“Spero, al ritorno da questo soggiorno, di parlare tanto bene il giapponese da non avere più la necessità di sudare ore sui libri”. Riassume scherzosamente così le sue aspettative Davide Corrado, uno dei tredici studenti dell’Orientale che a settembre partiranno con una borsa di studio per un anno in Giappone. Davide, 21 anni, iscritto al terzo anno di Lingue, Letterature e Culture Comparate, racconta i diversi motivi che lo hanno spinto a partecipare a questo concorso, primo fra tutti: “la possibilità di ricevere una borsa di studio dall’Orientale, ma anche dall’Università ospite. Io andrò alla Waseda University che mi garantirà le spese di viaggio e di soggiorno, ma anche solo con i 3mila euro dell’Orientale sarei partito comunque. Per chi studia una lingua, andare per un periodo all’estero è fondamentale”. Davide studia anche il russo, lingua con la quale “è più facile fare pratica nelle nostre zone. Anche a Sarno, dove vivo, è presente una forte comunità russa o ucraina con cui è possibile chiacchierare ogni tanto e fare esercizio linguistico. I giapponesi, invece, sono davvero difficili da trovare! Così, anche se la grammatica russa è più difficile di quella giapponese, alla fine credo di parlare meglio la lingua di Dostoevskij che quella dei samurai”. La sola didattica in aula non basta, “non per carenze da parte dei docenti, che sono tutti di altissimo livello, ma proprio perché se non la si parla una lingua non si impara. Paradossalmente, alla fine del primo anno i miei colleghi di corso ed io eravamo convinti di saper parlare bene il giapponese, poi, andando avanti nello studio, ci siamo resi conto di quanto fosse grande ancora la nostra ignoranza della lingua”. Si tratta sicuramente, quindi, di un lavoro impegnativo che però fonda le radici in una passione cresciuta nel tempo, fin dall’infanzia: “Il Giappone è uno di quei Paesi che i ragazzi della mia generazione sono stati abituati a conoscere fin dalla prima infanzia, con i cartoni animati ad esempio. Poi con internet ognuno ha potuto approfondire le proprie curiosità. Per quanto mi riguarda, devo dire che il mio interesse è nato anche grazie ad una signora nipponica, collega di mia madre, che da piccolo mi portava sempre caramelle giapponesi e io ricordo che rimanevo affascinato dalle scritte sugli involucri”.
Davide: tre mesi
in Siberia, poi
in terra nipponica
in Siberia, poi
in terra nipponica
Nonostante questa grande passione, Davide afferma: “Certo non è un posto dove credo di poter andare a vivere. Il Giappone è un paese dallo stile di vita molto diverso dal nostro. Mi aspetto un rigore ai limiti dell’eccesso, difficile da digerire soprattutto per un napoletano. Insomma, senza cadere nei luoghi comuni, basta questo esempio: partirò a breve per un soggiorno di tre mesi in Siberia (sempre con una borsa dell’Orientale) e come adempimenti mi hanno chiesto solo il visto. Per la Waseda, invece, ho dovuto compilare decine di documenti e mi hanno chiesto persino il giorno in cui mi sono iscritto alla scuola elementare! Credo che una giusta disciplina sia molto utile e mi possa portare ad avere risultati migliori in termini di studio, ma l’eccesso può rendere la vita impossibile”. Insomma, da questo viaggio Davide si aspetta anche di capire meglio la cultura del Paese del Sol levante: “Partirò all’avventura. Farò prima un viaggio nel passato in Siberia, e subito dopo un viaggio nel futuro in Giappone, anche se mi aspetto di trovare proprio in quest’ultimo una realtà ultraconservatrice e anche un po’ razzista mascherata dalla modernità tecnologica”.
La decisione di soggiornare per un intero anno in un Paese lontano, sia geograficamente che culturalmente, come il Giappone non si prende certo a cuor leggero. Anastasia Rainone, 24 anni, anche lei vincitrice della borsa di studio, confessa: “È stata una scelta molto sofferta, su cui ho dovuto riflettere a lungo. Devo dire che mi spaventava molto la distanza, il fatto che una volta partiti non si può tornare indietro, anche perché acquistare un volo da Kioto per Napoli è davvero proibitivo”. Spaventano “le difficoltà che si possono incontrare nell’adattarsi ad un nuovo ambiente, lo stare lontano dalla famiglia per tutti questi mesi, le difficoltà economiche che possono sorgere”. Anastasia, che sarà ospite della K.U.F.S. (Kyoto University of Foreign Studies) con altri due studenti dell’Orientale (“spero che l’essere in tre mi dia un po’ di conforto almeno nelle prime settimane”), ha superato le perplessità perché “si tratta di un’occasione unica, davvero imperdibile per me che studio lingue orientali”. Iscritta alla Magistrale in Lingue e Civiltà Orientali, la ragazza studia coreano e giapponese ed era in attesa di un’occasione simile per migliorare le sue capacità linguistiche da tempo: “Chi studia una lingua straniera non può prescindere da un soggiorno nel Paese oggetto di interesse. Sicuramente la borsa di 3 mila euro non coprirà tutte le spese, ma offre un grosso aiuto iniziale, diciamo una buona spinta. Per me, inoltre, si tratta di un’ottima opportunità per raccogliere materiale per la tesi Magistrale: mi auguro, infatti, di completare gli esami prima di partire e, quindi, lavorare alla mia tesi sulla letteratura contemporanea giapponese proprio durante il soggiorno”.
La decisione di soggiornare per un intero anno in un Paese lontano, sia geograficamente che culturalmente, come il Giappone non si prende certo a cuor leggero. Anastasia Rainone, 24 anni, anche lei vincitrice della borsa di studio, confessa: “È stata una scelta molto sofferta, su cui ho dovuto riflettere a lungo. Devo dire che mi spaventava molto la distanza, il fatto che una volta partiti non si può tornare indietro, anche perché acquistare un volo da Kioto per Napoli è davvero proibitivo”. Spaventano “le difficoltà che si possono incontrare nell’adattarsi ad un nuovo ambiente, lo stare lontano dalla famiglia per tutti questi mesi, le difficoltà economiche che possono sorgere”. Anastasia, che sarà ospite della K.U.F.S. (Kyoto University of Foreign Studies) con altri due studenti dell’Orientale (“spero che l’essere in tre mi dia un po’ di conforto almeno nelle prime settimane”), ha superato le perplessità perché “si tratta di un’occasione unica, davvero imperdibile per me che studio lingue orientali”. Iscritta alla Magistrale in Lingue e Civiltà Orientali, la ragazza studia coreano e giapponese ed era in attesa di un’occasione simile per migliorare le sue capacità linguistiche da tempo: “Chi studia una lingua straniera non può prescindere da un soggiorno nel Paese oggetto di interesse. Sicuramente la borsa di 3 mila euro non coprirà tutte le spese, ma offre un grosso aiuto iniziale, diciamo una buona spinta. Per me, inoltre, si tratta di un’ottima opportunità per raccogliere materiale per la tesi Magistrale: mi auguro, infatti, di completare gli esami prima di partire e, quindi, lavorare alla mia tesi sulla letteratura contemporanea giapponese proprio durante il soggiorno”.
Anastasia,
“sogno di
poterci vivere”
“sogno di
poterci vivere”
Oltre allo studio, quello che Anastasia, come gli altri ragazzi, vuole approfondire è la conoscenza della cultura locale, dei modi di vivere, delle abitudini quotidiane. “È dai tempi del liceo che ho una forte passione per l’oriente in generale. Inizialmente volevo studiare cinese, poi, durante l’incontro di orientamento per gli immatricolandi organizzato dall’Ateneo, mi sono avvicinata al giapponese. Così è nata la mia passione per questa lingua e questa cultura. Sogno addirittura di poterci andare a vivere. Quest’anno a Kyoto mi servirà proprio per capire se è come me l’aspetto e se è fattibile pensare di stabilirsi lì definitivamente”. Oltre che dai libri, la conoscenza del Giappone deriva anche dai racconti di chi già ci è stato: “Durante i miei anni di studio ho cercato di documentarmi il più possibile per non essere disorientata nel caso di un’occasione come questa. Mi sono anche informata chiedendo un po’ in giro. Una mia amica che si trova attualmente lì, proprio alla K.U.F.S., mi ha rassicurato sull’ottima organizzazione sia della didattica che dei servizi, sugli alloggi. So che c’è anche possibilità di trovare dei lavoretti che aiutano a mantenersi da soli durante i 12 mesi”. Annalisa si augura che vada tutto a buon fine “perché, vista la tanta burocrazia da assolvere prima di partire, non mi sentirò tranquilla fin quando non metterò piede sul suolo nipponico!”.
Utilizzare il Keigo, il
timore di Adriano
timore di Adriano
Era partito con lo studiare la letteratura italiana e si è trovato a fare ricerca sulla linguistica giapponese. È alquanto singolare il percorso di Adriano Fazzari, 29 anni, laureato in Lettere Moderne alla Federico II, oggi studente del Corso di Laurea in Lingue, Lettere e Culture Comparate a L’Orientale. “Quando studiavo alla Federico II, dove ho conseguito il mio primo titolo, già sentivo una certa passione per le lingue tant’è che ho inserito degli esami di francese e poi ho trascorso un anno di studio in Francia con un concorso per assistentato del Miur. Mi sono sempre più appassionato alla linguistica, e un po’ per gioco un po’ per curiosità, mi sono avvicinato al giapponese. È nata una passione che ho deciso di approfondire iscrivendomi a L’Orientale”, racconta. La borsa di studio di cui è vincitore è, quindi, un’occasione unica per vedere da vicino il Paese dell’estremo oriente e anche lavorare al progetto di tesi triennale. “Sarà un’esperienza molto formativa che mi consentirà di imparare la lingua a livelli, spero, molto alti, attraverso una full immersion. Anche se all’Orientale ci sono ottimi docenti e lettori madre lingua, sicuramente la didattica in aula va considerata solo come una preparazione all’apprendimento reale che è sul campo. Inoltre, spero di poter sfruttare anche i servizi universitari della Waseda, l’Università di cui sono ospite, e di poter consultare documenti che mi possono essere utili per la mia tesi e che qui non troverei”. Tokyo sarà per Adriano una vera e propria palestra di vita: “Potrò conoscere la cultura nipponica dal vivo, approfondirne usi e costumi. Per poter sfruttare al massimo questa occasione – spiega – non vorrei soggiornare nel campus, dove mi troverei a contatto con molti studenti stranieri, ma preferirei fittare una stanza in un alloggio con altri ragazzi giapponesi. La mia fidanzata, che è stata a Tokyo per sei mesi lo scorso anno, ha fatto in questo modo, e si è trovata molto bene. Inoltre, i costi tra gli alloggi universitari e quelli privati più o meno si equivalgono”. Una delle preoccupazioni comuni tra chi sta per partire è, infatti, quella economica: “Sicuramente 3mila euro sono un ottimo aiuto, ma non basteranno. La vita a Tokyo è molto cara e spero di poter riuscire a trovare un lavoretto per sostenere le spese. In realtà sto cercando di mettere qualcosa da parte fin da ora, in modo da partire con un gruzzoletto, ma se devo dire che c’è qualcosa che mi spaventa è proprio il pericolo di rimanere senza soldi!”. Da qui, nasce anche un altro timore: “Penso che se troverò lavoro come commesso o come cameriere dovrò usare il Keigo, una forma della lingua ufficiale e riverenziale, che è difficile da utilizzare già per un giapponese. Immagino che per me lo sia ancora di più! Sono contento, sicuramente, di poter ascoltare i diversi livelli della lingua, da quella parlata fino a quella dei rapporti formali, ma ho paura di avere difficoltà sul lavoro”.
Un viaggio pieno di incognite, dunque, in un Paese lontano, “spero di poter tornare in Italia almeno per un paio di settimane di vacanza durante quest’anno, ma si tratterà comunque di un’esperienza totalizzante e mi auguro anche totalmente positiva, sia a livello didattico che di crescita personale. Posso dire di sentirmi in questo momento eccitato e spaventato allo stesso tempo. Sicuramente si tratta di un primo, importante, approccio con un Paese dove potrei pensare anche di andare a vivere un domani, una volta completati i miei studi, anche per continuare a studiare la linguistica giapponese sul campo”.
Valentina Orellana
Un viaggio pieno di incognite, dunque, in un Paese lontano, “spero di poter tornare in Italia almeno per un paio di settimane di vacanza durante quest’anno, ma si tratterà comunque di un’esperienza totalizzante e mi auguro anche totalmente positiva, sia a livello didattico che di crescita personale. Posso dire di sentirmi in questo momento eccitato e spaventato allo stesso tempo. Sicuramente si tratta di un primo, importante, approccio con un Paese dove potrei pensare anche di andare a vivere un domani, una volta completati i miei studi, anche per continuare a studiare la linguistica giapponese sul campo”.
Valentina Orellana