Novembre è un mese ricco di attività. Un tempo, insieme con aprile, periodo di appelli straordinari, è stato in seguito riservato agli esami di recupero per i fuori corso e i laureandi. C’era l’abitudine di sospendere le lezioni durante queste sessioni, ma da quando si è cominciato a fissare le prime date di gennaio appena al rientro dalle vacanze, non è stato più così; la pausa natalizia è stata prolungata per dare il tempo ai ragazzi di studiare e ripetere e novembre è diventato uno dei momenti più frenetici del calendario accademico. “Il risultato è quello che si vede, file nei corridoi e davanti agli studi dei professori fino a tardi, perché corsi ed esami si svolgono negli stessi
giorni, accavallandosi, e gli spazi sono insufficienti”, dice Ulderica De Matteo, laureanda in Economia Aziendale. In effetti, prima di iniziare questo giro di interviste, ci aveva colpito l’insolito affollamento dei Dipartimenti. Davanti alle aule T di Monte Sant’Angelo ci fermiamo a parlare con alcune matricole di Economia e Commercio, molto contente di questi primi due mesi universitari. “Le lezioni sono interessanti, si segue con piacere e l’aula è anche riscaldata”, commenta Pasquale Fiore, diplomato al Liceo Linguistico che si è iscritto ad Economia con la speranza che vi siano buoni sbocchi occupazionali. Il suo collega, Francesco, è un po’ più titubante rispetto al futuro: “mi sono iscritto perché questo è un buon campo di studi e l’università è famosa, ma non penso di proseguire qui anche la Specialistica. Voglio trasferirmi a Padova o Bologna”. Per studiare in Atenei prestigiosi, in contesti più dinamici? La risposta è, al tempo stesso, incerta quanto esplicativa: “ho visto le statistiche ed è preferibile”. Statistiche sul livello
della preparazione o sull’inserimento professionale? “Non lo so. Statistiche, in cui c’era anche il lavoro ma che sostenevano che è meglio continuare altrove”. Nello stesso corridoio incontriamo quattro ragazze in gamba, studentesse brillanti della Laurea Triennale di Economia Aziendale. Sono in regola con gli esami, dunque non
sono interessate dalla sessione di esami in corso: “siamo in regola, ma soffriamo anche noi la penuria di appelli. Abbiamo pochissime sessioni con date molto vicine le une alle altre, tanto da non consentire nemmeno il tempo di ripetere, altro che studiare”, dicono Claudia Daniele, Martina Chiaromonte, Miriam Agnese e Federica Bonelli. Come si fa ad essere in regola con gli esami? “Studiamo durante i corsi. Anche se non siamo completamente al passo, seguiamo le lezioni, perché questo dà ritmo”. Stanno anche loro valutando la possibilità di completare la formazione altrove: “non è una questione di preparazione. Non è l’Università che spinge ad andare via, è la città,
la mancanza di prospettive. Dal canto suo l’Ateneo potrebbe predisporre più indirizzi e valutare con maggiore attenzione il lavoro di alcuni docenti. Professionisti affermati nel loro campo, sulla cui preparazione non c’è niente da dire, ma che come docenti sono distratti, carenti, non dicono niente di più del libro di testo, non mettono a disposizione la propria formazione per aiutarci a crescere”.
Scienze del Turismo senza Magistrale
Fra i ragazzi ammessi agli appelli in corso, incontriamo alcuni studenti di Scienze del Turismo a Indirizzo Manageriale, immersi nelle ripetizioni prima dell’esame di Statistica. Un gruppo esterna un pensiero diffuso fra gli iscritti a questo Corso di Laurea: “dell’organizzazione e dell’offerta formativa non ci possiamo lamentare. Il nostro percorso offre opportunità di formazione interessanti e, anche se noi abbiamo deciso di lavorare solo part-time e di dedicarci principalmente agli studi, le possibilità di tirocinio sono buone, ma ci sarebbe molto da dire su come l’università tratta Corsi piccoli e sperimentali come il nostro”, dicono Silvana Catello, Francesca Meo e Simone Campana che srotolano davanti ai nostri occhi un metaforico compendio di ragioni. “Possiamo fare l’Erasmus solo in Francia e abbiamo avuto una sola lingua straniera obbligatoria da studiare”. Ma la cosa più grave di tutte resta la soppressione della Laurea Magistrale. “Ci troviamo in un contesto che denigra la nostra formazione. Invece, sosteniamo gli stessi esami di Economia Aziendale degli altri e molti di più di Diritto. Mentre la Federico II chiude la Specialistica sul Turismo, altri Atenei della città, con minore capacità di accogliere studenti, continuano a mantenere quest’offerta formativa. La cosa più divertente è che Napoli, il motore del turismo in Italia, ci obbliga ad andare fuori”. Disagi che i ragazzi riconoscono anche in altri colleghi: “Parlano tanto di formazione professionalizzante e cosa fanno? Chiudono le lauree che preparano per settori specifici e ci dicono che possiamo integrare esami e specializzarci in Economia Aziendale. Persino i laureati in Beni Culturali sono costretti a specializzarsi in Marketing. Ma l’offerta turistica non è solo una questione di strumenti di gestione e promozione, è fatta sopratutto di conoscenza dei luoghi. Se non li conosci, nella promozione che ci metti?”. Gli studenti delle Magistrali, quasi alla fine del tunnel, hanno dei suggerimenti per migliorare l’organizzazione didattica. “Non è vero
che alla Laurea Magistrale ci sono meno studenti. Al primo anno ad Economia Politica stavamo seduti sulle scale. Forse, prima di stabilire gli orari e assegnare le aule, si dovrebbe valutare il numero di iscritti ed evitare di cambiare tutto in corso d’opera”, dice Carmen Guida, laureanda in Economia Aziendale, che sogna di lavorare in una società di revisione contabile. “Se potessi dare un suggerimento, chiederei una formazione più pratica. Usciamo da qui che abbiamo una grande preparazione e conosciamo tante nozioni, ma ne sappiamo applicare ben poche”, conclude Francesco Esposito, anche lui laureando Magistrale in Economia Aziendale.
Simona Pasquale
giorni, accavallandosi, e gli spazi sono insufficienti”, dice Ulderica De Matteo, laureanda in Economia Aziendale. In effetti, prima di iniziare questo giro di interviste, ci aveva colpito l’insolito affollamento dei Dipartimenti. Davanti alle aule T di Monte Sant’Angelo ci fermiamo a parlare con alcune matricole di Economia e Commercio, molto contente di questi primi due mesi universitari. “Le lezioni sono interessanti, si segue con piacere e l’aula è anche riscaldata”, commenta Pasquale Fiore, diplomato al Liceo Linguistico che si è iscritto ad Economia con la speranza che vi siano buoni sbocchi occupazionali. Il suo collega, Francesco, è un po’ più titubante rispetto al futuro: “mi sono iscritto perché questo è un buon campo di studi e l’università è famosa, ma non penso di proseguire qui anche la Specialistica. Voglio trasferirmi a Padova o Bologna”. Per studiare in Atenei prestigiosi, in contesti più dinamici? La risposta è, al tempo stesso, incerta quanto esplicativa: “ho visto le statistiche ed è preferibile”. Statistiche sul livello
della preparazione o sull’inserimento professionale? “Non lo so. Statistiche, in cui c’era anche il lavoro ma che sostenevano che è meglio continuare altrove”. Nello stesso corridoio incontriamo quattro ragazze in gamba, studentesse brillanti della Laurea Triennale di Economia Aziendale. Sono in regola con gli esami, dunque non
sono interessate dalla sessione di esami in corso: “siamo in regola, ma soffriamo anche noi la penuria di appelli. Abbiamo pochissime sessioni con date molto vicine le une alle altre, tanto da non consentire nemmeno il tempo di ripetere, altro che studiare”, dicono Claudia Daniele, Martina Chiaromonte, Miriam Agnese e Federica Bonelli. Come si fa ad essere in regola con gli esami? “Studiamo durante i corsi. Anche se non siamo completamente al passo, seguiamo le lezioni, perché questo dà ritmo”. Stanno anche loro valutando la possibilità di completare la formazione altrove: “non è una questione di preparazione. Non è l’Università che spinge ad andare via, è la città,
la mancanza di prospettive. Dal canto suo l’Ateneo potrebbe predisporre più indirizzi e valutare con maggiore attenzione il lavoro di alcuni docenti. Professionisti affermati nel loro campo, sulla cui preparazione non c’è niente da dire, ma che come docenti sono distratti, carenti, non dicono niente di più del libro di testo, non mettono a disposizione la propria formazione per aiutarci a crescere”.
Scienze del Turismo senza Magistrale
Fra i ragazzi ammessi agli appelli in corso, incontriamo alcuni studenti di Scienze del Turismo a Indirizzo Manageriale, immersi nelle ripetizioni prima dell’esame di Statistica. Un gruppo esterna un pensiero diffuso fra gli iscritti a questo Corso di Laurea: “dell’organizzazione e dell’offerta formativa non ci possiamo lamentare. Il nostro percorso offre opportunità di formazione interessanti e, anche se noi abbiamo deciso di lavorare solo part-time e di dedicarci principalmente agli studi, le possibilità di tirocinio sono buone, ma ci sarebbe molto da dire su come l’università tratta Corsi piccoli e sperimentali come il nostro”, dicono Silvana Catello, Francesca Meo e Simone Campana che srotolano davanti ai nostri occhi un metaforico compendio di ragioni. “Possiamo fare l’Erasmus solo in Francia e abbiamo avuto una sola lingua straniera obbligatoria da studiare”. Ma la cosa più grave di tutte resta la soppressione della Laurea Magistrale. “Ci troviamo in un contesto che denigra la nostra formazione. Invece, sosteniamo gli stessi esami di Economia Aziendale degli altri e molti di più di Diritto. Mentre la Federico II chiude la Specialistica sul Turismo, altri Atenei della città, con minore capacità di accogliere studenti, continuano a mantenere quest’offerta formativa. La cosa più divertente è che Napoli, il motore del turismo in Italia, ci obbliga ad andare fuori”. Disagi che i ragazzi riconoscono anche in altri colleghi: “Parlano tanto di formazione professionalizzante e cosa fanno? Chiudono le lauree che preparano per settori specifici e ci dicono che possiamo integrare esami e specializzarci in Economia Aziendale. Persino i laureati in Beni Culturali sono costretti a specializzarsi in Marketing. Ma l’offerta turistica non è solo una questione di strumenti di gestione e promozione, è fatta sopratutto di conoscenza dei luoghi. Se non li conosci, nella promozione che ci metti?”. Gli studenti delle Magistrali, quasi alla fine del tunnel, hanno dei suggerimenti per migliorare l’organizzazione didattica. “Non è vero
che alla Laurea Magistrale ci sono meno studenti. Al primo anno ad Economia Politica stavamo seduti sulle scale. Forse, prima di stabilire gli orari e assegnare le aule, si dovrebbe valutare il numero di iscritti ed evitare di cambiare tutto in corso d’opera”, dice Carmen Guida, laureanda in Economia Aziendale, che sogna di lavorare in una società di revisione contabile. “Se potessi dare un suggerimento, chiederei una formazione più pratica. Usciamo da qui che abbiamo una grande preparazione e conosciamo tante nozioni, ma ne sappiamo applicare ben poche”, conclude Francesco Esposito, anche lui laureando Magistrale in Economia Aziendale.
Simona Pasquale