, antiriciclaggio, ristrutturazioni dei fidi. Le posizioni sono sempre aperte fino a che non ci siano blocchi”.
Un po’ più complessa la situazione di Intelliform, agenzia di selezione consorella della Tempor che lavora nel settore della selezione permanente. “Anche noi facciamo fatica a trovare aziende che cerchino figure e personale. Il mondo del lavoro sta cambiando, non esistono più i profili medi, il colletto bianco dell’epoca Fiat è tramontato, ormai si necessita di profili estremamente alti o bassi”, spiega il direttore Giovanni Sorvillo. Memori di un mondo professionale in continua trasformazione. Sorvillo ha qualche consiglio per gli studenti: “il primo lavoro è imparare a trovare lavoro. Quello che fa la differenza è il vostro modo di pensare”.
Un settore più tradizionale che non pare aver bisogno di mediazioni è quello bancario. Ad illustrare le caratteristiche della Banca di credito cooperativo di Casagiove è il direttore Antonio Francese. Nata nel 1922, come tutte le banche di credito cooperativo è particolarmente attenta alle necessità dei cittadini oltre che “ai bisogni dei giovani, per cui produciamo finanziamento anche per le start up”. Da oltre 4 anni ha iniziato una proficua collaborazione con l’università: “Al momento rappresenta l’unico canale attraverso cui assumiamo. Continuiamo con una media di 4-6 stagisti l’anno di cui solitamente due restano con noi”. Allo scorso Job Day hanno assunto una persona e contattato un’altra successivamente. Ne è la prova Marco Palmiero, entrato con uno stage ed inserito a tempo indeterminato nell’organico: “è successo tutto per caso, non conoscevo nemmeno l’esistenza di un ufficio stage. Questa banca è attenta alle giovani risorse del territorio ed è una delle poche occasioni per cui il vostro cv sia realmente letto”. “C’è una crisi profonda e quindi le banche non rappresentano più uno sbocco certo come in passato”. A parlare è il dott. Forini, vice direttore della Banca popolare dello sviluppo di Caserta. Ciononostante, la loro ottica occupazionale è rivolta al territorio e ai giovani del territorio: “Cerchiamo soprattutto figure che abbiano capacità con sistemi di controllo, antiriciclaggio, ristrutturazioni dei fidi. Le posizioni sono sempre aperte fino a che non ci siano blocchi”.
Un po’ più complessa la situazione di Intelliform, agenzia di selezione consorella della Tempor che lavora nel settore della selezione permanente. “Anche noi facciamo fatica a trovare aziende che cerchino figure e personale. Il mondo del lavoro sta cambiando, non esistono più i profili medi, il colletto bianco dell’epoca Fiat è tramontato, ormai si necessita di profili estremamente alti o bassi”, spiega il direttore Giovanni Sorvillo. Memori di un mondo professionale in continua trasformazione. Sorvillo ha qualche consiglio per gli studenti: “il primo lavoro è imparare a trovare lavoro. Quello che fa la differenza è il vostro modo di pensare”.
Motivazione,
curiosità, etica
curiosità, etica
Il dott. Samuele Severi è responsabile delle risorse umane di Sof Strategy, azienda di consulenza, nata da uno spin off di aziende più grandi e che vanta clienti del calibro di Ariston, Wind, Tim Brasile, Rainbow. “Quando si parla di consulenza si parla di assistenza alle aziende finalizzata alla soluzione e prevenzione di problemi strategici, gestionali e operativi”, spiega il dott. Severi. Nonostante si tratti di una piccola società, si fa selezione ogni mese: “cerchiamo persone affascinate dal mondo della consulenza, con un percorso universitario brillante ed un’ottima conoscenza dell’inglese”. Sono necessarie anche una forte motivazione e voglia di mettersi in gioco, attitudini al team work e una laurea in Economia. Gli stage sono di 6 mesi e circa l’80% degli stagisti assunti finora è stato confermato.
Numerose possibilità arrivano anche da Decathlon. Il dott. Matteo Russo si presenta non solo come dipendente della nota azienda, ma anche come appassionato di sport, una qualità fondamentale per entrare a far parte del gruppo. “I valori dell’azienda sono quelli della vitalità e sincerità, e diamo grande importanza alla crescita interna. Tutte le figure maturano nel tempo, c’è grande possibilità di far carriera. I direttori sono stati in passato addetti alle vendite perché il direttore non può essere tale se non conosce il lavoro del suo sottoposto”, spiega Russo. Altrettanto importante la disponibilità a viaggiare tra i diversi punti vendita della penisola, anche per aumentare le possibilità di promozione. Sono due le figure per cui sono aperte le candidature: addetto alle vendite e responsabile di reparto, oltre a posizioni di magazzinieri e responsabili di deposito. Per meglio comprendere la politica di Decathlon, ci sono le testimonianze di due lavoratori, Cecilia e Marco, che hanno iniziato come addetti alle vendite nei settori, rispettivamente, pesca e ciclismo, e sono attualmente responsabili di reparto.
L’Arthur D. Little è una veterana del Job Day. Si tratta di una tra le maggiori nell’ambito della consulenza direzionale, presente sul panorama internazionale con 32 sedi in 23 Paesi e che può vantare clienti quali ENI, Vodafone e SONY. “È un’azienda che necessita di un certo profilo altamente specializzato – spiega il dott. Vincenzo Basile – è necessaria un’ottima conoscenza della lingua inglese, una grande disponibilità a viaggiare e buone capacità analitiche, oltre che informatiche. C’è chiaramente bisogno anche di grande motivazione, curiosità intellettuale e ambizione”. A concludere la giornata, un marchio notissimo, Ferrarelle SPA, rappresentata dal dott. Giuseppe Cerbone, amministratore delegato. Quella della sua azienda è una storia nota a tutti: fondata nel 1893 presso la fonte di Riardo, la Ferrarelle è l’unica acqua ad aver certificato le sue bollicine. Lo slogan “Liscia? Gassata? No, Ferrarelle” ha avuto un ruolo importante entrando a far parte del linguaggio comune. “Ogni italiano consuma circa mezzo litro di acqua frizzante al giorno”, spiega Cerbone, evidenziando una crisi che non sembra aver toccato il settore. Il successo di questa azienda non sta comunque solo nella qualità della sua acqua, ma anche nei valori che sono alla base: “i clienti sono al centro del nostro lavoro e il nostro operato è basato sul rispetto delle donne e degli uomini di Ferrarelle, senza dimenticare il ruolo sociale che l’azienda si è ritagliata nel tempo”. C’è attualmente una posizione aperta nella sede di Milano: “cerchiamo prevalentemente laureati nelle aree giuridico-economiche, ma soprattutto persone che abbiano una solida base etica, siano oneste e leali”.
Anna Verrillo
Numerose possibilità arrivano anche da Decathlon. Il dott. Matteo Russo si presenta non solo come dipendente della nota azienda, ma anche come appassionato di sport, una qualità fondamentale per entrare a far parte del gruppo. “I valori dell’azienda sono quelli della vitalità e sincerità, e diamo grande importanza alla crescita interna. Tutte le figure maturano nel tempo, c’è grande possibilità di far carriera. I direttori sono stati in passato addetti alle vendite perché il direttore non può essere tale se non conosce il lavoro del suo sottoposto”, spiega Russo. Altrettanto importante la disponibilità a viaggiare tra i diversi punti vendita della penisola, anche per aumentare le possibilità di promozione. Sono due le figure per cui sono aperte le candidature: addetto alle vendite e responsabile di reparto, oltre a posizioni di magazzinieri e responsabili di deposito. Per meglio comprendere la politica di Decathlon, ci sono le testimonianze di due lavoratori, Cecilia e Marco, che hanno iniziato come addetti alle vendite nei settori, rispettivamente, pesca e ciclismo, e sono attualmente responsabili di reparto.
L’Arthur D. Little è una veterana del Job Day. Si tratta di una tra le maggiori nell’ambito della consulenza direzionale, presente sul panorama internazionale con 32 sedi in 23 Paesi e che può vantare clienti quali ENI, Vodafone e SONY. “È un’azienda che necessita di un certo profilo altamente specializzato – spiega il dott. Vincenzo Basile – è necessaria un’ottima conoscenza della lingua inglese, una grande disponibilità a viaggiare e buone capacità analitiche, oltre che informatiche. C’è chiaramente bisogno anche di grande motivazione, curiosità intellettuale e ambizione”. A concludere la giornata, un marchio notissimo, Ferrarelle SPA, rappresentata dal dott. Giuseppe Cerbone, amministratore delegato. Quella della sua azienda è una storia nota a tutti: fondata nel 1893 presso la fonte di Riardo, la Ferrarelle è l’unica acqua ad aver certificato le sue bollicine. Lo slogan “Liscia? Gassata? No, Ferrarelle” ha avuto un ruolo importante entrando a far parte del linguaggio comune. “Ogni italiano consuma circa mezzo litro di acqua frizzante al giorno”, spiega Cerbone, evidenziando una crisi che non sembra aver toccato il settore. Il successo di questa azienda non sta comunque solo nella qualità della sua acqua, ma anche nei valori che sono alla base: “i clienti sono al centro del nostro lavoro e il nostro operato è basato sul rispetto delle donne e degli uomini di Ferrarelle, senza dimenticare il ruolo sociale che l’azienda si è ritagliata nel tempo”. C’è attualmente una posizione aperta nella sede di Milano: “cerchiamo prevalentemente laureati nelle aree giuridico-economiche, ma soprattutto persone che abbiano una solida base etica, siano oneste e leali”.
Anna Verrillo